I Mass Media Il Cinema.

I fratelli Lumière, inventori del cinema

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I MASS MEDIA - IL CINEMA 1^parte 2^parte 3^parte 4^parte 5^parte

NASCITA ED EVOLUZIONE

Il cinema è un mezzo di espressione e di rappresentazione che, partendo da una serie di immagini fisse, ricompone il movimento. Esso è reso possibile da alcuni fenomeni fisiologici e psicologici relativi ai meccanismi della percezione. Una pellicola cinematografica è in pratica formata da una serie di fotografie, disposte in sequenza, che analizzano il movimento. Proiettando queste successive pose fotografiche (fotogrammi) ad una certa velocità (normalmente ventiquattro fotogrammi al secondo) che è poi la stessa della ripresa, sullo schermo riappare il movimento così come lo vediamo nella nostra esperienza di tutti i giorni. Tutto questo succede perché le immagini che si formano sulla nostra retina (che è il ricettacolo delle informazioni visive posto all'interno dell'occhio) non scompaiono immediatamente. Questa particolarità dei nostri occhi, chiamata persistenza retinica, è la stessa che, ad esempio, ci fa percepire un tizzone agitato al buio come una linea di fuoco.

Preistoria del cinema

L'invenzione del cinema coronò sul finire del XIX secolo una serie di ricerche e un intreccio caotico di scoperte che rispondevano alla stessa esigenza: una volta scoperto il principio della persistenza retinica, si trattava di sfruttarlo ideando una tecnica che desse l'illusione del movimento. I primi passi furono fatti nel 1832 con il Fenachistoscopio del giovane fisico belga J.F.A. Plateau e con lo Stroboscopio dell'austriaco professor S.R. Stampfer, cui presto si aggiunse lo Zootropio dell'inglese William G. Horner (1834), che, portando una serie di immagini fisse su una striscia di cartone che veniva fatta girare, preannunciava vagamente il vero e proprio film. Questi apparecchi avrebbero potuto già da soli dar vita al moderno disegno animato. Ma perché nascesse il cinema propriamente detto bisognava adoperare la fotografia (detta allora dagherrotipia), che nacque nel 1839 con i brevetti che L.J.M. Daguerre (1787-1851) e J.N. Niepce (1765-1833) avevano sperimentato nel corso di un decennio. A quel tempo, però, non esisteva la fotografia istantanea, che divenne di uso comune solo dopo il 1851, anno in cui l'inglese F.S. Archer mise a punto il cosiddetto metodo al collodio umido che permise una maggiore sensibilizzazione della pellicola. Mentre il francese E. Reynaud (1844-1918) creava il disegno animato con il suo Teatro Ottico che utilizzava pellicole perforate per facilitare e regolarizzare il movimento del supporto di immagini (Prassinoscopio, 1877), le ricerche di E. Muybridge (1830-1904) ed E. Marey, che impiegavano la fotografia per analizzare il movimento degli animali, diedero una spinta decisiva verso l'invenzione di nuovi sistemi. Nella stessa epoca, il grande inventore statunitense Th.A. Edison (1847-1931) creò, in collaborazione con G. Eastman (1854-1932), il Cinetoscopio (1890), capace di proiettare un film di un minuto in una sorta di piccola slot machine per un solo spettatore, e l'anno dopo fu la volta del Cinetografo che per il Cinetoscopio registrava le immagini. Nel 1892 il francese L. Bouly depositò un brevetto per un apparecchio in grado di analizzare e riprodurre il movimento chiamato Cinématographe. Le proiezioni iniziarono in Europa e negli USA, ma fu solo nel 1895, la sera del 28 dicembre, che la cinematografia ebbe il suo "atto di nascita" ufficiale, quando cioè due fratelli, i francesi di Lione Louis (1964-1948) e Auguste (1862-1954) Lumière organizzarono la prima proiezione pubblica a pagamento del Cinématographe Lumière al Gran Café di Boulevard des Capucines a Parigi. I primi spettatori si trovarono in un ambiente a loro estraneo, ricco di suoni (un pianoforte accompagnava la proiezione) e immagini e molti di loro provarono una sensazione di reale spavento al momento della proiezione della sequenza di un treno che entra nella stazione di La Ciotat e che dava loro la sensazione che la locomotiva avanzante uscisse dallo schermo e si precipitasse su di loro. I primi film dei Lumière erano piccoli documentari di vita familiare, brevi scenette umoristiche, immagini di gente che passeggia per la strada, operai che escono dalla fabbrica degli stessi Lumière. In America il cinema trovò immediata diffusione nelle "Penny Arcades", locali di divertimento dove erano radunati tutti gli apparecchi a gettone fino ad allora inventati. Il successo fu tale che in breve tempo i proprietari delle sale le trasformarono in "Nickelodeons", cinematografi così chiamati perché il prezzo d'entrata era, appunto, di un nichelino. Gli esercenti delle sale si trasformarono presto in produttori, cioè in industriali che realizzavano i film per venderli ai nuovi esercenti dei cinematografi che venivano aperti un po' dappertutto.

I francesi Charles Pathé (1863-1957) e Louis Gaumont (1864-1946) furono i primi ad intuire che il cinema era una catena e che occorreva controllare il ciclo completo di produzione e distribuzione per ricavarne i massimi utili. Nello stesso tempo nacque una figura molto importante per l'avvenire del cinema: il regista, cioè un artista che non si limitava a riprendere scene dal vero per propagandare la novità del mezzo (come facevano i Lumière), ma si serviva del cinema per creare uno spettacolo originale (come fece G. Méliès, 1861-1938, creatore di strepitosi film di fantasia che anticiparono i più moderni trucchi di sostituzione e di animazione).

I fratelli Lumière, inventori del cinema

I fratelli Lumière, inventori del cinema

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I progressi tecnici

Dal punto di vista della tecnica, possiamo rintracciare già nell'epoca dei pionieri (che si estende fino al primo decennio del Novecento) le basi dei principali procedimenti tecnici successivi. Sembra quasi che tutto fosse stato già intuito: il passaggio dal muto al sonoro e quello dal bianco e nero al colore, il grande schermo, la terza dimensione. E i moderni apparecchi di ripresa e di riproduzione non differiscono poi molto dalle prime macchine dei Lumière, nonostante gli ulteriori, spettacolari progressi. Lo stesso Edison (insieme allo statunitense W.K.L. Dickson, 1860-1937, e al francese E. Lauste, 1856-1953) tentò nel 1892 di sincronizzare il sonoro con le immagini, perché riteneva che il cinema muto non potesse avere un futuro: fallito il tentativo del grande inventore, si pensò, per sopperire alla mancanza del sonoro, di inserire nella pellicola delle didascalie relative ai dialoghi principali e alle note di commento. Proprio per la mancanza del sonoro, la recitazione degli attori divenne, di regola, molto enfatica, dal momento che bisognava far capire subito allo spettatore gli stati d'animo e il carattere dei personaggi (mentre, al giorno d'oggi, un attore cinematografico adotta uno stile di recitazione molto più naturalistico). La tensione drammatica veniva espressa dalla musica d'accompagnamento eseguita in sala da un pianista o, nei casi migliori, da un'intera orchestra. Solo nel 1926 i tecnici della Warner Bros produssero i primi film sonorizzati. Dapprima solamente con musiche (Don Giovanni), poi anche con le parole (Il cantante di jazz, 1927, di A. Crosland). Gli effetti stereofonici, anticipati dal francese Abel Gance nel 1935, trovarono applicazione nel 1940 con il disneyano Fantasia, mentre il Dolby System, con diversi altoparlanti dislocati ai vari angoli della sala che ricostruiscono il movimento del suono, venne introdotto a partire dalla fine degli anni Settanta, conoscendo una continua crescita tecnologica successiva. Anche l'adozione del colore fu una tappa importante dell'evoluzione del mezzo cinematografico. I primi autori facevano colorare a mano, fotogramma per fotogramma, alcuni loro film, per poter meglio caratterizzare le scene: blu se era notte, rosso se c'era un incendio, ecc. I primi procedimenti "additivi", cioè per sovrapposizione dei colori, videro la luce negli anni '10, ma solo negli anni '30 cominciarono ad essere sistematicamente prodotte pellicole a colori. E solo dopo la seconda guerra mondiale, con i vari procedimenti Technicolor e Eastmancolor, il colore fu ufficialmente adottato dall'industria e dagli autori. Con l'affinarsi delle tecniche cinematografiche assunse importanza sempre maggiore la buona qualità dell'immagine riprodotta sullo schermo. Se il già citato Abel Gance già nel 1926 faceva proiettare il suo Napoleon da tre macchine che ricostruivano una grande immagine inizialmente composta da tre pellicole, solo negli anni Cinquanta il sogno del grande schermo divenne realtà grazie al Cinemascope, un procedimento che "schiaccia" e "allunga" le immagini, mediante l'uso di lenti particolari (dette anamorfiche) applicate al proiettore.

Il sogno del cinema tridimensionale, invece, non si è ancora realizzato appieno sebbene, a partire dagli anni Cinquanta, fossero stati proposti sistemi (sovrapposizione di immagini colorate diversamente e osservate tramite lenti di due colori differenti riprendenti le tonalità della pellicola; proiezione contemporanea bi-dimensionale da una sola macchina) che riportarono scarso successo, e in seguito venissero impiegate le tecniche digitali della computer graphic con risultati buoni ma non ottimali. Oggi il cinema si pone sempre più in competizione con la televisione, alimentando in questo modo la ricerca e l'affinamento tecnico. Immagini create a computer o girate con il sistema di Alta Definizione preso a prestito dalla televisione stanno diventando ormai abituali anche sul grande schermo, così come importanti sono le sempre più sofisticate tecniche di riproduzione in sale cinematografiche nelle quali trovano posto impianti ottici e sonori ad effetto "ambiente" (che ricreano, il più fedelmente possibile, la realtà rappresentata sullo schermo). Anche la riproduzione casalinga sta conoscendo momenti di grande ricerca ed evoluzione, ancora una volta grazie all'impiego del computer con il quale è possibile leggere immagini in DVD, tecnologia innovativa che rende possibile la partecipazione attiva dello spettatore (ad esempio scegliendo la lingua del film o zoomando su dettagli o ancora procedendo al rallentatore in determinate scene).

I progressi del linguaggio

Dal punto di vista del linguaggio, una grande innovazione fu determinata dall'invenzione del montaggio, che alcuni critici attribuiscono all'inglese "scuola di Brighton" (con i registi R.W. Paul, J. Williamson, G.A. Smith che inserirono le tecniche del taglio tra due riprese e dell'introduzione di primi piani nei cosiddetti piani totali, o visioni d'insieme di intere scene), ma che altri vedono maggiormente legata all'ambiente americano, e soprattutto a D. W. Griffith (1875-1948) e Th.H. Ince (1882-1924). Il primo, autore di straordinari kolossal come Nascita di una nazione (1916), primo lungometraggio americano, e Intolerance (1918), fu tra i primi a sentire l'esigenza di dare al cinema un linguaggio diverso da quello teatrale. Introdusse in modo sistematico il "flash-back" (cioè quel brusco e breve "salto nel passato" che si interpone nel "presente" della narrazione filmica), l'uso del "primo piano", del "dettaglio", del "campo lunghissimo" in funzione drammatica. Celebri, tra l'altro, i suoi "finali", dove il montaggio di inquadrature diverse a ritmo sempre più serrato produce nello spettatore una forte tensione emotiva. A partire da Griffith, il cinema divenne adulto. Se da un lato si cominciò a parlare di "cinema d'autore" per designare quelle produzioni che mirano al raggiungimento di fini artistici piuttosto che al successo di cassetta (e che, nei casi più felici, raggiungono entrambi gli obiettivi), dall'altro l'industria trovò una sua organizzazione commerciale che privilegiava il produttore, vero padrone del film, del quale il regista non era che un semplice impiegato. Quest'ultimo meccanismo, che avrebbe stritolato, ad esempio, un gigante come il geniale regista E. von Stroheim (1885-1957), inviso ai produttori per la grande onerosità dei suoi progetti, si realizzò soprattutto negli Stati Uniti, affermandosi definitivamente con la nascita di Hollywood, il sobborgo di Los Angeles dove negli anni Venti tutte le grandi case di produzione americane posero la loro sede ed edificarono i loro teatri di posa. Spesso ci si è chiesti se il cinema fosse un'arte o uno spettacolo, e spesso si è risposto che il film è un'arte, e il cinema è un'industria. Se questa affermazione è una generalizzazione spesso non corrispondente al vero, abbiamo voluto ugualmente riportarla per ricordare che l'obiettivo di ogni film è sempre e comunque quello di recuperare le spese di produzione (sempre molto elevate) in primo luogo, e poi di costituire una fonte di guadagno sia per il produttore che per il distributore (oltre che, naturalmente, per l'esercente della sala che lo proietta). Ecco perché fanno parte della storia del cinema anche film di facile consumo e di scarso impegno artistico. Come regola generale sceglieremo di parlare preferibilmente di quelle opere e di quei registi che hanno portato delle innovazioni nel linguaggio cinematografico, che hanno cercato di dire qualcosa allo spettatore o che hanno proposto delle novità tecniche che sarebbero diventate importanti nel futuro, pur tenendo sempre presente che il film è un'opera collettiva, frutto del lavoro di tantissime persone.

Alcuni nomi da ricordare

Innumerevoli sono gli autori che hanno dato lustro alla storia del cinema. Negli Stati Uniti, ricordiamo Cecil B. De Mille, John Ford, Orson Welles, William Wyler e Billy Wilder, ma anche John Huston, Howard Hawks, Elia Kazan, Nicholas Ray, Otto Preminger, Robert Aldrich, Arthur Penn, Robert Altman, John Cassavetes, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Woody Allen, Steven Spielberg, Frank Capra, George Cukor, Victor Fleming, Samuel Fuller, George Lucas, Sidney Lumet, Vincente Minnelli, Stanley Kramer, Sam Peckinpah, Ridley Scott, King Vidor, Fred Zinneman. Nell'Unione Sovietica si affermarono, negli anni Venti, Sergej M. Eisenstein, Dziga Vertov, Vsevolod Pudovkin, Aleksander Dovcenko, e, dal '64 in poi, soprattutto Andreij Tarkovskij. In Germania, Fritz Lang, Friedrich Wilhelm Murnau, Georg Wilhelm Pabst, con un lungo "buco" fino agli anni Sessanta, quando vennero messi in rilievo i lavori di Jean-Marie Straub, Alexander Kluge, Rainer Werner Fassbinder, Wim Wenders, Werner Herzog, Margarethe von Trotta. La Francia ha una grandissima tradizione che si espresse dagli anni Venti ai Quaranta con maestri come René Clair, Jean Vigo, Julien Duvivier, Marcel Carné, Jean Renoir, proseguendo con Robert Bresson e trovando una nuova linfa con la nouvelle vague di Jean-Luc Godard, Alain Resnais, François Truffaut, Eric Rohmer. La Gran Bretagna offì al mondo della celluoide registi come Alfred Hitchcock, Joseph Losey, David Lean, Stanley Kubrick, Karel Reitz. Ingmar Bergman riportò in auge dal '50 in poi la cinematografia svedese, già conosciuta nel mondo per le opere di Viktor Sjostrom e Mauritz Stiller, mentre la Danimarca, già legata al genio di Carl Theodor Dreyer, conobbe nuovo lustro con i lavori di Lars Von Trier e del gruppo di registi a lui ispirato Dogma. La cinematografia spagnola, che vanta in Luis Buñuel uno dei suoi maggiori esponenti, venne in seguito ben rappresentata da Carlos Saura e Pedro Almodovar. L'Europa dell'Est si espresse al meglio dagli anni Sessanta in poi con i polacchi Andrzeij Wajda, Krisztof Zanussi e Roman Polansky, con il cecoslovacco Milos Forman, con l'ungherese Miklos Jancso, e con gli ex-jugoslavi Dusan Makavejev ed Emir Kusturica. Alcuni di questi registi sono poi emigrati in Occidente. Il Giappone ebbe il suo massimo esponente in Akira Kurosawa, seguito negli anni da Kenij Mizoguchi, Kon Ichikawa, Yashjiro Ozu, Takeshi Kitano. L'India trovò degna rappresentanza in Satyajit Ray e in Mira Nair, il Brasile in Glauber Rocha, la Grecia in Theodoros Anghelopulos, la Turchia in Yilmaz Guney, la Cina in Zangh Yimou, l'Iran in Abbas Kiarostami e Samira Makhmalbaf, l'Australia in Peter Weir, la Nuova Zelanda in Peter Jackson. Alla cinematografia italiana abbiamo dedicato un apposito capitolo. Tra i documentaristi, vogliamo ricordare l'americano Robert J. Flaherty, l'inglese John Grierson e l'olandese Ioris Ivens.

L'INFLUENZA DEL CINEMA

Il mondo del cinema è stato spesso definito come "la fabbrica dei sogni". Questo appellativo deriva probabilmente dal fatto che nei primi anni della storia del cinema, specialmente negli Stati Uniti, si raccomandava ai produttori di realizzare esclusivamente film con una morale positiva, storie nelle quali l'"happy end", cioè il finale edificante dove tutto si risolve per il meglio, era praticamente d'obbligo. In quegli anni, quelli della Grande Depressione, i locali cinematografici erano frequentati in prevalenza da persone alle quali si cercava di offrire storie esemplari che in genere contemplavano il trionfo del bene. Ben presto il cinema fece fortuna, sviluppando quella che sarebbe stata definita sophisticated comedy, i cui protagonisti, personaggi belli e simpatici, erano in genere coinvolti in storie d'amore dalla trama intricata, dai dialoghi vivaci, e spesso collocate in ambienti lussuosi. Ernst Lubitsch (1892-1947), regista tedesco emigrato in America negli anni '30, fu il maestro di questo genere di film, presto imitato, e forse superato, da Frank Capra (1897-1991). Se Lubitsch in Mancia competente (1932) aveva descritto le comiche disavventure di una coppia di truffatori internazionali che viaggiavano in carrozza-letto e soggiornavano nei migliori alberghi, Capra in Accadde una notte (1934) rinnovò la vecchia fiaba di Cenerentola: un giornalista poco fortunato sposava una deliziosa ma insopportabile giovane miliardaria dopo ottanta minuti di litigi e di malintesi, con grande gioia del padre ricchissimo ed eccentrico. Questa commedia, realizzata con una spesa minima, fu un enorme successo di cassetta. Capra ed il suo sceneggiatore Robert Riskin si ripeterono più volte, apportando solo variazioni marginali alle vicende proposte. Nacquero così È arrivata la felicità (1936), L'eterna illusione (1938), Mister Smith va a Washington (1939), nei quali vennero lanciati due importanti attori del genere, Gary Cooper (1901-1961) e James Stewart (1908-1997). Susanna (1938) di Howard Hawks, L'orribile verità (1937) di Leo McCarey e Incantesimo (1938) di George Cukor furono tra i maggiori successi del genere il quale, al di là della ripetitività, svolgeva presso il grande pubblico un'importante funzione consolatoria. Le vicende dei suoi protagonisti convincevano infatti l'uomo della strada che ogni americano avrebbe potuto salire la scala sociale arrivando al successo, riproponendo un'esemplificazione del "sogno americano" e rappresentando un potente veicolo per il suo consolidamento in patria e per la sua diffusione nel mondo. All'inizio degli anni Settanta, l'esplosione di contraddizioni sociali vastissime sia negli Stati Uniti che in Europa ridimensionò quel sogno.

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Abbiamo parlato di...

Gary Cooper

Pseudonimo di Frank James Cooper. Attore cinematografico statunitense. Compiuti gli studi in Gran Bretagna, collaborò con varie riviste come giornalista e come caricaturista. Dopo l'esordio nel cinema muto, prendendo parte a film di genere western, si affermò con le sue interpretazioni in Ali (1928), La squadriglia degli eroi (1928), Il virginiano (1929). Popolare divo del cinema hollywoodiano, incarnò il personaggio dell'americano medio, schivo e sentimentale in commedie sofisticate e il modello dell'eroe in film d'avventura. Due volte gli fu assegnato il premio Oscar con Il sergente York (1941) e Mezzogiorno di fuoco (1952). Tra gli altri successi ricordiamo È arrivata la felicità (1936), La conquista del West (1937), I dominatori della metropoli (1941), Per chi suona la campana (1943), Il magnifico avventuriero (1945), La legge del Signore (1956), Dove la terra scotta (1958) (Helena, Montana 1901 - Hollywood 1961).

James Stewart

Attore cinematografico statunitense. Dopo gli studi di architettura e il debutto in teatro, nel 1935 iniziò a lavorare nel mondo del cinema con Ultime notizie di T. Whelan, cui seguirono film nei quali formò la sua figura di ragazzo della porta accanto, di americano medio dai buoni sentimenti: Troppo amata (1936), di C. Brown; Nata per danzare (1936), di R. Del Ruth; Settimo Cielo (1937), di H. King; Una donna vivace (1938), di G. Stevens; L'eterna illusione (1938), dell'amico F. Capra; Questo mondo è meraviglioso (1939), di W.S. Van Dick; Mr. Smith va a Hollywood (1939), di Capra, per il quale ottenne una nomination all'Oscar; Scrivimi fermo posta (1940), di E. Lubitsch; Scandalo a Filadelfia (1940), di G. Cukor, con il quale vinse l'Oscar come miglior attore. Dopo la guerra, alla quale partecipò arruolandosi in aeronautica, nel 1946 ritornò a Hollywood dove girò La vita è meravigliosa, di F. Capra. Fu protagonista di film di Hitchcock (Nodo alla gola, 1948; La finestra sul cortile, 1954; L'uomo che sapeva troppo, 1956; La donna che visse due volte, 1958) e partecipò a molti film western (Broken Arrow, 1950, di D. Davies; Winchester 73, 1950, Là dove scende il fiume, 1952, Lo sperone nudo, 1953, e Terra lontana, 1954, di A. Mann; Cavalcarono insieme, 1961, L'uomo che uccise Liberty Valance, 1962, e Il grande sentiero, 1964, di J. Ford; La conquista del West, 1962, di H. Hathaway; Shenandoah, la valle dell'onore, 1965, di A.V. McLagen; L'ora della furia, 1967, di V. McEveety; Bandolero!, 1968, di McLagen). Fu Glenn Miller in La storia di Glenn Miller (1954), di A. Mann e Charles Lindbergh in L'aquila solitaria (1957), di B. Wilder e nel 1958 fu avvocato di successo in Anatomia di un omicidio di O. Preminger. Negli ultimi anni si dedicò a generi diversi con film nei quali spesso partecipò come guest star: C'era una volta Hollywood (1974), di J. Haley jr.; Airport '77 (1977), di J. Jameson; La più bella avventura di Lassie (1978), di D. Chaffey. Nel 1985 ottenne l'Oscar alla carriera (Indiana, Pennsylvania 1908 - Beverly Hills, California 1997).

Un giovane James Stewart

Un giovane James Stewart

Divi e divismo

Si può dire che il divismo, fenomeno secondo il quale una gran massa di persone si identifica con un attore e ne esalta la figura più del dovuto, trasformandolo quasi in un oggetto di culto, sia nato in Italia negli anni '10 grazie alla massiccia pubblicità che propagandava i nomi delle varie dive del cinema muto: Italia Almirante Manzini, Lyda Borelli, Lina Cavalieri, Maria Jacobini e tante altre, ma soprattutto Francesca Bertini (1892-1985), donna dai nobili lineamenti che nella maggior parte dei film da lei interpretati si mostrava elegante, raffinata, in ambienti di lusso. Una figura tipica divenne quella della vamp, cioè della donna fatale che fa perdere la testa a tutti gli uomini per la sua bellezza e sensualità. Il termine vamp fu coniato a Hollywood per l'attrice Theodosia Goodman (1890-1955) che, per introdurre questo nuovo personaggio negli Stati Uniti, assunse lo pseudonimo di Theda Bara. Il grande regista americano David Wark Griffith rispose alla nuova moda lanciando, per contro, un'eroina angelica che divenne la portabandiera dei buoni sentimenti, dell'onestà morale e della semplicità. Tale personaggio fu incarnato da Lillian Gish (1893-1993), che Griffith amava inquadrare spesso con una luce "sparata" sulla nuca, in modo che formasse, alla sommità della testa, quasi un'aureola. Ma la vamp sopravvisse, rinnovandosi nella tedesca Marlene Dietrich (1901-1992) e nella svedese Greta Garbo (1905-1990). Anche gli uomini avevano il loro modello, un oriundo italiano chiamato Rodolfo Valentino (1895-1926), che propose a sua volta una nuova figura, quella del latin lover, l'amante latino. Rudy Valentino morì molto giovane, e alla notizia della sua scomparsa l'America fu funestata da numerosi suicidi di donne impazzite dal dolore. Nel western dominava invece Tom Mix (1880-1940), l'eroe della prateria. Il divismo sviluppò soprattutto perché forte, specie agli inizi, fu l'identificazione del pubblico con l'attore considerato come il maggiore responsabile della buona riuscita del film. Erano gli attori a fare da richiamo, seguendo una tradizione ereditata dal teatro, e i più grandi tra di loro ricevevano compensi da capogiro per ogni apparizione. Ed erano ancora gli attori che, conducendo molto spesso una sfarzosa e spregiudicata vita mondana, alimentavano quella leggenda che faceva sognare gli spettatori spingendoli ad imitare i loro divi. Insieme all'attività cinematografica se ne sviluppò allora un'altra di tipo giornalistico che ebbe negli avvenimenti della vita delle star fonte primaria di informazione (in questo senso esemplare fu la figura di Louella Parsons, divenuta ben presto simbolo delle gossip writer, ovvero della scrittrice dedita soprattutto al pettegolezzo hollywoodiano del quale furono protagonisti, tra gli altri, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, ma anche Elizabeth Taylor e Richard Burton).

Richard Burton ed Elizabeth Taylor

Richard Burton ed Elizabeth Taylor

A tutt'oggi il divismo è ancora in auge. Certo non si ripetono più le scene di fanatismo che erano all'ordine del giorno una cinquantina d'anni fa (e, specie nell'immediato dopoguerra, anche nel nostro Paese), ma il successo di pellicole interpretate da attori dotati di qualità fisiche indubbiamente notevoli (ad esempio Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger) o dal fascino particolare (ad esempio George Clooney o Brad Pitt per gli uomini, e Julia Roberts o Nicole Kidman per le donne) dimostra che il divismo deve ancora morire. Ricordiamo alcuni personaggi che ne furono più o meno protagonisti: Marlon Brando, Paul Newman, Sophia Loren, Alain Delon, Brigitte Bardot; e ancora: Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Lana Turner, Jane Russell, Tyron Power, Kim Novak, Norma Shearer, Jean Harlow, Cary Grant, Clark Gable, Bette Davis, Joan Crawford, Gary Cooper, Rita Hayworth.

Abbiamo parlato di...

Brigitte Bardot

Attrice cinematografica francese. Iniziò la sua carriera nel 1952 con il film Le trou normand, ma si rivelò solamente nel 1956 interpretando Piace a troppi, diretto da Roger Vadim, che ottenne un grande successo presso il pubblico. Raggiunse l'apice della popolarità negli anni Sessanta, interpretando decine di film (tra cui La ragazza del peccato, 1958, di C. Autant-Lara, La verità, 1960, di H.G. Clouzot, e Vita privata, 1961, di L. Malle) e divenendo il mito di un'intera generazione. Nel 1973 si ritirò dalle scene, dedicandosi esclusivamente alla propaganda ecologica e all'attività di salvaguardia e protezione degli animali in estinzione (n. Parigi 1934).

Humphrey Bogart

Attore cinematografico e teatrale statunitense. Figlio di un medico e di un'attrice, partecipò alla prima guerra mondiale nella Marina; congedato, lavorò per breve tempo nell'ambiente dell'alta finanza di Wall Street. Dopo l'esordio teatrale nel 1920 in teatri di provincia, nel 1922 debuttò a New York interpretando parti di secondo piano in commedie teatrali moderne. Sullo schermo comparve per la prima volta nel 1930, arrivando al successo nel 1936 con La foresta pietrificata, sostenendo da allora soprattutto parti di gangster cinico e senza scrupoli. I migliori risultati della sua carriera di attore cinematografico furono dovuti alla sua collaborazione col regista John Huston, che lo diresse nei film Il Tesoro della Sierra Madre del 1948 e in La regina d'Africa (che gli valse l'Oscar nel 1952). Tra gli altri film interpretati da Bogart, in cui per lo più sostenne il ruolo di un uomo solitario impegnato in una romantica lotta contro la società, ricordiamo Casablanca (1942), L'ammutinamento del Caine (1954), Non siamo angeli (1955), La mano sinistra di Dio (1955), Il colosso d'argilla (1956) (New York 1899 - Los Angeles 1957).

Marlon Brando

Attore teatrale e cinematografico statunitense. Dopo l'esordio teatrale a Broadway (fu protagonista di Un tram che si chiama desiderio, di T. Williams, diretto da E. Kazan) frequentò i corsi dell'Actor's Studio ed esordì in ambito cinematografico nel 1950 con Uomini di F. Zinnemann, cui seguì la versione cinematografica di Un tram che si chiama desiderio (1951), ancora diretto da Kazan, con il quale lavorò anche in Viva Zapata! (1952). Seguirono Giulio Cesare (1953), di J. Mankiewicz e, nel 1954, Il selvaggio di L. Benedek e Fronte del porto, ancora di Kazan in cui la recitazione di Brando si confuse con un duro realismo. Anticonformista, passionale e spregiudicato sul set come nella vita privata, dopo una serie di apparizioni discontinue nel cinema (tra cui Bulli e pupe, 1955, e I giovani leoni, 1958), Brando si cimentò nella regia con I due volti della vendetta (1960), in cui tentò, con una certa intelligenza, di rinnovare il filone del film western. Seguirono altri film di varia intensità (L'ammutinamento del Bounty, 1962, di L. Milestone; La caccia, 1966, di A. Penn; La contessa di Hong Kong, 1967, di Ch. Chaplin; Riflessi in un occhio d'oro, di J. Huston), fino alle convincenti interpretazioni de Il Padrino di F.F.Coppola, che gli valse nel 1972 un Oscar (peraltro rifiutato per ragioni politiche), e di Ultimo tango a Parigi di Bertolucci (sempre del 1972), che suscitò non poco scalpore per le sue vicende giudiziarie connesse ad alcune sequenze ritenute troppo spinte. Da allora diradò notevolmente le sue apparizioni cinematografiche interpretando, nel 1980, Apocalypse Now, di Coppola e, dopo una lunga assenza, Un'arida stagione bianca (1989), un film denuncia diretto da E. Palcy sull'apartheid sudafricano. Del 1990 fu l'apparizione nel film commedia Il boss e la matricola, di A. Bergman, seguito da Don Juan De Marco (1995), di J. Leven, L'isola del dottor Moreau (1996), di R. Stanley e In fuga con il malloppo (1999), di Y. Simoneau, e The Score (2001), di F. Oz (Omaha, Nebraska 1924 - Los Angeles 2004).

Marlon Brando

Marlon Brando

Marlon Brando ne "Il Padrino" (1971) di Francis Ford Coppola

Marlon Brando ne "Il Padrino" (1971) di Francis Ford Coppola

Bette Davis

Nome d'arte di Ruth Elizabeth Davis. Attrice teatrale e cinematografica americana. Interprete in grado di lavorare sia in ruoli comici, sia in ruoli drammatici, esordì in teatro nel 1928 con The Earth Between, varcando, nel 1931, i confini di Hollywood. Ottenne due premi Oscar, con Paura d'amare (1935) e con Figlia del vento (1938). Tra i suoi film più noti, ricordiamo: Le piccole volpi (1941), Eva contro Eva (1950), Che fine ha fatto Baby Jane? (1963), La noia (1963), Lo scopone scientifico (1972), Assassinio sul Nilo (1978), Le balene d'agosto (1987) (Lowell, Massachusetts 1908 - Neuilly, Parigi 1989).

Marlene Dietrich

Pseudonimo di Maria Magdalena von Losch. Attrice cinematografica tedesca. Dopo alcuni film muti girati a Berlino, fu scelta dal regista tedesco J. von Sternberg per interpretare L'angelo azzurro (1929). Questo film riscosse un eccezionale successo che portò l'attrice a un contratto con la Paramount, importante casa cinematografica statunitense. Tra i lavori interpretati dall'artista ricordiamo: Marocco (1930); Disonorata (1931); Shanghai Express (1932); Venere bionda (1932); L'imperatrice Caterina (1934); Capriccio spagnolo (1935). Lavorò in seguito con altri importanti registi: con R. Mamoulian in Il cantico dei cantici (1933); con E. Lubitsch in Angelo (1937); con R. Clair in L'ammaliatrice (1940); con A. Hitchcock in Paura in palcoscenico (1950); con F. Lang in Rancho Notorius (1952); con B. Wilder in Testimone d'accusa (1957); con O. Welles in L'infernale Quinlan (1958); con S. Kramer in Vincitori e vinti (1961) (Berlino 1901 - Parigi 1992).

Marlene Dietrich

Marlene Dietrich

Clark Gable

Attore cinematografico statunitense. Ottenne un Oscar nel 1934 con Accadde una notte, divenendo ben presto popolare per le interpretazioni di personaggi allegri, generosi e spavaldi. Tra i film interpretati: Sui mari della Cina (1935), La tragedia del Bounty (1935), San Francisco (1936), Saratoga (1937), Via col vento (1939), Suprema decisione (1949), Indianapolis (1950), Gli spostati (1960) (Cadiz, Ohio 1901 - Hollywood 1961).

Greta Garbo

Nome d'arte di Greta Lovisa Gustavsson. Attrice cinematografica svedese naturalizzata americana. Dopo aver studiato per tre anni all'Accademia d'arte drammatica del Royal Theater di Stoccolma, nel 1923 esordì nel cinema con La leggenda di Gösta Berling di Mauritz Stiller, riportando un notevole successo, confermato nella pellicola seguente, La via senza gioia di Pabst (1925). Nel 1926 si recò negli Stati Uniti per girare alcuni film prodotti dalla Metro-Goldwyn-Mayer, tra cui Il torrente e La tentatrice, di F. Niblo. La sua notorietà oltreoceano aumentava con il passare degli anni tanto da venire soprannominata, per le sue caratteristiche di donna fatale e dal grande fascino, "la Divina ". Apparve in molti lavori di livello artistico differente. Diretta da C. Brown in La carne e il diavolo (1927) e da E. Goulding nella prima versione, muta, di Anna Karenina intitolata Love (1928), Garbo esordì nel sonoro con Anna Christie (1930), cui seguirono: Mata Hari (1931); Grand Hotel (1932); Come tu mi vuoi (1932); La regina Cristina (1933) con il quale riportò un autentico trionfo, rinnovato con una seconda versione sonora di Anna Karenina, interpretata nel 1935 al fianco di Fredrich March, per la regia di C. Brown, che la diresse anche in Maria Walewska (1937). La sua carriera toccò l'apogeo con Ninotchka di E. Lubitsch (1939) e si concluse dopo le fredde accoglienze riservate dal pubblico a Non tradirmi con me (1941) (Stoccolma 1905 - New York 1990).

Cary Grant

Nome d'arte di Archibald Alexander Leach. Attore statunitense di origine inglese. Esordì interpretando piccole parti in teatro sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. I suoi primi film furono Venere bionda, (1933) con Marlene Dietrich, e I'm no angel (1933), con Mae West. Si affermò soprattutto come attore brillante in una serie di commedie tipicamente hollywoodiane come L'orribile verità (1937), Susanna (1938), Incantesimo (1938), Scandalo a Filadelfia (1940). Con la regia di Hitchcock girò Il sospetto (1941), Notorius (1946), Caccia al ladro (1955). Altri suoi film di successo furono Arsenico e vecchi merletti (1944), Il ribelle (1944), Indiscreto (1958), Sciarada (1963) (Bristol 1904 - Davemport, Iowa 1986).

Cary Grant e Grace Kelly in "Caccia al ladro" (1955) di Alfred Hitchcock

Cary Grant e Grace Kelly in "Caccia al ladro" (1955) di Alfred Hitchcock

Rita Hayworth

Pseudonimo di Margarita Carmen Cansino. Attrice cinematografica americana. Discendente da una celebre dinastia di ballerini spagnoli, debuttò come danzatrice, e apparve per la prima volta sugli schermi in La nave di Satana (1935), interpretando in seguito Eroi senza gloria (1939) e Sangue e arena (1941). Divenne popolarissima durante la guerra per due film-rivista, Fascino (1944) e Stanotte e ogni notte (1945). Con Gilda (1946) ebbe la consacrazione definitiva a star del cinema hollywoodiano, rappresentando la donna dalla bellezza sconvolgente. Successivamente interpretò Bellezze in cielo (1947), La signora di Shangai (1948), diretto da O. Welles, suo secondo marito, Trinidad (1952), Pioggia (1953), Pal Joey e Fuoco nella stiva (1957), Tavole separate (1958), Cordura (1959), Il circo e la sua grande avventura (1964), The Money Trap (1965) (New York 1918-1987).

Sophia Loren

Pseudonimo di Sofia Scicolone. Attrice cinematografica italiana. Tra le più importanti attrici italiani del secondo dopoguerra, interpretò indifferentemente ruoli drammatici e brillanti. Tra i suoi film ricordiamo: L'oro di Napoli (1954), Orchidea nera (1958, premiato a Venezia), La ciociara (1960, premio Oscar), Matrimonio all'italiana (1964), Lady L (1965), La contessa di Hong-Kong (1966), C'era una volta (1967), Una giornata particolare (1977), Fatto di sangue.... (1978). Successivamente è stata protagonista di film per la TV, tra cui Madre coraggio (1987), Mamma Lucia (1988) e la rivisitazione de La ciociara (1989). Nel 1991 le è stata conferita la carica di cavaliere della legione francese e le è stato assegnato l'Oscar alla carriera. Nel 1996 ha interpretato il film That's amore, cui hanno fatto seguito Soleil (1997), di R. Hanin, Francesca e Nunziata (2001) di L. Wertmüller, e Cuori estranei (2002), diretto dal figlio E. Ponti (n. Roma 1934).

Un primo piano di Sophia Loren

Un primo piano di Sophia Loren

I settant'anni di Sofia Loren

Tre casi esemplari

Alcuni divi sono entrati nella leggenda per ragioni particolari legate alla loro fine prematura o alla loro giovane età. Una di essi è Marylin Monroe (1926-62), l'ultima grande star di Hollywood, scomparsa in circostanze misteriose, probabilmente suicida. Ammaliante regina dello schermo, la Monroe ha rivestito un ruolo di primissimo piano nella storia del costume. Con le impegnative prove drammatiche di Niagara (1953) e La magnifica preda (1954), e con le deliziose interpretazioni di Gli uomini preferiscono le bionde (1953), Come sposare un milionario (1953) e Quando la moglie è in vacanza (1955) ha incantato col suo fascino milioni di spettatori, e ha definitivamente liquidato il mito della vamp sostituendolo con una sensualità spiritosa e candida. Il fascino del ribelle tormentato e malinconico circonda ancora la figura di James Dean (1931-1955), attore scomparso all'età di 24 anni per un incidente stradale, dopo aver interpretato solo tre film. Con La valle dell'Eden (1956), Gioventù bruciata (1955) e Il gigante (1956), James Dean divenne il simbolo dell'inquietudine, dell'insicurezza e dell'esasperato bisogno di affetti tipici della sua generazione. Il suo modo di vestire (giaccone di pelle nera e blue-jeans) divenne in molti paesi l'uniforme ideale dei giovani. Quando l'attore morì moltissimi giovani ne restarono sconvolti così come lo erano state le loro madri per la morte di Rodolfo Valentino.

James DeanJames Dean

James DeanJames Dean

Il divismo non ha risparmiato neppure i bambini. Il "fenomeno anni Trenta" Shirley Temple (n. 1928) all'età di quattro anni era già una piccola specialista di tip tap, il ballo ritmato dalle apposite scarpette laminate che verrà portato a vette eccelse di perfezione dalla coppia di danzatori cinematografici Ginger Rogers/Fred Astaire. Tra il 1932 e il 1940 la piccola grande attrice interpretò una serie ininterrotta di pellicole, arrivando a guadagnare compensi da star. I critici non risparmiavano critiche ai suoi film sebbene sottolineassero le sue doti di ballerina, attrice, cantante e nonostante le sue apparizioni al fianco di attori del calibro di L. Barrymore o G. Cooper.

Abbiamo parlato di...

James Dean

Pseudonimo di James Byron Dean. Attore cinematografico statunitense. Allievo dell'Actors' Studio di L. Strasberg, esordì sullo schermo nel 1951, interpretando ruoli minori nei film Attente ai marinai di H. Walker e I figli della gloria di S. Fuller. Nel 1954 si distinse come migliore attore esordiente, nell'opera teatrale L'immoralista, tratta dall'omonimo romanzo di A. Gide. L'anno seguente il regista E. Kazan lo scelse per il film La valle dell'Eden, nel quale interpretò il ruolo di un adolescente ribelle nei confronti della famiglia e della società. Ottenuto un vasto successo, fu chiamato a interpretare un nuovo film, Gioventù bruciata (1955), di N. Ray, riuscendo a tradurre sullo schermo le inquietudini e le insicurezze della sua generazione. Poco prima della sua morte, avvenuta in conseguenza di un incidente automobilistico, l'attore finì di girare Il gigante (1956, uscito postumo) di G. Stevens (Fairmount, Indiana 1931 - Paso Robles, California 1955).

James Dean con Liz Taylor ne "Il gigante" (1956) di G. Stevens

James Dean con Liz Taylor ne "Il gigante" (1956) di G. Stevens

Marilyn Monroe

Pseudonimo di Norma Jean Baker Mortenson. Attrice cinematografica statunitense. Dopo aver recitato alcuni ruoli minori nei film Giungla d'asfalto (1950) ed Eva contro Eva (1950), nel 1953 le fu assegnata la parte di protagonista nella pellicola Niagara, del regista H. Hathaway. Impostasi all'attenzione del pubblico per la sua bellezza e sensualità nei film Gli uomini preferiscono le bionde (1953) di H. Hawks e Come sposare un milionario (1953) di J. Negulesco, la Monroe recitò in seguito, sotto la guida di B. Wilder, in Quando la moglie è in vacanza (1955), pellicola che le diede l'opportunità di mostrare la sue doti di attrice brillante. Trasferitasi a New York per frequentare l'Actors' Studio, interpretò in seguito Fermata d'autobus (1956) e, dopo aver costituito, nel 1957, una casa di produzione indipendente, realizzò con Laurence Olivier Il principe e la ballerina. Seguirono: A qualcuno piace caldo (1959), per la regia di B. Wilder, nella quale recitò a fianco di T. Curtis e J. Lemmon; Facciamo l'amore (1960); Gli spostati (1961). Le cause della sua morte non vennero mai del tutto chiarite (Los Angeles 1926 - Hollywood 1962).

Marylin Monroe

Marylin Monroe

Shirley Temple

Attrice cinematografica statunitense. Esordì bambina, a soli tre anni, divenendo ben presto la più famosa delle star-bambine, molto di moda nella Hollywood degli anni Trenta. Interpretò soprattutto film nei quali la sua presenza a volte diventava veicolo di parodia nei confronti del mondo degli adulti. Tra i suoi successi del primo periodo ricordiamo: Il trionfo della vita (1934), di H. MacFadden; Riccioli d'oro (1935), di I. Cummings; Capitan Gennaio (1936), di D. Butler; Alle frontiere dell'India (1937), di J. Ford; La piccola principessa (1939), di W. Lang. Successivamente il suo successo andò scemando (degno di nota rimane però Il massacro di Fort Apache, 1944, di J. Ford). Si dedicò quindi alla politica, rappresentando gli Stati Uniti all'ONU (1969-70) e divenendo ambasciatrice statunitense in Ghana (1974-76) e in Cecoslovacchia (1989-92) (n. Santa Monica 1928).

Cinema e società

Nei primi anni della sua vita il cinema rappresentava essenzialmente un mezzo di totale evasione, la via che il pubblico aveva per dimenticare, sebbene per poco tempo, i problemi e le difficoltà quotidiane vivendo attraverso lo schermo vite ed esperienze che non gli appartenevano. L'approccio ludico nei confronti del cinema è continuato fino ai giorni nostri, unendo sempre più spesso alla piacevolezza della vicenda raccontata numerosi ed eclatanti esempi di spettacolarità. In questo senso sono da interpretare i successi di commedie brillanti, gialli, musical, ma anche kolossal del calibro di Ben Hur (1959), di W. Wyler, Guerre Stellari (1977 e oltre, fino al 2005), di G. Lucas, o Titanic (1997), di J. Cameron. Il pubblico arriva ad identificarsi con i protagonisti del film influenzando anche le proprie abitudini di vita vorticosamente risucchiate dal dilagare di mode e atteggiamenti comuni (vedasi in questo senso il rilancio della disco-music dopo La febbre del sabato sera, 1977, di J. Badham, o ancora il ritorno in auge della musica degli anni Cinquanta e Sessanta dopo film come American Graffiti, 1973, di G. Lucas, Grease, 1978, di R. Kleiser, o Il Grande Freddo, 1983, di L. Kasdan). Ma è spesso praticato anche il percorso inverso, ovvero quello che dalla società - e dalla sua analisi più o meno critica - porta alla cinematografia. È il cosiddetto cinema di denuncia (vedi oltre), paladini del quale sono stati, dopo gli iniziali cineasti sovietici, soprattutto gli autori statunitensi e, in epoca recente, dell'Est europeo, del Medio Oriente, dell'Estremo Oriente e dell'America Latina.

I GENERI CINEMATOGRAFICI

La produzione cinematografica può essere classificata raccogliendo sotto una stessa voce i film che possiedono uno o più tratti in comune, ottenendo così classi di film definite da una o più caratteristiche condivise. Può essere questo il caso di film realizzati da uno stesso regista (ad esempio, tutti i film di Federico Fellini) o quello di film prodotti in un dato Paese, in un certo periodo (ad esempio, il Neorealismo italiano). Un'altra classificazione dei film è quella che si realizza attraverso i generi. È questo il tipo più comune di classificazione, sebbene risulti spesso abbastanza difficile da stabilire in quanto i criteri adottati non sono sempre chiaramente definiti. A grandi linee, possiamo dire che un genere raggruppa una serie di film che presentano affinità di carattere formale o contenutistico, anche se differiscono per elementi espressivi non essenziali. Il fatto che vengano prodotti film "di genere", corrisponde anche a un'organizzazione del sistema di produzione e di distribuzione cinematografico poiché ogni genere ha un suo pubblico e quindi un suo mercato, spesso condizionato anche da fenomeni di moda. Non è un caso se i generi più nettamente caratterizzati hanno come Paese d'origine gli Stati Uniti. È lì in effetti che per molto tempo l'industria cinematografica è stata la più fiorente e la meglio organizzata. Per tutta quella che è stata chiamata la grande epoca del cinema hollywoodiano (1930-1960) i generi fiorirono senza tregua e ogni casa importante cinematografica si specializzò in uno o più filoni.

Le case cinematografiche e i generi da esse prodotti

Quando si parla di case cinematografiche che hanno fatto la storia della cinematografia è quasi sottinteso che si intenda parlare di case cinematografiche statunitensi. Esse vengono normalmente classificate in Majors, ovvero gli studios maggiori, dotati delle più importanti modalità produttive, e Minors, ovvero gli studios meno potenti ma ugualmente competitivamente interessanti. Tra le Majors, la più antica è la Paramount, che, se inizialmente interessata alle grandi produzioni, durante gli anni Quaranta si concentrò soprattutto sul noir (La fiamma del peccato, Il terrore corre sul filo), quindi sui colossal e sulle opere di Hitchcock. La Warner, prima a produrre un film sonoro (Il cantante di jazz, 1927), fu la paladina del cinema sociale, ma non disdegnò il cinema-spettacolo e, a partire dagli anni Cinquanta, i film di stampo intellettuale (produsse i lavori di Kazan, Pakula, Kubrick, ecc.). La Metro Goldwin Mayer, la più potente delle Majors, si dedicò soprattutto a produzioni storiche, fantastiche, di guerra, western, e anche a commedie musicali e melodrammi di notevole successo (Via col vento, 1939) o a drammi polizieschi, psicologici e sociali (Giungla d'asfalto, 1950; Il seme della violenza, 1955). La RKO, attiva dal 1929 al 1957, fu tra i maggiori produttori di western, horror e film di guerra prima di venire assorbita dal miliardario H. Hughes che la portò alla rovina. La 20th Century Fox, nata nel 1935, si occupò di film destinati a divenire ben presto dei classici della cinematografia (Furore, 1940; Sfida infernale, 1946; Gli uomini preferiscono le bionde, 1953) e, dopo le difficoltà degli anni Sessanta, conobbe una stagione molto positiva segnata dai successi di M.A.S.H. (1970) e soprattutto dalla saga di Guerre stellari. Tra le Minors le più importanti rimangono la Universal (nata nel 1912 e orientata soprattutto verso il cinema fantastico - Il fantasma dell'opera, 1922, Dracula, 1931 - fu, negli anni Settanta, produttrice di film quali Airport, 1970, Duel, 1972, e Lo squalo, 1975), la United Artists (nata nel 1919, produsse gli ultimi film di Griffith, i primi noir - Scarface, 1932 -, i primi lavori di Korda, Hitchcock, Sternberg, Chaplin, Aldrich, Kubrik e Allen, e, negli anni Settanta, film quali Rocky, Ultimo tango a Parigi e Qualcuno volò sul nido del cuculo), la Columbia Picture (inizialmente dedida alle commedie di Capra e McCarey, quindi decisamente orientata verso il cinema spettacolare). La tendenza odierna è quella che porta alla figura dell'attore-produttore-realizzatore: conseguentemente l'appartenenza di un film ad uno o a un altro genere si è liberata da qualsiasi esigenza di tipo produttivo.

Il comico

Possiamo affermare che la nascita del genere comico coincida con la nascita del film a soggetto, e che entrambi si siano affacciati alla ribalta già nella memorabile sera del 28 dicembre 1895, perché fra i tanti piccoli film presentati dai fratelli Lumière ce n'era uno, L'innaffiatore innaffiato, costituito da una gag che moltissimi comici avrebbero ripreso in seguito, anche inconsapevolmente. Un giardiniere sta innaffiando il giardino con la sua pompa quando, ad un tratto, un ragazzino gli arriva alle spalle e, senza farsi vedere, interrompe il flusso dell'acqua mettendo un piede sul tubo di gomma. Il giardiniere, perplesso, porta la canna vicino agli occhi per rendersi conto di cosa stia succedendo, e il monello toglie il piede dal tubo: naturalmente, l'acqua innaffia l'innaffiatore, inzuppandolo tutto. Senza saperlo, i Lumière avevano già creato i presupposti per uno dei meccanismi fondamentali dell'effetto comico che si manifesta attraverso la presentazione di una situazione imbarazzante o addirittura frustrante per il protagonista. Un altro meccanismo sfruttato per generare comicità consiste nella ridicolizzazione di scene di aggressività e di violenza, un ingrediente abituale delle cosiddette "comiche finali", piccoli film che nei primi anni della storia del cinema venivano proiettati alla fine del programma principale, come appendici divertenti. Queste scenette di cinque-sei minuti rappresentavano sempre lo stesso schema di base: una gag o una serie di gag frenetiche dalle quali prende origine un movimentatissimo inseguimento, magari a bordo delle prime automobili. È la slapstick comedy, il cinema dell'assurdo e dell'imprevedibile, delle torte in faccia, dei Keystone Cops (poliziotti aggressivi e inetti, protagonisti delle catastrofiche rincorse) e delle bathing beauties (le bellezze al bagno). Il genere ebbe immediatamente successo, e ben presto i film comici cominciarono ad allungarsi nella durata e a conquistare la "prima visione". Il regista più famoso era il grande Mack Sennett (1880-1960), alla cui scuola si formarono attori di talento come Harry Langdon, Fatty Arbuckle, Ben Turpin, e gli ineguagliabili Charles Chaplin (1889-1977) e Buster Keaton (1895-1966). Charlot, il personaggio creato da Chaplin, un vagabondo dal cuore d'oro ed eternamente perseguitato dalla sfortuna, aveva particolari tratti caratteristici: corporatura regolare, maschera di intensa mobilità espressiva, baffetti ironici. Anche l'abbigliamento di Charlot si presentava nettamente particolare: bombetta, giacchetta attillata, pantaloni troppo larghi, scarpe enormi e un bastone di bambù che Chaplin faceva roteare con il tipico movimento che accompagnava la sua andatura a passetti brevi e scattanti. Regista di se stesso a partire dal 1914, Chaplin perfezionò il suo personaggio in numerosi cortometraggi. Il suo primo lungometraggio fu il fortunatissimo Il monello (1921) nel quale Chaplin moltiplicò le note polemiche contro la società, pronta a schiacciare gli uomini liberi con il peso della sua ipocrisia e ad emarginare i poveri con l'aiuto della polizia. Seguirono poi La febbre dell'oro (1925) e Il circo (1928), quindi i capolavori Le luci della città (1931) e Tempi moderni (1936), in cui l'attore-regista rifiutò il sonoro e attaccò la società dello sfruttamento e della meccanizzazione. Con Chaplin, il più grande attore del cinema comico fu sicuramente Buster Keaton, soprannominato "faccia di pietra". Straordinario acrobata, Buster Keaton costruì un personaggio profondamente umano, impassibile ed eroicamente positivo, che reagiva alle difficoltà della vita con una fermezza morale più forte di tutto, persino delle catastrofi naturali, e con la volontà di superare qualsiasi delusione. Fra gli altri grandi comici dell'epoca del muto vogliamo ricordare anche Larry Semon (1889-1928), conosciuto in Italia col nome di Ridolini; Harold Lloyd (1893-1971), personificazione dell'ottimismo americano; Stan Laurel (1890-1965) e Oliver Hardy (1892-1957), ossia Stanlio e Ollio, dotati di una comicità ora surreale ora meccanica, comunque di sicuro fascino, al di là della discontinuità delle prove offerte.

Stan Laurel e Oliver Hardy

Stan Laurel e Oliver Hardy

Con l'avvento del sonoro, il cinema comico non propose più talenti così alti, fatta eccezione per il trio dei Fratelli Marx, i cui film furono un insieme di fantasie folli condotte a ritmo indiavolato. I Marx continuarono la grande tradizione del comico anglosassone, ma seppero sfruttare alla perfezione la novità del parlato, sia attraverso i fulminanti giochi di parole di Groucho che mediante il suo esatto contrario, il mutismo di Harpo, sostenuto da una mimica fanciullesca. E in mezzo c'era Chico, dalla voce cupa e dialettale. Abilissimi musicisti (in ogni loro film c'è almeno un numero musicale), i Marx arricchirono con un marchio tipicamente surreale e anarchico il meccanismo del nonsenso. A partire dagli anni '40 il comico cominciò a scivolare nella commedia brillante, perdendo via via sempre più specificità di genere. Forse il solo Jerry Lewis ha saputo attualizzare ancora nel parlato le regole d'oro che fecero la fortuna della grande scuola americana del muto. E non a caso l'ultimo grande comico apparso sulla scena dal '60 in poi fu il geniale mimo francese Jacques Tati, che nei cinque film da lui diretti ed interpretati fece assumere alla parola un ruolo nettamente inferiore rispetto alla mimica. Un posto a parte è occupato dal regista e attore Woody Allen, considerato il maggior erede della tradizione comica dei fratelli Marx, che con film come Io e Annie (1977), Manhattan (1979), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984) o Misterioso omicidio a Manhattan (1993), mette in scena uno humor che ha nelle sue componenti ebraiche e nella sua ambientazione prettamente newyorkese i suoi punti caratteristici. Una segnalazione a parte meritano, inoltre, i film diretti da John Landis ed interpretati da John Belushi (Animal House e The Blues Brothers), così come quelli di Mel Brooks (Per favore non toccate le vecchiette, 1968; Frankenstein junior, 1974; L'ultima follia di Mel Brooks, 1976; Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, 1993) e dal trio Zucker-Abrahams-Zucker (L'aereo più pazzo del mondo, 1980; Per favore ammazzatemi mia moglie, 1986; Top Secret, 1987). Il genere comico ha trovato grandi interpreti anche in ambito italiano. Se durante gli anni Cinquanta e Sessanta il comico era considerato solo uno degli aspetti della cosiddetta commedia all'italiana (nella quale brillavano per bravura e talento Totò, A. Sordi, A. Fabrizi, W. Chiari, U. Tognazzi, N. Manfredi), dopo la parentesi parodistico-farsesca dominata dal duo Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, negli anni Settanta e Ottanta al comico si dedicarono attori e registi che quasi esclusivamente in quel campo concentrarono le proprie energie. Tra essi ricordiamo soprattutto i comici regionali, quelli cioè che contestualizzavano la propria produzione in ambienti ristretti a loro comuni: Carlo Verdone, per quanto riguarda il Lazio; Massimo Troisi, per la Campania; Roberto Benigni, seguito da Alessandro Benvenuti, Francesco Nuti, Leonardo Pieraccioni, per la Toscana. Altro importante filone è quello del cosiddetto cinema comico-demenziale, inaugurato negli anni Settanta da Paolo Villaggio con il personaggio di Fantozzi, ed esasperato, con risvolti spesso di tipo volgare, da attori quali Renato Pozzetto, Massimo Boldi, Ezio Greggio, Enzo Iachetti, Teo Teocoli, Christian de Sica, Jerry Calà. Posto a parte meritano Maurizio Nichetti, dalla comicità fine e nostalgica, e i protagonisti del cosiddetto cinema comico di sinistra, tra i quali si ricordano Claudio Bisio, Diego Abatantuono (emigrato proprio dal genere demenziale), il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ecc.

Abbiamo parlato di...

Charles Spencer Chaplin

Regista e attore cinematografico inglese. Nato a Londra alla fine dell'epoca vittoriana, trascorse l'infanzia in un clima di estrema precarietà con i genitori, artisti del music-hall. Scoperto da Fred Karno, sostenitore della grande tradizione della pantomima inglese, venne ingaggiato con il fratello Sidney per una serie di spettacoli. Recatosi in tournée a Parigi, approdò infine negli USA, dove nel 1913 incontrò Mack Sennet che ne determinò l'ingresso nel mondo del cinema. Fece il suo apprendistato nei film girati per la Keystone, comparendo in un primo tempo in parti per nulla dissimili da quelle recitate da altri attori comici che lo circondavano, anche se particolarmente osteggiato fu il suo stile pantomimico che mal si accordava all'azione convulsa e precipitosa dei film di Sennet e alle esigenze espressive dei registi, che giunsero a rifiutarlo come loro attore. Infine persuase Sennet a farlo recitare alla sua maniera ponendosi nel frattempo alla ricerca di una maschera personale. Concepì allora l'idea di fare una caricatura a un dandy, con bastoncino e bombetta al posto del cilindro, baffi a spazzolino, panciotto enorme nonché un paio di scarpe vecchie. Tra i moltissimi e brevi film girati per la Keystone, comparvero nel 1914, per la regia di P. Lehrman: Making a Living, Charlot si distingue, Charlot e il parapioggia, e per la regia e sceneggiatura di Chaplin stesso, Charlot garzone di caffè, Charlot e Fatty boxeurs, Dietro le quinte, Charlot re per un giorno e Il romanzo di Tillie. Il successo gli assicurò una serie di contratti e la disponibilità economica da consentirgli, nel 1919, la fondazione, insieme a David Griffith, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, della United Artists (vedi LE CASE CINEMATOGRAFICHE E I GENERI DA ESSE PRODOTTI)). Nel 1921 apparve il suo primo lungometraggio, Il monello, cui seguirono Giorno di paga (1922), Il pellegrino (1923), La febbre dell'oro (1925) e Il circo (1928), caratterizzato da un'amarezza che sarà tipica di tutte le opere seguenti e renderà ancor più grande e sostanzialmente drammatica la sua comicità. Decisamente ostile alla comparsa del sonoro, dopo tre anni di accanito lavoro, portò finalmente a termine Luci della città (1931), film muto con sincronizzazione sonora, usata non per esprimere il suo pensiero, ma soltanto i discorsi degli altri e, a volte, rumori e suoni prodotti da lui stesso. La terribile esperienza della crisi economica del 1929 seppe dargli l'ispirazione per uno dei suoi capolavori, Tempi Moderni, apparso nel 1936 e di una tale chiarezza ideologica da essere proibito dai regimi fascisti. E proprio la consapevolezza della minaccia rappresentata per il mondo dal fascismo e dall'imminente guerra produsse il diretto impegno politico e sociale attestato da Il grande dittatore (1940). La fine della guerra segnò il definitivo abbandono del personaggio di Charlot, ma non della problematica da lui espressa. Nel 1952, però, ormai apertamente perseguitato dal maccartismo, diresse il suo ultimo film di Hollywood, Luci della ribalta, e nell'ottobre dello stesso anno si imbarcò alla volta dell'Europa, fermamente deciso a non ritornare in America, stabilendosi in Svizzera, presso Vevey. Nel 1957 l'ormai vecchio regista e attore, tornò agli schermi con Un re a New York, accolto con una certa perplessità. Nel 1960 l'università di Oxford gli conferì la Laurea honoris causa e nel 1964 comparve in tutto il mondo la raccolta delle sue memorie, pubblicate col titolo La mia autobiografia. L'ultimo film realizzato da Chaplin fu La contessa di Hong Kong (1967), per cui si avvalse dell'interpretazione di Sophia Loren e di Marlon Brando (Londra 1899 - Vevey 1977).

Charlie Chaplin, in "Luci della città"

Charlie Chaplin, in "Luci della città"

Charlie Chaplin nel film "Il vagabondo"

Oliver Hardy

Attore comico cinematografico statunitense. La sua carriera iniziò nel 1913 con Outwitting Dad (con il soprannome di Babe Hardy). Lavorò poi nella serie Blumpt and Runt (1916-18) e con Buster Keaton in Le tre età (1923). Nel 1928 incontrò Stan Laurel, col quale iniziò a fare coppia per una serie di comiche, sotto la direzione di L. McCarey. Lo schema base delle loro comiche era semplicissimo e invariabile: lo sfruttamento di una situazione comica in tutte le sue possibilità, portando via via l'azione al massimo della sua intensità, servendosi anche di gag a catena. Inoltre la loro comicità si basava sul diverso aspetto fisico dei due attori: magro Stan Laurel, grasso Oliver Hardy. Tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta interpretarono una serie di piccoli capolavori che comprende anche alcuni lungometraggi: Muraglie (1931), di J. Parrott; Il compagno B. (1932), di G. Marshall e R. McCarey; I figli del deserto (1933), di W. A. Seiter; Fra Diavolo (1933), di H. Roach e Ch. Rogers. Come per molti comici del "muto", anche per loro due l'avvento del sonoro rappresentò la fine del dominio incontrastato, e l'inizio di sempre maggiori difficoltà. La qualità dei loro film cominciò ad affievolirsi (la si ritrova soltanto in qualche frammento, spesso variazioni di short muti) sino alla mediocrità dei film girati durante la guerra o di Atollo K, di L. Joannon, girato in Francia nel 1950 (Harlem, Georgia 1892 - Burbank 1957).

Stan Laurel e Oliver Hardy nel film "I due legionari"

Buster Keaton

Pseudonimo di Joseph Francis Keaton. Nato nel 1895 da una coppia di attori - acrobati di music-hall, debuttò a sei anni in numeri nei quali spericolatezza e agilità erano entrambi ingredienti principali. Fece il suo ingresso nel mondo del cinema nel 1916, all'inizio facendo da spalla al comico Fatty Arbuckle, quindi come gag-man solista. Fu interprete di una serie di cortometraggi dal ritmo incalzante (ricordiamo: One Week, 1920; The Boat, 1921; Cops, 1922), quindi di lungometraggi da lui stesso diretti (L'amore attraverso i secoli, 1923; Accidenti che ospitalità!, 1923; La palla numero 13, 1924; Il navigatore, 1924; Le sette probabilità, 1925; Come vinsi la guerra, 1926; Cameraman, 1928), nei quali prestò il proprio volto triste e imperturbabile a personaggi la cui innocenza molto si avvicinava alla follia e al sogno. Con l'avvento del sonoro il suo successo scemò vorticosamente e la sua attività cinematografica andò via via diminuendo. Memorabili restano comunque le apparizioni in Viale del tramonto (1950), di B. Wilder, Luci della ribalta (1952), di Ch. Chaplin, e Film (1965), di A. Schneider, tratto da un lavoro del maestro del dramma dell'assurdo, S. Beckett (Pickway, Kansas 1895 - Hollywood, Los Angeles 1966).

Stan Laurel

Pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson. Attore comico cinematografico statunitense di origine inglese. Come molti altri comici del cinema muto americano, iniziò a recitare nei circhi e nei music-hall dove fu notato e scritturato per la Karno-Skerch con cui fece due tournée negli Stati Uniti, nel 1910 e nel 1913, quest'ultima con Ch. Chaplin; da allora la sua attività di comico non conobbe soste, esordendo sullo schermo nel 1917, inizialmente in pellicole a due bobine. Fece coppia con Larry Semon (Ridolini), poi interpretò le Stan Laurel Comedies; infine lavorò come regista, sceneggiatore, gagman alla produzione Pathé-Hal Roach; nel 1927 fece coppia per la prima volta con Oliver Hardy in Putting Pants on Philip (1927), di Leo McCarey, costituendo con lui la più celebre coppia del cinema comico americano. Il suo personaggio, ingenuo e allampanato, fu celebre anche in Italia con il nome di Stanlio (Ulverstone, Inghilterra 1890 - Santa Monica, California 1965).

Stan Laurel e Oliver Hardy nel film "I due legionari"

Jerry Lewis

Pseudonimo di Joseph Levitch. Attore e regista cinematografico statunitense. Giunto alla notorietà in coppia con il cantante-attore Dean Martin, espresse il meglio di sé più tardi come regista e protagonista di numerosi film in cui vengono evidenziati gli aspetti più paradossali della società americana. Fra i suoi migliori film ricordiamo: Il delinquente delicato (1957), Le folli notti del dottor Jerryll (1963), Jerry otto e tre quarti (1964), Bentornato picchiatello! (1980), Re per una notte (1983), Arizona Dream (1992). Nel 1999 ricevette il Leone d'oro alla carriera alla mostra del cinema di Venezia (n. Newark 1926).

Fratelli Marx

Attori comici teatrali e cinematografici statunitensi di origine ebreo-alsaziana. Inizialmente in cinque (Chico, Harpo, Gummo, Groucho, Zeppo), debuttarono nel 1910 con la madre Minnie Palmer e la zia in un programma musicale. Rimasti in quattro negli anni Venti in seguito al ritiro di Gummo, fecero trionfare a Broadway la loro comicità in particolare nelle commedie musicali. Il quartetto divenne trio quando, nel 1935, Zeppo abbandonò l'attività artistica. Caratteristici esponenti di una comicità di tipo surrealista e di un umorismo verbale, con dialoghi assurdi e scene paradossali accompagnate a brani musicali, i Fratelli Marx godettero di grande popolarità soprattutto negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, quando, con l'avvento del sonoro, il cinema si aprì ai più diversi generi di spettacoli musicali. Già nei primi film (The Cocoanuts, 1929; Animal Crackers, 1930) la loro comicità si fuse con i ritmi cinematografici, trovando completa corresponsione nelle pellicole successive, che decretarono il loro successo straordinario e ne fecero dei modelli per gli artisti e i comici del dopoguerra (si pensi a Jerry Lewis, a Mel Brooks e allo stesso Woody Allen). Tra i film più celebri citiamo: La guerra-lampo dei fratelli Marx (1933); Una notte all'Opera (1935); Un giorno alle corse (1937); Tre pazzi a zonzo (1939); Una notte a Casablanca (1946) e, l'ultimo, Amore sui tetti (1950). Groucho inoltre prese parte da solo al film Copacabana, dedicandosi poi, negli anni Sessanta, all'attività di sceneggiatore cinematografico (Chico: 1891-1961; Harpo: 1893-1964; Gummo: 1894-1977; Groucho: 1895-1977; Zeppo: 1901-1979).

Totò

Pseudonimo di Antonio De Curtis Gagliardi Griffo Focas Comneno principe di Bisanzio. Attore comico italiano. Iniziò giovanissimo la sua carriera artistica come macchiettista nei caffè-concerto e nei teatri di periferia prima a Napoli e poi a Roma. Il suo fisico, particolarmente adatto ad un ruolo in cui la deformazione caricaturale e la caratterizzazione grottesca erano parte essenziale, gli fu di grande aiuto nella creazione di personaggi che andavano via via acquistando una sempre maggior consistenza drammatica. Non lontano dalla tipica e burattinesca comicità che caratterizzava certe maschere della Commedia dell'Arte, Totò riuscì ad inoculare nella sua stessa mobilissima maschera una profondità umana e un fondo psicologico che costituivano un'impensabile novità nel campo della rivista e della commedia musicale. Passo dopo passo, attraverso le compagnie di avanspettacolo prima, la rivista e l'operetta poi, Totò riuscì ad affermarsi, nel periodo fra le due guerre mondiali, come uno dei maggiori e più originali comici italiani dell'epoca sebbene buona parte della sua comicità derivasse direttamente dalle innovazioni teatrali di E. Petrolini. Terminata la seconda guerra mondiale, Totò ebbe modo di riconfermare le sue grandi qualità in una serie di riviste di grande successo, tutte firmate da M. Galdieri (ricordiamo Che ti sei messo in testa? e Con un palmo di naso, del 1944; C'era una volta il mondo, del 1947; Bada che ti mangio, del 1949). Nel cinema Totò debuttò nel 1937 in Fermo con le mani, film diretto da G. Zambuto, cui seguirono Animali pazzi (1939), di C.L. Bragaglia, e San Giovanni decollato (1940), di A. Palermi. Tuttavia il vero grande successo cinematografico per Totò non arrivò che nel secondo dopoguerra. Si ricordano: Il ratto delle Sabine (1945), di M. Bonnard; I due orfanelli (1947), Fifa e arena (1948) e Totò al giro d'Italia (1948), di M. Mattioli; Yvonne la nuit (1949), di G. Amato; Totò cerca casa (1949), di Steno e M. Monicelli; I pompieri di Viggiù (1949), ancora di M. Mattioli; Totò le Mokò (1949), di C.L. Bragaglia; L'imperatore di Capri (1950), di L. Comencini. In altre occasioni poté esprimere, oltre alla propria innata vis comica, una profonda drammaticità interpretativa. E` il caso di: Guardie e ladri (1951), di Steno e M. Monicelli; Dov'è la libertà (1954), di R. Rossellini; Il guappo (1954), episodio di L'oro di Napoli, di V. De Sica; I soliti ignoti (1958), di M. Monicelli; I due colonnelli (1962), di Steno; Il comandante (1964), di P. Heusch; Uccellacci e uccellini (1966), di P.P. Pasolini. Fu altresì autore di canzoni (si ricorda Malafemmena) e di poesie (raccolte in 'A livella, 1964, e Dedicate all'amore, postumo 1977) (Avezzano, Napoli 1898 - Roma 1967).

La locandina di "Totò a colori" (1952) di Steno

La locandina di "Totò a colori" (1952) di Steno

Carlo Verdone

Attore e regista italiano. Durante i primi anni della sua attività artistica ha recitato in un piccolo teatro romano e ha girato film in super 8. Ha conosciuto il successo grazie alla televisione, che gli ha offerto la possibilità di presentare al grande pubblico i suoi personaggi bizzarri e caricaturali, tratti dalla vita di ogni giorno. Si è in seguito dedicato al cinema. Dopo i film Un sacco bello (1980) e Bianco, rosso e Verdone (1981), interamente costruiti intorno a personaggi-macchietta, si è rivolto al genere comico-sentimentale con Borotalco (1982) e Acqua e sapone (1983), seguiti da I due carabinieri (1984), Io e mia sorella (1988), Compagni di scuola (1988), Il bambino e il poliziotto (1989), Stasera a casa di Alice (1990), Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1991), Al lupo, al lupo (1992), Viaggi di nozze (1995), Sono pazzo di Iris Blond (1996), Gallo Cedrone (1998); C'era un cinese in coma (2000); Ma che colpa abbiamo noi (2003); L'amore è eterno finché dura (2004); Il mio miglior nemico (2006). Come attore è apparso nel 2000 in Zora la Vampira dei Manetti Bros e nel 2005 in Manuale d'amore di Giovanni Veronesi (n. Roma 1950).

Carlo Verdone

Carlo Verdone

Carlo Verdone in una intervista

Paolo Villaggio

Attore italiano. Fatti i primi passi nel cabaret e come intrattenitore sulle navi da crociera, è poi passato alla televisione e al cinema ottenendo un notevole successo di pubblico e di critica grazie alla riuscita comicità dei suoi personaggi più famosi, i ragionieri Ugo Fantozzi e Giandomenico Fracchia. Servili, ipocriti, vagamente inetti, entrambi i suoi personaggi sono presi a simbolo di una mentalità mediocre e arrivista destinata, per mancanza di coraggio, a scontrarsi con una realtà più potente e "famelica". Nel caso di Fantozzi, nato nel 1968 durante la trasmissione televisiva Quelli della domenica, prima di divenire personaggio cinematografico fu soprattutto personaggio letterario in una serie di racconti pubblicati su l"Europeo" che l'autore avrebbe in seguito raccolto in volume. Fra i suoi film più celebri ricordiamo: Fantozzi (1975) e Il secondo tragico Fantozzi (1976), entrambi per la regia di L. Salce e Fantozzi contro tutti (1980), diretto dallo stesso autore insieme a Neri Parenti, che sarebbe divenuto il regista degli altri fortunati film della serie durante gli anni Ottanta e Novanta, fino a Fantozzi 2000 - La clonazione (1999), diretto però da D. Saverni. Villaggio ha però a tratti svestito i panni dello sfortunato impiegato per partecipare ad altre produzioni. Si ricordano: Scuola di ladri (1986) e Scuola di ladri 2 (1987), di Neri Parenti; La voce della luna (1989), di F. Fellini, insieme a R. Benigni; Le comiche (1990) e Le comiche 2 (1991), ancora di Parenti; Il segreto del bosco vecchio (1993), di E. Olmi; Palla di neve (1995), di M. Nichetti; Denti (2000), di G. Salvatores; Heidi (2001), di M. Imboden; Gas (2005), di L. Melchionna; Hermano (2006), di G. Robbiano. Nel 2002 partecipò alla realizzazione della serie televisiva Carabinieri, in cui avrebbe lavorato anche nelle edizioni successive, e al film per la televisione San Giovanni - L'apocalisse, di R. Mertes. Nel 2004 fu Don Abbondio in Renzo e Lucia, trasposizione televisiva, diretta da F. Archibugi, dei Promessi Sposi manzoniani (n. Genova 1938).

Il Western

Genere presente quasi ininterrottamente nella storia del cinema americano, vide la nascita con The Great Train Robbery (1903), che nonostante la sua breve durata (circa 10 minuti), segnò, oltre a quella del western, la nascita di un cinema che si apriva ad una dimensione narrativa di un certo respiro, superando i limiti angusti della scenetta. Da sempre i temi maggiori del western sono: la fioritura e la repressione del banditismo, la marcia verso l'Ovest (il Wild West), la colonizzazione della terra, la costruzione della ferrovia transcontinentale, la corsa all'oro, la guerra di secessione e, soprattutto, la lotta contro i pellerossa. Nel western confluiscono avvenimenti storici, fatti di cronaca, tradizioni di letteratura colta e popolare, folclore musicale. Nella storia del genere si possono distinguere due fasi principali: l'una elementare, primitiva, mitica, che arriva fino agli anni Trenta, l'altra stilisticamente più consapevole e attenta alle ragioni della storia e della psicologia. Nelle "horse-operas" (racconti a cavallo) del muto, prodotte in serie e in maggior parte di breve o media lunghezza, l'attore-cow boy era il protagonista assoluto. Il primo fu Broncho Bill Anderson, il più famoso, almeno in Europa, Tom Mix (1880-1940), ma il più significativo, l'incarnazione più tipica dell'eroe forte e silenzioso del West, fu William S. Hart (1870-1946). In quel periodo opere notevoli furono Il grande sentiero (1930), di Raoul Walsh, e Billy the kid (1930), di King Vidor. Con l'avvento del sonoro il genere fu confinato nella produzione "minore", finché, intorno al 1939-40, si ebbe una fioritura di western di prestigio, fra i quali si ricorda Ombre rosse di John Ford. Dopo la seconda guerra mondiale il genere mise sempre più l'accento sulla storia, con un nuovo interesse per i nodi problematici della società e una maggiore comprensione per i pellerossa, mentre il tradizionale "eroe", l'invincibile e generoso re della prateria, si trasformò in un personaggio complesso, talvolta estraneo alla violenza, e persino in un antieroe. Da L'amante indiana di Delmer Daves e Il passo del diavolo di Anthony Mann, entrambi del 1950, i primi film del dopoguerra che abbiano cercato di assumere un atteggiamento più corretto e critico verso i pellerossa, si è giunti a Il piccolo grande uomo (1970) di Arthur Penn, interpretato da Dustin Hoffman, in cui la smitizzazione è totale (dello stesso genere anche Soldato Blu, 1970, di R. Nelson, Un uomo chiamato cavallo, 1970, di E. Silverstein, e Corvo rosso non avrai il mio scalpo, 1972,di S. Pollack). Il ventennio 1940-1960 non fu soltanto la grande stagione di John Ford (Sfida infernale,1946, Il massacro di Fort Apache, 1948, Rio Bravo, 1950, La carovana dei Mormoni, 1950, Sentieri selvaggi, 1956), ma anche quella di Howard Hawks, John Sturges, William A. Wellman, Budd Boetticher e, proprio in questo periodo, furono prodotti alcuni film di richiamo che, in vari modi, rinnovarono il genere, come Il mio corpo ti scalderà (1944), di Hughes (1944), Duello al sole, (1946), di King Vidor, Mezzogiorno di fuoco (1952), di Fred Zinnemann, Il cavaliere della valle solitaria (1953), di George Stevens, Johnny Guitar (1954), di Nicholas Ray (gli attori che maggiormente diedero il proprio volto ai personaggi di queste pellicole furono John Wayne, Robert Mitchum, Kirk Douglas, James Stewart, ecc.). A partire dagli anni Sessanta il processo di revisione critica si è accentuato: nei film di Sam Peckinpah, Arthur Penn, Richard Brooks, Abraham Polonsky, si trova un nuovo senso della storia, un'analisi delle origini della civiltà americana che investe e smonta il mito stesso della conquista dell'Ovest, rivelandone gli aspetti di sterminio e rapina, di violenza e sfruttamento. Di questo genere sono le pellicole: Chato (1972), di M. Winner, con Charles Bronson; E Johnny prese il fucile (1971), di D. Trumbo, con Timothy Bottoms; Gli avvoltoi hanno fame (1969), di D. Siegel; Butch Cassidy (1969), di G. R. Hill, con Robert Redford e Paul Newman; La notte brava del soldato Jonathan (1971), di D. Siegel, con C. Eastwood; Doc (1971), di F. Perry, con S. Keach; Il ritorno di Harry Collins (1971), di e con P. Fonda; L'uomo dai sette capestri (1972), di J. Huston, ancora con Newman; Stringi i denti e vai (1975), di R. Brooks, con Gene Hackman e Candice Bergen; Arriva un cavaliere libero e selvaggio (1977), di A.J. Pakula, con Jane Fonda e James Caan. Nel periodo 1965-68, in Italia si impose con grande successo di pubblico il cosiddetto "spaghetti-western", con opere di cineasti italiani. Tra questi film spiccano, per originalità e rigore, quelli di Sergio Leone (Per un pugno di dollari, 1964; Per qualche dollaro in più, 1965; Il buono, il brutto, il cattivo, 1966; C'era una volta il West, 1968; Giù la testa, 1971). Nella prima parte degli altri Ottanta il western era quasi sparito dal panorama della produzione mondiale, soprattutto perché al mito della conquista dell'Ovest si è sostituito quello dell'esplorazione dello spazio, e alla riflessione psicologica dei rapporti tra bianchi e pellerossa le altrettanto drammatiche tematiche emerse dalla guerra del Vietnam. Nuova vita però pare essere sorta dopo Silverado (1985), di L. Kasdan, cui seguirono: Young Guns (1988), di Ch. Cain; Balla coi lupi (1990), di K. Costner; Gli spietati (1992), di C. Eastwood; L'Ultimo dei Mohicani (1992), di M. Mann; Tombstone (1993), di G.P. Cosmatos; Sommersby (1993), di J. Anid; Maverick (1994), di R. Donner; Wyatt Earp (1994), di L. Kasdan; Wild, Wild West (1999), di B. Sonnenfeld; Hidalgo - Oceano di fuoco (2004), di J. Johnston; Terra di confine (2004), di K. Costner.

Abbiamo parlato di...

Dustin Hoffman

Attore statunitense. Diplomato in pianoforte e allievo di Lee Strasberg, iniziò a recitare in teatro verso la metà del 1960. Nel 1967 venne scelto da Mike Nichols per il film Il laureato (1967), col quale si impose all'attenzione della critica cinematografica. Il successo ottenuto con questo primo film continuò con i seguenti, Un uomo da marciapiede (1969), di J. Schlesinger; Il piccolo grande uomo (1970), di A. Penn; Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me? (1971), di U. Grosbard; Cane di paglia (1971), di S. Peckinpah, film nei quali Hoffman confermò la sua versatilità nel sostenere ruoli di vario tipo. Fra le sue interpretazioni successive, in cui diede vita a personaggi molto diversi tra loro, citiamo: Lenny (1975), di B. Fosse; Tutti gli uomini del presidente (1976), di A.J. Pakula; Il maratoneta (1976), di Schlesinger; Vigilato speciale (1978), di Grosbard; Kramer contro Kramer (1979), di R. Benton, col quale ha conquistato il premio Oscar; Tootsie (1982), di S. Pollack; Morte di un commesso viaggiatore (1985), di V. Schlöndorff; Ishtar (1987), di E. May; Rain man (1988), di B. Levinson, con cui ha conquistato il suo secondo Oscar; Dick Tracy (1990), di W. Beatty; Hook (1991), di S. Spielberg; Eroe per caso (1993), di S. Frears; Virus letale (1994), di W. Petersen; American Buffalo (1996), di M. Corrente; Sfere (1998), di B. Levinson; Giovanna d'Arco (1999), di L. Besson; Essere John Malkovich (1999), di S. Jonze; Moonlight Mile (2002), di B. Silbering; Mi presenti i tuoi? (2005), di J. Roach (n. Los Angeles 1937).

Dustin Hoffman

Dustin Hoffman

Robert Mitchum

Attore cinematografico statunitense. Nel 1942 debuttò nel cinema partecipando a film di guerra tra cui I forzati della gloria (1945), di W. Wellman, che gli fruttò una nomination agli Oscar, e a pellicole sui reduci come Anime ferite (1946) e Odio implacabile (1947), entrambi diretti da E. Dmytryk. Pur legato al genere d'azione (Notte senza fine, 1946, di R. Walsh; El Dorado, 1967, di H. Hawks), Mitchum rivelò una spiccata duttilità recitativa in film come Il temerario (1952), di N. Ray, o La morte corre sul fiume (1955), di Ch. Laughton. L'aspetto prestante e il volto espressivo gli diedero modo di partecipare a numerosi film, spesso nel ruolo di personaggi duri e a volte negativi. Tra le sue migliori interpretazioni: La magnifica preda (1954), di O. Preminger; Promontorio della paura (1962), di J. Lee Thompson; La battaglia di Midway (1976), di J. Smight; Gli ultimi fuochi (1976), di E. Kazan. È ricordato anche per aver dato il volto al celebre detective Ph. Marlowe, nato dalla penna di R. Chandler, nei cui panni recitò in Marlowe, il poliziotto privato (1975), di D. Richards, e Marlowe indaga (1977), di M. Winner. Convincente anche in pellicole di stampo più comico (L'erba del vicino è sempre più verde, 1960, di S. Donen) e melodrammatico (A casa dopo l'uragano, 1960, di V. Minnelli; Cerimonia segreta, 1968, di J. Losey), negli anni Ottanta si dedicò a ruoli di caratterista in produzioni quale Maria's lovers (1984), di A. Koncalovskj. Per la TV interpretò la parte di un ufficiale di marina in Venti di guerra (1983) e di un clochard nel serial Una famiglia per Joe (1990) (Bridgeport, Connecticut 1917 - Santa Barbara 1997).

Paul Newman

Attore cinematografico statunitense. Formatosi presso l'Actors' Studio, si affermò con successo a Broadway recitando in Pic-nic e ne La dolce ala della giovinezza (1959) di T. Williams. In campo cinematografico si impose con il film Lassù qualcuno mi ama (1956), di R. Wise, in cui interpretò il ruolo del campione di pugilato Rocky Graziano. Successivamente, Newman lavorò in numerose pellicole, in ruoli anche molto diversi, rivelandosi attore eclettico: dal western psicologico (Furia selvaggia, 1958) a quello di tipo provocatorio (Buffalo Bill e gli indiani, 1976), da pellicole più commerciali (La lunga estate calda, 1958; Exodus, 1960), al poliziesco (Bronx, 41° distretto di polizia, 1980), al film impegnato e di denuncia (Un uomo oggi, 1970; Diritto di cronaca, 1981). Fra i numerosissimi film interpretati da Newman sono da ricordare, inoltre: Il calice d'argento, di V. Saville, con cui esordì sullo schermo nel 1955; Missili in giardino (1958), di L. McCarey; Hud il selvaggio (1963), di M. Ritt; L'oltraggio (1964), di M. Ritt, rielaborazione in chiave western di Rashomon; Il sipario strappato (1966), di A. Hitchcock; Nick mano fredda (1967), di S. Rosenberg; Butch Cassidy (1969), di G. Roy Hill; L'uomo dai sette capestri (1972), di J. Houston; La stangata (1973), di G. Roy Hill, vincitore di vari premi Oscar; L'inferno di cristallo (1974), di J. Guillermin; Detective Harper: acqua alla gola (1975), di S. Rosenberg; Quintet (1979), di R. Altman; Il verdetto (1982), di S. Lumet; Mr e Mrs Bridge (1990), di J. Ivory; Mister Hula Hoop (1993), di J. ed E. Coen; La vita a modo mio (1995), di R. Benton; Le parole che non ti ho detto (1999), di L. Mandoki; Era mio padre (2002) di Sam Mendes. Nel 1968 iniziò l'attività di regista, dimostrando una profonda sensibilità per i personaggi femminili spesso interpretati dalla moglie Joanne Woodward. Tra le pellicole da lui dirette si ricordano: La prima volta di Jennifer (1968), Sfida senza paura (1972), Effetti dei raggi gamma sulle margherite (1973), Harry and son (1983, storia in parte autobiografica del difficile rapporto tra padre e figlio), Lo zoo di vetro (1987), versione cinematografica del dramma di T. Williams. Vinse due premi Oscar: uno speciale per la carriera nel 1986 e l'altro come miglior attore protagonista per il film di M. Scorsese Il colore dei soldi (1987). Nel 2006 vinse il Golden Globe come migliore attore non protagonista per la serie televisiva Empire Falls, di F. Schepisi, per cui aveva già vinto un Emmy l'anno precedente. Fu anche pilota automobilistico e, da grande difensore dell'ambiente, produttore di cibi biologici (n. Cleveland, Ohio 1925).

Paul Newman

Paul Newmanpg

Robert Redford

Attore cinematografico statunitense. Dopo aver intrapreso gli studi di drammaturgia a New York, esordì nel mondo del cinema nel 1962 con il film Caccia di guerra di D. Sanders, a cui seguirono La caccia (1966), di A. Penn, e, soprattutto, A piedi nudi nel parco (1967), di G. Saks, con il quale si fece conoscere e apprezzare dal grande pubblico. La notorietà conquistata gli offrì la possibilità di lavorare con i più grandi maestri del cinema americano: dopo Ucciderò Willie Kid (1968) di A. Polonski, Butch Cassidy (1969) di G. Roy Hill, Il candidato (1971) di M. Ritchie e Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972) di S. Pollack, fu la volta di film prestigiosi come Come eravamo (1973) di S. Pollack e La stangata (1974) di G. Roy Hill, nel quale Redford diede un'indimenticabile interpretazione accanto a P. Newman. Seguirono: I tre giorni del Condor (1975), di S. Pollack; Tutti gli uomini del presidente (1976), di A.J. Pakula; Il cavaliere elettrico (1979), di S. Pollack; Brubaker (1979), di S. Rosemberg. Nel 1980 esordì con successo nelle vesti di regista nel film, premiato con l'Oscar, Gente comune. Nello stesso anno fondò il Sundance Institute, che ogni anno organizza il Sundance Film Festival, manifestazione dedicata al giovane cinema indipendente di tutto il mondo. Interpretò poi: Il migliore (1984), di B. Levinson; La mia Africa (1985) di S. Pollack, ispirato alla biografia della scrittrice danese Karen Blixen; Pericolosamente insieme (1986), di I. Reitman; Havana (1990), di S. Pollack; I signori della truffa (1992), di P. Robinson; Proposta indecente (1993), di A. Lyne; Qualcosa di personale (1996), di J. Avnet; L'uomo che sussurrava ai cavalli (1997), di cui fu anche regista e produttore. Firmò inoltre la regia di Milagro (1986), In mezzo scorre il fiume (1992), Quiz Show (1994) e La leggenda di Bagger Vance (2000). Recitò anche in Spy game (2001), di T. Scott, in The Last Castle (2001), di J. Lurie, in In ostaggio (2004), di P.J. Brugge, in Il vento del perdono (2005), di L. Hallstrom. Produttore di numerosi film diretti da giovani emergenti, Redford prese parte a programmi e serial televisivi tra cui citiamo Ai confini della realtà, Perry Mason e Il dottor Kildare. Nel 2002 gli venne assegnato l'Oscar alla carriera (n. Los Angeles 1937).

Robert Redford

Robert Redford

John Wayne

Nome d'arte di Marion Michael Morrison, attore cinematografico nordamericano. Entrò nel mondo del cinema interpretando una parte secondaria nei film Il sottomarino, di J. Ford, e Il grande sentiero, di R. Walsh, nel 1930, proprio agli albori del cinema sonoro. Per nove anni il giovane attore dovette accontentarsi di sostenere ruoli senza importanza ma, nel 1939, John Ford gli affidò la parte del protagonista nel film western Ombre rosse. Il successo fu tale che Wayne riuscì ad incarnare negli occhi del pubblico l'erede dei grandi attori cow-boy come Tom Mix ed i suoi più famosi successori. La semplicità della sua recitazione, la grande comunicatività, la stessa sua figura fecero immediatamente presa sugli spettatori aumentando sempre più la sua popolarità. Ford lo volle spesso quale protagonista di suoi film di frontiera; ma Wayne seppe anche imporsi in pellicole di carattere diverso, dal nostalgico Un uomo tranquillo (1952), di J. Ford, a film di guerra o chiaramente schierati verso un conservatorismo che, specie negli anni Sessanta e Settanta, fu considerato controcorrente. Tra i western, grande successo ottennero soprattutto; Lungo viaggio di ritorno (o Viaggio senza fine) (1940), di J. Ford; In nome di Dio (1948), di Ford; I cavalieri del Nord Ovest (1949), di Ford; Rio Bravo (1950), di Ford; Hondo (1953), di J. Farrow; Sentieri selvaggi (1956), di Ford; Un dollaro d'onore (1959), di H. Hawks; L'uomo che uccise Liberty Valance (1962), di Ford; La conquista del West (1962), di Hathaway, Ford e G. Marshall; El Dorado (1967), di Hawks; Il Grinta (1969), di Hathaway, con cui ottenne il suo primo Oscar (il secondo, alla carriera, gli verrà assegnato nel 1979, poco prima di morire); Il pistolero (1976), di D. Siegel. Ricordiamo inoltre: La taverna dei sette peccati (1940), di T. Garnett; Vento selvaggio (1942), di C.B. De Mille; I sacrificati di Bataan (1945), di Ford; Gli eroi del Pacifico (1946), di E. Dmytryk; Iwo Jima deserto di fuoco (1949), di A. Dwann; Oceano rosso (1955), di W, Wellman; Le ali delle aquile (1957), di Ford; Timbuctù (1957), di Hathaway; I tre della Croce del Sud (1963), di Ford; Combattenti nella notte (1966), di M. Shavelson; I berretti verdi (1968), da lui stesso diretto; Chisum (1970), di A.W. McLaglen; Rio Lobo (1970), di H. Hawks; Il grande Jake (1971), di G. Sherman; Il pistolero (1976), di D. Siegel (Winterset, Iowa 1907 - Los Angeles 1979).

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Il cinema di animazione

Comprende ogni tipo di film costruito sul fotogramma singolo e ripreso con la tecnica del "passo uno", cioè impressionando (o, al limite, disegnando direttamente) sulla pellicola un fotogramma per volta. Accanto ai disegni (o "cartoni") animati, coesistono altri generi di animazione: a fantocci o pupazzi, a ritagli, ad ombre, a punte di spillo, a polvere metallica, a crete plastiche, ecc., senza limiti di fantasia e inventiva. Gli effetti di animazione spesso sono multipli, grazie all'uso di fondali mobili a diverse velocità durante le riprese, al fine di conseguire effetti di prospettiva. L'origine del concetto di animazione è remota; gli studi, comunque, si concentrarono a fine Ottocento, trovando una prima espressione nel "teatro ottico" di Emile Reynaud (1888), una prima applicazione negli esperimenti di Stuart Blackton (1899) e nei film a trucchi di Georges Méliès, un risultato espressivo all'insegna dell'essenzialità nei disegni animati di Emile Cohl (1908). Dal 1917 negli Stati Uniti, e poi in tutto il mondo, fu avviata una produzione su scala industriale del cinema d'animazione (che, specie con l'introduzione del colore e del suono, richiese ingenti mezzi e numerosi collaboratori), anche se non sono state rare le esperienze di autori isolati o di piccole organizzazioni artigianali. Per quanto riguarda le varie cinematografie, un posto preminente spetta senz'altro agli Stati Uniti, ove il cinema d'animazione si affermò come logica conseguenza delle vignette caricaturali e delle "strisce" a fumetti dei quotidiani: ricordiamo, negli anni Venti, Pat Sullivan e Otto Mesmer (i creatori di "Felix the Cat"), Max e Dave Fleischer ("Braccio di ferro" e "Betty Boop"), e Walt Disney, quest'ultimo destinato a dominare a lungo il cinema d'animazione americano. Poi, a partire dal 1945, si segnalò la produzione della UPA, fondata da Stephen Bosustow e contrassegnata inizialmente dai rinnovamenti stilistici di John Hubley, Robert Cannon e Peter Burness. Il risultato più significativo e singolare del Nordamerica è tuttavia da ricercare nell'opera dell'inglese trapiantato in Canada Norman McLaren, geniale cultore dell'incisione diretta sulla pellicola sia dell'immagine che del suono. Cospicue tradizioni vanta il disegno animato sovietico, ove a un'intensa produzione per la gioventù, ispirata al folclore e alla tradizione popolare, corrispose spesso un segno goffamente naturalistico. L'Europa centro-occidentale conobbe prove d'animazione che restano tuttora all'avanguardia: dai ritmi serrati dello svedese Viking Eggeling (1917-24) alle composizioni geometriche del tedesco Oskar Fischinger (1926-31), dalle "ombre cinesi" della tedesca Lotte Reiniger (1926-32) allo "schermo di spilli" del russo-francese Alexandre Alexeieff (dal 1933); più tradizionali le tenere fiabe bucoliche del francese Paul Grimault. In Italia, ove la produzione (se si esclude quella di tipo pubblicitario) ha sempre sofferto per la mancanza di continuità, si ricordano le lodevoli realizzazioni di Anton Gino Domeneghini, di Nino e Toni Pagot, della coppia Giulio Gianini-Emanuele Luzzati, di Roberto Gavioli, di Pino Zac. Il più attivo fu però Bruno Bozzetto, con il suo signor Rossi e con i lungometraggi West and soda (1965), Vip, mio fratello superuomo (1968) e Allegro non troppo (1977). Tra i più giovani ricordiamo Enzo D'Alò, autore dei successi La Freccia Azzurra (1996), La Gabbianella e il Gatto che le insegnò a volare (1998), Momo alla conquista del tempo (2001) e Opopomoz (2003) tratti il primo da un racconto di G. Rodari, il secondo da uno di L. Sepúlveda, il terzo dal romanzo di Michael Ende e l'ultimo da un racconto dello stesso D'Alò. Buone tradizioni ha anche la Gran Bretagna (ultimamente specializzata nell'animazione di pupazzi di plastilina - memorabili i personaggi inventati da Nick Park, dalle Galline in fuga del 2000 a Wallace e Gromit, presenti del lungometraggio Wallace e Gromit e la maledizione del coniglio mannaro, 2006, dopo essere stati protagonisti di svariati cortometraggi), e raffinate scuole vantano il Giappone (con l'esponente più importante, Hayao Miyazaki, autore dei pluripremiati La città incantata, 2002, e Il castello errante di Howl, 2005) e la Cina. Ma l'area che nel secondo dopoguerra conobbe la massima fioritura del cinema d'animazione è quella dell'Est europeo: dapprima l'Ungheria, poi Romania, Bulgaria, Polonia e l'allora Jugoslavia insegnarono e diffusero un gusto grafico e una sensibilità tematica nuovi, raccogliendo le migliori esperienze nel campo delle moderne ricerche dell'arte figurativa. In questo ambito occupa un posto a sé la ex-Cecoslovacchia, grazie ai soavi disegni animati di Eduard Hofman, alle tecniche miste di Karel Zeman e ai fantocci di Jiri Trnka. Ricordiamo inoltre la Francia che, con Kirikù e la strega Karabà (1998), Principi e Principesse (2000), Kirikù e gli animali selvaggi (2005), tutti e tre di Michel Ocelot, e con Appuntamento a Belleville, di S. Chomet, ha dato un importantissimo contributo all'animazione di classe, essenzialmente grazie al contributo della nuova Scuola di animazione di Angoulême.
La grande popolarità del cinema d'animazione è però indissolubilmente legata al nome di Walt Disney, fondatore di un impero produttivo (la Touchstone) che anche dopo la sua morte (1966) ha continuato e continua a realizzare lungometraggi di grande successo popolare, tra i quali ricordiamo Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988), coprodotto insieme alla Amblin di Steven Spielberg (Anastasia, 1997; Il principe d'Egitto, 1998), fondatore anche della Dreamworks dai cui studi sarebbero usciti invece Shrek (2001), Spirit Cavallo Selvaggio (2003), Shark tale (2004) e Shrek 2 (2004).

Un'immagine del film "Chi ha incastrato Roger Rabbit?"

Un'immagine del film "Chi ha incastrato Roger Rabbit?"

Altri importati autori statunitensi furono W. Hanna e J. Barbera, padri dei celebri Tom e Jerry (1940), Yogi e Bubu (1960), Braccobaldo (1958), Gli antenati (1960), La famiglia Addams (1973), i Puffi (1981). Ma vediamo ora come è possibile che dei disegni statici si animino sotto i nostri occhi. Per ogni secondo di proiezione sono necessarie circa 12 immagini, per un totale di 65.000 immagini per un film di media durata. I personaggi vengono tracciati con schizzi approssimativi (layout) su fogli di carta: ad essi vengono poi aggiunti nuovi particolari e si procede alla visualizzazione di prospettive diverse per arrivare alla creazione di un personaggio il cui aspetto e movimento siano il più possibile convincenti. Il personaggio definitivo viene ridisegnato su fogli trasparenti di acetato di cellulosa (detti rodovetri), che permettono di effettuare piccole trasformazioni del personaggio senza per questo dovere rintracciarlo interamente. Il rodovetro è posato su scenografie dipinte, quindi ripreso cinematograficamente con particolari attrezzature. Durante la ripresa il regista si avvale dell'ausilio delle storyboard, sorta di sceneggiature disegnate che gli serviranno da falsa riga per la creazione della storia finale. Le tecniche tradizionali vengono oggi affiancate dall'animazione al computer effettuata grazie a programmi di computer grafica (ad esempio Maya) che permettono di osservare, quasi sul nascere, la riuscita finale di un personaggio e, soprattutto, di dargli una sorprendente profondità in 3D. Tra i primi film realizzati con questa tecnica ricordiamo Toy Story (1996) e Toy Story 2 (1999) o A Bug's Life - Megaminimondo (1998).

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Walter Elias Disney detto Walt

Disegnatore di cartoni animati, regista e produttore cinematografico statunitense. Dopo un esordio come disegnatore pubblicitario, nel 1923 aprì, con il fratello Roy e il disegnatore Ub Iwerks, uno studio per la realizzazione di cartoni animati. Le prime opere compiute da Disney furono la serie Alice nel paese dei disegni animati (1926), nella quale, accanto a personaggi reali, venivano proposti personaggi e scenografie disegnati, e Oswald, il coniglio fortunato (1926-28). Il successo arrivò con la serie dedicata a Mickey Mouse (Topolino), che comparve la prima volta in Plane crazy (1928) e successivamente nel primo cartone animato sonoro di Disney, Steamboat Willie (1928), riscuotendo un enorme successo di critica e di pubblico. Al protagonista si affiancarono via via altri personaggi: Donald Duck (Paperino), Minnie, Uncle Scrooge (Paperon de' Paperoni), Goofy (Pippo). Mentre i cortometraggi a disegni animati, che vedevano come protagonisti questi personaggi, diventavano sempre più numerosi, negli anni Trenta Disney cominciò la pubblicazione di strisce quotidiane e tavole domenicali su diversi giornali. I suoi disegnatori furono, oltre a Iwerks, W. Smith e F. Gottfredson, cui si devono le migliori storie del periodo 1933-55. Nel settore cinematografico fu prodotta da Disney, a partire dal 1929, la serie Silly Simphonies (celeberrima la realizzazione della favola I tre porcellini), mentre il 1937 vide la realizzazione del primo lungometraggio, Biancaneve e i sette nani. Seguirono Pinocchio (1940), Fantasia (1940), Dumbo (1941), Bambi (1942), Cenerentola (1949), Alice nel Paese delle meraviglie (1951), Peter Pan (1953), Lilly e il vagabondo (1955). In cinemascope furono realizzati La bella addormentata nel bosco (1958), La carica dei 101 (1961), La spada nella roccia (1963), Il libro della giungla (postumo, 1967), Gli aristogatti (postumo, 1970). Alla vasta produzione d'animazione, Disney affiancò una non meno intensa attività nel campo della realizzazione di documentari (L'isola delle foche, 1949; Deserto che vive, 1953, ecc.) e di film d'avventura e di intrattenimento dedicati all'infanzia (L'isola del tesoro, 1950; Mary Poppins, 1964; Un maggiolino tutto matto, postumo, 1968, ecc.). A lui si devono anche il progetto e la realizzazione del grande parco di divertimenti di Disneyland, nei pressi di Los Angeles, e la progettazione di quello di Disneyworld, inaugurato nel 1971 in Florida, vicino a Orlando, ai quali sarebbero seguiti altri, primo fra tutti il parigino Eurodisney (poi rinominato Disneyland Paris). La Walt Disney Company (poi divenuta Touchstone) ha continuato a lavorare anche dopo la morte del fondatore, dando vita a capolavori animati quali La Sirenetta (1991), La bella e la bestia (1992); Aladdin (1993); Il re Leone (1994); Pocahontas (1995); Il gobbo di Notre-Dame (1996); Hercules (1997), Mulan (1998); Tarzan (1999); Le follie dell'imperatore (2001); Monsters & Co. (2002); Le avventure di Chicken Little (2005). Ha prodotto anche pellicole di altro genere, tra le quali si ricordano: Il colore dei soldi (1986), di M. Scorsese; Tre scapoli e un bebè (1987), di L. Nimoy; Goodmorning Vietnam (1987), di B. Levinson; L'attimo fuggente (1989), di P. Weir; Pretty Woman (1990), di G. Marshall; Sister Act (1992), di E. Ardolino, ecc. (Chicago 1901 - Burbank, California 1966).

"Il re Leone" (1994) di Walt Disney

"Il re Leone" (1994) di Walt Disney

La commedia musicale

La musical comedy, o più semplicemente "musical", è un film in cui il canto e la danza hanno una parte preponderante. Molti dei musical cinematografici di maggior successo (vogliamo ricordare, negli anni Sessanta, West Side Story, Tutti insieme appassionatamente, My Fair Lady, Mary Poppins e, dal '70 in poi, Jesus Christ Superstar, Hair, A Chorus Line, The Rocky Horror Picture Show) non sono originali, nel senso che portano sullo schermo, quasi sempre fedelmente, i grandi successi della commedia musicale dei teatri di Broadway. Il musical "originale" americano ebbe due periodi di grazia. Il primo, negli anni Trenta, specialmente per merito del geniale coreografo Busby Berkeley, e poi per il clamoroso seguito riconosciuto ai film interpretati dal ballerino Fred Astaire, spesso in coppia con l'altrettanto brava Ginger Rogers.

Il secondo periodo iniziò nell'ultimo dopoguerra, grazie soprattutto alle produzioni di autentici specialisti del genere (notevoli innovatori) come Stanley Donen e Gene Kelly (Un giorno a New York, 1949, e Cantando sotto la pioggia, 1952), e Vincente Minnelli (Yolanda e il re della samba, 1945, Ziegfield Follies, 1946, Un americano a Parigi, 1951, Brigadoon, 1954, Uno straniero tra gli angeli, 1955, Gigi, 1958). In quegli anni personaggi come Cyd Charisse, Judy Garland, ecc. hanno segnato per sempre l'epoca d'oro del genere musicale.

Negli ultimi anni, in seguito al grande successo di Cabaret (1972) di Bob Fosse, e di New York, New York (1977), di M. Scorsese, entrambi interpretati da Liza Minnelli, si sono moltiplicate le produzioni che non rientrano nei canoni classici del musical. Si tratta piuttosto di film ambientati nel mondo dello spettacolo, dove i numeri di canto e danza fanno parte a sé (All That Jazz di Fosse, Saranno famosi e The Commitments, di Alan Parker); riflessioni sul mondo della musica (Il fantasma del palcoscenico, di Brian De Palma); film destinati a un pubblico giovane (La febbre del sabato sera e Grease con John Travolta, Flashdance con Jennifer Beals); opere rock tratte dai dischi di gruppi famosi come gli Who, i Police o i Pink Floyd (Tommy, Quadrophenia, The Wall); film che raccontano la società e la sua evoluzione attraverso la musica e la danza (Ballando ballando di Ettore Scola, Tangos - L'exil de Gardel di Fernando Solanas); film che vogliono rendere omaggio al mondo del jazz (Round Midnight, di Bertrand Tavernier; Bird, di Clint Eastwood). Esistono però alcune eccezioni, quali Moulin Rouge (2001), di B. Luhrman, e Il fantasma dell'Opera, di J. Schumacher, dall'originale teatrale di A.L. Webber, veri e propri musical cantati e recitati.

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Fred Astaire

Nome d'arte di Frederick E. Austerlitz. Ballerino cantante e attore statunitense. Dopo l'esordio da giovanissimo, a 18 anni prese parte al grande spettacolo di rivista Over the top e, passato a Hollywood, ebbe a lungo come partner Ginger Rogers (Roberta, 1935, di W.A. Seiter; Cappello a cilindro, 1935, e Seguendo la Flotta 1936, di M. Sandrich, ecc.). Maestro del tip-tap, negli anni Trenta e Quaranta fu il più popolare interprete di commedie musicali (Omaha 1899 - Los Angeles 1987).

Fred Astaire e Ginger Rogers

Fred Astaire e Ginger Rogers

Gene Kelly

Attore e regista cinematografico statunitense. Dopo una brillante carriera teatrale, esordì nel cinema negli anni Quaranta, interpretando negli anni grandi successi, come Cantando sotto la pioggia (1952), da lui diretto insieme a S. Donen, Brigadoon (1954), di V. Minnelli, e Les Girls (1957), di G. Cukor, che esaltarono le sue grandi doti di ballerino insieme elegante e vigoroso. Negli ultimi anni si allontanò parzialmente dalla recitazione e si dedicò alla regia: ricordiamo Hello Dolly! (1969), e il western: Non stuzzicate i cowboys che dormono (1970) (Pittsburgh, Pennsylvania 1912 - Los Angeles 1996).

Gene Kelly in "Cantando sotto la pioggia" (1952)

Gene Kelly in "Cantando sotto la pioggia" (1952)

Liza Minnelli

Attrice, ballerina e cantante statunitense. Figlia del regista Vincent e della cantante Judy Garland, esordì in teatro nel 1962 lavorando come interprete di numerose riviste musicali (nel 1965 vinse il prestigioso Tony Award, l'Oscar teatrale con lo spettacolo Flora, The Red Menace). Intrapresa la carriera cinematografica con L'errore di vivere (1968), di A. Finney, recitò nei film Pookie (1969), di A.J. Pakula, e Dimmi che mi ami Junie Moon (1970), di O. Preminger, raggiungendo grande intensità espressiva con Cabaret (1972), di B. Fosse che le valse l'Oscar quale miglior attrice protagonista. Fra le interpretazioni che contribuirono a rendere più vasta la sua popolarità ricordiamo quelle nei film In tre sul Lucky Lady (1975), di S. Donen, Nina (1976), di V. Minnelli; New York, New York (1977), di M. Scorsese. Il successo fu confermato dal ruolo in Arthur (1982) e dall'interpretazione di Poliziotto in affitto (1988), di J. London. Nel 1989 tornò a esibirsi in uno spettacolo dal vivo, che comprese anche l'Italia, insieme a Frank Sinatra e Sammy Davies Junior. Negli ultimi anni la sua carriera subì un rallentamento a causa dei problemi di dipendenza da alcol e da sostanze stupefacenti (n. Los Angeles 1946).

Ginger Rogers

Pseudonimo di Virginia Katherine McMath. Attrice e ballerina statunitense. Esordì come ballerina e interprete di commedie musicali a Broadway nel 1929; l'anno seguente debuttò sugli schermi cinematografici con Il giovane di Manhattan, di M. Bell. Negli anni successivi, parallelamente all'attività teatrale, Rogers proseguì la carriera cinematografica sino all'incontro determinante con il regista M. LeRoy, che la diresse in Quarantaduesima strada (1933), e con F. Astaire, a fianco del quale comparve per la prima volta in Carioca (1933), di Th. Freeland. Con Astaire formò la più celebre coppia di ballerini attori del cinema, il cui affiatamento e capacità tecnica resero celebri pellicole quali: Cerco il mio amore (1934), di M. Sandrich; Cappello a cilindro (1935), di Sandrich; Roberta (1935), di W.A. Seiter; Seguendo la flotta (1936), di Sandrich; Follie d'inverno (1936), di G. Stevens; Voglio danzar con te (1937), di Sandrich. L'attrice si cimentò inoltre in film comico-brillanti, quali Una donna vivace (1938), di G. Stevens, La ragazza della quinta strada (1939), di G. La Cava e Situazione imbarazzante (1940), di G. Kanin, non rinunciando tuttavia a pellicole più impegnate, come Kitty Foyle, ragazza innamorata (1940), di S. Wood, con cui vinse l'Oscar nel 1941, Tom, Dick e Harry (1941), di J. Kanin, e Frutto proibito (1942), di B. Wilder. Abbandonato il ruolo di ragazza ingenua e vivace, l'attrice diede prova delle proprie capacità drammatiche in Al tuo ritorno (1944), di W. Dieterle, I Barkleya di Broadway (1949), di Ch. Walters, in cui ricomparve accanto ad Astaire, La setta dei tre K (1951), di S. Heisler, L'amante sconosciuta (1954), di N. Johnson, e Quarto grado (1955), di Ph. Carlson. Negli anni Cinquanta e Sessanta, la Rogers collaborò con la radio e partecipò a spettacoli televisivi e teatrali, accomiatandosi da Broadway con il musical Hello, Dolly (1965) e dal cinema con Jean Harlow, la donna che non sapeva amare (1965), di A. Segal (Independence, Missouri 1911 - Rancho Mirage, Los Angeles 1995).

Frances Albert Sinatra detto Frank

Cantante e attore statunitense di origine italiana. Iniziò a cantare nelle orchestre di H. James e T. Dorsey, debuttando come solista nel 1942. Incise e interpretò un gran numero di canzoni guadagnandosi, per le sue qualità canore, l'appellativo di "The voice". Tra i suoi successi si ricordano Night and day, Strangers in the night, My way. Fu anche attore: lavorò dapprima in film nei quali mise in risalto le sue qualità canore e si dedicò in seguito a un repertorio più drammatico. Tra le pellicole che lo videro protagonista ricordiamo: Due marinai e una ragazza (1945), di G. Sidney; Un giorno a New York (1949), di S. Donen e G. Kelly; Da qui all'eternità (1953), di F. Zinnemann, con il quale vinse un Oscar; Bulli e pupe (1955), di J.L. Mankiewicz; L'uomo dal braccio d'oro (1956), di O. Preminger; Johnny Concho (1956), di D. McGuire; Qualcuno verrà (1959), di V. Minnelli; Il diavolo alle quattro (1961), di M. Le Roy; Va' e uccidi (1962), di J. Frankenheimer; Il colonnello von Ryan (1965), di M. Robson; L'investigatore (1967) e Inchieste pericolose (1968), di G. Douglas; Delitti inutili (1980), di B.G. Hutton (Hoboken, New Jersey 1915 - Los Angeles 1998).

Frank Sinatra in una commedia musicale

John Travolta

Attore statunitense. Interessatosi di teatro giovanissimo (a 12 anni faceva già parte di una compagnia teatrale locale), nel 1970, abbandonata la scuola, iniziò a lavorare a tempo pieno in ambito artistico, perfezionandosi soprattutto nella danza. Nel 1972 esordì a Broadway nel musical Rain, continuando a lavorare in commedie musicali fino al 1975, anno del suo primo ruolo cinematografico in Il maligno, di R. Fuest, che lo portò a recitare nella famosa serie televisiva I ragazzi del sabato sera (1975-79), nella quale interpretò il fortunato ruolo di Vinnie Barbarino. Dopo una breve apparizione in Carrie (1976), di B. De Palma, nel 1977 Travolta prese parte al film che avrebbe decretato il suo successo, La febbre del Sabato Sera, di J. Badham, primo di una serie di film musicali (o comunque nei quali la musica rappresentava elemento importante) composta da Grease (1978), di R. Kleiser, Urban Cowboy (1980), di J. Bridges, Staying Alive (1983), di S. Stallone, Due come noi (1983), di J. Herzfeld, Perfect (1985), di J. Bridges. Legato allo stereotipo dell'attore ballerino, divenuto con gli anni sempre meno interessante, Travolta attraversò un periodo di inattività. Dopo quattro anni tornò al successo con la commedia Senti chi parla (1989), di A. Heckerling, cui seguirono Senti chi parla 2 (1990) e Senti chi parla adesso! (1993). Il 1994, anno di Pulp Fiction, di Q. Tarantino, segnò una svolta importante nella carriera dell'attore che divenne uno dei più quotati di Hollywood. I film seguenti contribuirono a consolidare la sua fama e a sottolineare qualità interpretative in precedenza mortificate dal genere di ruoli attribuitigli. Ricordiamo: Get Shorty (1995), di B. Sonnenfeld; Michael (1996), di N. Ephron ; Phenomenon (1996), di J. Turteltaub; Broken Arrow (1996), di J. Woo; Mad City (1997), di C. Costa Gavras; She's so lovely (1997), di N. Cassavetes; Face/Off (1997), di J. Woo; La sottile linea rossa (1998), di T. Malick; A Civil Action (1998), di S. Zaillian; Primary Colors - I colori della vittoria (1998), di M. Nichols; La figlia del generale (1999), di S. West; Battaglia per la Terra (2000), di R. Christian; Lucky Numbers (2000), di N. Ephron; Codice: Swordfish (2001), di D. Sena; Unico testimone (2001), di H. Becker; Squadra 49 (2004), di J. Russell; Una canzone per Bobby Long (2004), di S. Gabel; Be cool (2005), di F. Gary (n. Englewood, 1954).

John Travolta

John Travolta

Fantascienza

Quello fantascientifico è un genere cinematografico dedicato soprattutto ai temi del viaggio nello spazio o nel tempo, e regolato, nei casi narrativamente più rigorosi, da uno stretto aggancio alle tematiche di tipo logico-scientifico. Spesso tra i film di fantascienza vengono incluse anche le "science-fantasies" (divagazioni poco attente al fondamento scientifico dei presupposti), i film caratterizzati dalla presenza di esseri mostruosi (di cui negli anni Sessanta sono stati maestri i giapponesi, fervidi ideatori di draghi di gomma e di catastrofi in miniatura) e l'horror-film, che però considereremo a parte. Il cinema di fantascienza è nato ai primi del Novecento: Georges Méliès (che nel suo Viaggio sulla luna, 1902, si ispirava a Jules Verne) e Holger-Madsen (La nave del cielo, 1917) ne sono i precursori riconosciuti; ai loro gloriosi modelli, realizzati con poetico stupore, si rifecero più tardi Jakov Protazanov (Aelita, 1924), Fritz Lang (Metropolis, 1926, Una donna sulla Luna, 1929) e George Wilhelm Pabst (Atlantide, 1932). Ma una produzione specifica di film di fantascienza fu avviata soltanto negli anni Cinquanta, a Hollywood. Nei film di quel periodo è molto raro il ricorso alle più sofisticate invenzioni filosofico-politiche dei romanzieri di fantascienza, quali l'esistenza di "universi paralleli" o la possibilità di viaggiare nel tempo. Essi riflettono piuttosto il clima della "guerra fredda" (la grande tensione esistente tra Unione Sovietica e Stati Uniti, e la paura dei cittadini americani di subire un attacco militare sovietico), l'incubo di una catastrofe nucleare e il terrore di un attacco da parte di forze non bene identificate e quindi difficili da combattere. Non a caso le risorse narrative più frequenti di quei film sono la guerra atomica, scatenata per caso, o la lotta contro creature extraterrestri più o meno riconoscibili. I prodotti più significativi della fantascienza hollywoodiana di quegli anni sono: Ultimatum alla Terra (1951), di Robert Wise; La cosa da un altro mondo (1951), di Howard Hawks; La guerra dei mondi (1952), di Bob Haskin; L'invasione degli ultracorpi (1956), di Don Siegel; L'ultima spiaggia (1959), di Stanley Kramer. Non mancarono, tuttavia, opere tematicamente più sottili (come Il pianeta proibito, 1956, di F.M. Wilcox) che anticiparono i film degli anni Sessanta e Settanta, realizzati anche fuori da Hollywood, in cui le tipiche vicende avveniristiche si arricchiscono di nuovi risvolti politici, sociologici, psicologici e filosofici, e dove l'accento cade perlopiù sulle estreme degenerazioni della nostra società: Hallucination (1961), di Joseph Losey; Il dottor Stranamore (1964) e Arancia Meccanica (1971), di Stanley Kubrick; Alphaville (1965), di Jean-Luc Godard; Fahreneit 451 (1966), di François Truffaut; Solaris (1972) e Stalker (1975), di Andreij Tarkovskij; Il pianeta selvaggio (1973), di Robert Laloux e Roland Topor, a cartoni animati; 2022: i sopravvissuti (1973), di Richard Fleischer; Zardoz (1974), di John Boorman. Il più importante fu sicuramente 2001: Odissea nello spazio (1968), di Stanley Kubrick, che al profondo discorso filosofico univa effetti speciali di una accuratezza mai vista in precedenza. L'alto livello a cui è giunto è stato in seguito avvicinato solo da Ridley Scott con la serie dedicata ad Alien, ottimo studio della paura umana intriso di "suspence", e con Blade Runner (1982), vero campione nella qualità delle immagini, grazie ai trucchi e agli effetti ottenuti in virtù delle nuove tecniche elettroniche. Molto rilevante anche Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), di Steven Spielberg, ed E.T. l'extraterrestre (1982), ancora di Spielberg, vincitore dell'Oscar per gli effetti speciali grazie soprattutto all'intervento del mago della creazione Carlo Rambaldi.

"E.T. l'extraterrestre" di Steven Spielberg

"E.T. l'extraterrestre" di Steven Spielberg

Molte sono le realizzazioni apparse dopo il 1980 che meriterebbero di essere ricordate per la qualità degli effetti speciali, legati soprattutto all'uso della grafica computerizzata, ma ci limiteremo a citare Tron (1982), di Steve Lisberger, o e le serie di Star Trek, di Guerre stellari, di George Lucas, di Terminator, di J. Cameron, che hanno inaugurato un nuovo filone fantastico e avventuroso che ha battuto tutti i record d'incasso della storia del cinema. Sul versante della fantascienza più classica, sono invece da ricordare le opere di John Carpenter (1997: Fuga da New York, 1981; La cosa, 1982; Starman, 1984), David Lynch (Dune, 1984). Da ricordare infine la serie dedicata a Mad Max, eroe positivo di un futuro dominato dal male. Negli anni Novanta il filone ha trovato validi esempi in Independence day (1996), di Roland Emmerich, Contact (1997), di Robert Zemeckis, e nella serie di Matrix (1999-2003), dei fratelli Wachowsky, mentre nei primi anni del nuovo millennio sono stati girati, tra gli altri, A.I. Intelligenza artificiale (2001) e Minority report (2002) di S. Spielberg, Sky Captain and the world of tomorrow (2003), di K. Conrad, Paycheck (2003) di J. Woo, La guerra dei mondi (2005), di Spielberg. È infine opportuno fare un accenno al cinema fantasy, legato a quello di fantascienza per l'irreale, seppur verosimile, ambientazione in un contesto fittizio, ma dalla stessa fantascienza distante per l'assenza proprio dell'elemento scientifico. Spesso ambientate nel medioevo, le vicende del cinema fantasy fanno propri miti e leggende (essenzialmente di provenienza nordica), riproponendoli in personaggi dall'imponente prestanza fisica o dalle improbabili caratteristiche soprannaturali. Tra i film del filone ricordiamo: Conan il barbaro (1981), di J. Milius; Conan il distruttore (1984), di R. Fleisher; Excalibur (1981), di J. Boorman; La storia infinita (1984), di W. Petersen; Ladyhawke (1985), di R. Donner; Il signore degli anelli (2001, 2002, 2003) di P. Jackson; Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio (2005), di A. Adamson.

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James Cameron

Regista cinematografico canadese. Dopo una laurea in fisica alla California State University, Cameron iniziò a lavorare nel mondo cinematografico realizzando set in miniatura e collaborando come art director con John Carpenter (1997- Fuga da New York, 1981) e altri autori del genere fantascientifico. Nel 1982 debuttò nella regia con Piraña paura, cui seguirono Terminator (1984), Aliens (1989), The Abyss (1991), Terminator 2 (1991), True Lies (1994), Titanic (1996), vincitore di molti premi Oscar. Negli primi anni del nuovo millennio si dedicò alla realizzazione di documentari sull'esplorazione del fondo marino (Ghosts of the Abyss, 2003, e Aliens of the Deep, 2005) (n. Kapuskasing, Canada 1954).

David Lynch

Regista cinematografico statunitense. Dopo il diploma presso la Scuola d'Arte di Boston e, successivamente, l'Accademia delle Belle Arti di Philadelphia, negli anni Sessanta, come altri artisti figurativi americani, realizzò i primi cortometraggi (The Alphabet e The Grandmother). Nel 1977 esordì nel lungometraggio firmando il film Eraserhead - La mente che cancella; il successo arrivò nel 1980 con The Elephant Man, candidato a tre premi Oscar. A questo seguirono il kolossal fantascientifico Dune (1984) e Velluto blu (1986). Nel 1990 si aggiudicò la Palma d'oro al Festival di Cannes con il film Cuore selvaggio. Diresse inoltre Fuoco cammina con me (1992), Hotel Room (1992), Una storia vera (1999) e Mulholland Drive (2001), per cui vinse a Cannes la Palma come miglior regista. Artista eclettico, Lynch si dedicò anche alla musica scrivendo, con A. Badalamenti, la composizione musicale Industrial Synphony. Riscosse inoltre un grande successo di pubblico firmando la regia dello sceneggiato televisivo I segreti di Twin Peaks (n. Missoula, Montana 1946).

Carlo Rambaldi

Creatore italiano di effetti speciali cinematografici. Mago nella realizzazione di vere e proprie creature meccaniche, nel 1976 si fece conoscere a livello internazionale partecipando alla realizzazione del kolossal King Kong, di John Guillermin, con il quale vinse l'Oscar per gli effetti speciali. Rambaldi aveva già esordito nell'industria cinematografica nel 1955, quando aveva creato un drago per il film Sigfrido. Erano seguite collaborazioni a film importanti tra i quali ricordiamo Cleopatra (1963), di Joseph Mankiewicz, La Pantera rosa (1964), di Blake Edwards, La Bibbia (1966), di John Huston, Giulietta degli spiriti (1965), di Federico Fellini, Barbarella (1968), di Roger Vadim, Quattro mosche di velluto grigio (1971) e Profondo Rosso (1975), di Dario Argento, Pane e cioccolata (1974), di Franco Brusati, Amici miei (1975), di Mario Monicelli, Il secondo tragico Fantozzi (1976), di Luciano Salce. Trasferitosi ad Hollywood, curò gli effetti speciali di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), di Steven Spielberg, Alien (1979), di Ridley Scott - per il quale vinse il secondo Oscar -, Possession (1981), di Andrzej Zulawski, E.T. (1982), ancora di Steven Spielberg - film che gli procurò il terzo Oscar della sua carriera -, Conan il distruttore (1984), di Richard Fleischer, Dune (1984), di David Lynch, L'occhio del gatto (1985), di Lewis Teague, I demoni della mente (1989), di Armand Mastroianni e Decoy (1995), del figlio Vittorio Rambaldi (n. Vigarano Mainarda, Ferrara 1925).

L'Horror

I film del terrore tendono a suscitare violente sensazioni di paura o di disgusto, giocando sull'intervento di personaggi mostruosi, di incubi visualizzati, di apparizioni magiche o demoniache, il tutto in un quadro irreale, ma, almeno a prima vista, credibile. Storicamente, l'horror trovò i suoi illustri precursori in certo cinema muto scandinavo (Il carretto fantasma, 1920, di Viktor Sjostrom; La stregoneria attraverso i secoli, 1922, di Bjorn Christensen; Vampyr, 1932, di Carl Theodor Dreyer) e nel cinema espressionista tedesco (Il gabinetto del dottor Caligari, 1919, di Robert Wiene; Il Golem, 1920, di Paul Wegener; Nosferatu il vampiro, 1922, di Franz W. Murnau; Lo studente di Praga, 1926, di Henrik Galeen). Trovò invece la massima fioritura commerciale nella Hollywood degli anni Trenta, a opera del regista Tod Browning e dei suoi numerosi continuatori, che si avvalsero di attori "specializzati" quali Lon Chaney (Il fantasma dell'Opera, 1925, di R. Julian), Bela Lugosi (Dracula, 1930, di Browning), Boris Karloff (Frankenstein, 1931, di J. Whale), Lon Chaney Jr. (L'uomo lupo, 1941, di G. Waggner) o di mostruosi fantocci (King Kong, 1933, di M.C. Cooper e E.B. Schoedsack). A partire dagli anni Cinquanta, prima in Giappone (Godzilla, 1954, di Inoshiro Honda, e altri film di mostri risvegliati od originati da esplosioni nucleari), poi in Italia (I Vampiri, 1956, di Riccardo Freda; La maschera del demonio, 1960, di Mario Bava, la cui opera è oggi continuata dal figlio Lamberto), infine in Gran Bretagna (grazie al regista Terence Fisher e agli attori Peter Cushing e Christopher Lee), l'horror-film ha suscitato un nuovo interesse. Lo stesso interesse che ha indotto registi importanti a prestargli qualche significativa attenzione (oltre ad Alfred Hitchcock, ricordiamo Claude Chabrol, Louis Malle, Roman Polansky, Jean Renoir, Roger Vadim, Federico Fellini, Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma). Le produzioni degli anni Ottanta, pur trovando nuova linfa nel perfezionamento dei trucchi e degli effetti speciali, non hanno aggiunto nulla di nuovo in termini di linguaggio, eccettuati quei film che alla componente orrorifica aggiungono un taglio decisamente umoristico (Un lupo mannaro americano a Londra, 1981, di John Landis; Ghostbusters, 1984, di I. Reitman), peraltro già presente in passato (Il cervello di Frankenstein, 1948, di Ch. Barton; Frankenstein Junior, 1974, di M. Brooks). Nel campo dell'horror puro, registi come George Romero e David Cronenberg sono diventati ormai dei classici. Ma vediamo quali sono i personaggi e le situazioni più frequentate dal cinema horror. - DRACULA: protagonista dell'omonimo romanzo di B. Stoker (pubblicato nel 1897), Dracula è il vampiro per eccellenza, quello più conosciuto e sicuramente più sfruttato anche in ambito cinematografico. Rappresentante di un mondo nel quale forte è il conflitto tra il bene e il male, è quasi sempre inserito in contesti nei quali è destinato alla sconfitta. Tra i film dedicati ai vampiri in genere ricordiamo: Nosferatu (1922), di F.W. Murnau; Dracula (1931), di T. Browning, con l'inquietante Bela Lugosi; Dracula il vampiro (1958), di T. Fisher; Per favore non mordermi sul collo (1967), di R. Polanski, versione scanzonata della vicenda transilvanica; Nosferatu, il principe della notte (1979), di W. Herzog; Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), di T. Scott; Il buio si avvicina (1987), di K. Bigelow; Dracula di Bram Stoker (1992), di F.F. Coppola; Intervista col vampiro (1994), di N. Jordan; Vampires (1998), di J. Carpenter. - FRANKENSTEIN: nato dalla penna della giovanissima M.W. Shelley nel 1816, il personaggio del dottor Frankenstein fu l'antesignano di una serie di inventori pazzi e inquietanti che avrebbero fatto fortuna nella letteratura e nel cinema soprattutto di carattere fantascientifico. Interessato a scoprire - e sfruttare - il segreto della vita, egli costruisce con pezzi di cadaveri un essere al quale riesce a dare vita e che, irrimediabilmente, gli si rivolterà contro. Molti i film che di Frankestein narrano, in modo più o meno fedele, la storia: Frankenstein (1910), di J. Searle Dawley; Frankenstein (1931), di J. Whale, con Boris Karloff, destinato a divenire il volto di Frankenstein per antonomasia; La moglie di Frankenstein (1935), di J. Whale; La maschera di Frankenstein (1957), La vendetta di Frankenstein (1958), La maledizione di Frankenstein (1967) e Distruggete Frankenstein (1970), di T. Fisher; Frankenstein Junior (1974), di M. Brooks, versione comica del mito della "cosa"; La sposa promessa (1985), di F. Roddam; Frankenstein di Mary Shelley (1994), di K. Branagh. Ricordiamo infine Gothic (1986), ricostruzione della notte sul lago di Ginevra durante la quale, pare, M. Shelley abbia tratto ispirazione per il suo romanzo. - LUPO MANNARO: uomini che, con la luna piena, si trasformano in lupi assetati di sangue. Ecco chi sono i licantropi - o lupi mannari - che, anche in questo caso, al cinema riescono a decretare un discreto successo di pubblico. Tra le pellicole ad essi dedicate ricordiamo: L'uomo lupo (1941), di G. Wagner, interpretato da L. Chaney jr.; L'implacabile condanna (1961), di T. Fisher; L'ululato (1981), di J. Dante; Un lupo mannaro americano a Londra (1981), di J. Landis; Wolf (1994), di M. Nichols; uomo lupo è anche un personaggio importante del film per ragazzi Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), di A. Cuarón. - ZOMBIE E MUMMIE: particolarmente fecondo è il filone cinematografico che si occupa di esseri posti a metà strada tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Il personaggio della mummia prende vita soprattutto in La mummia (1932), di K. Freund, con Boris Karloff, cui seguiranno numerosi remake, il più importante dei quali resta La mummia (1959), di T. Fisher, con Ch. Lee. Più recentemente ricordiamo i due film di S. Sommers, La mummia (1999) e La mummia - Il ritorno (2001). Molto più ricco il panorama filmico dedicato alla terrorizzante figura dello zombie (il morto vivente): Ho camminato con uno zombie (1942), di J. Tourneur; Il segreto di Mora Tau (1957), di E.L. Cahn; L'isola segreta degli zombie (1957), di R. LeBorg; La lunga notte dell'orrore (1956), di J. Gilling; La notte dei morti viventi (1968), di G. Romero. Citiamo inoltre il personaggio decollato protagonista de Il mistero di Sleepy Hollow (1999), di Tim Burton. - ALTRO: numerosi sono i film incentrati sulla paura dell'oscuro e del sogno che diviene realtà. Di questa categoria fanno parte, tra gli altri, film quali: Il bacio della pantera (1942), di J. Tourneur; la serie di Nightmare, iniziata nel 1984 da W. Craven; Halloween (1978), serie inaugurata da di J. Carpenter; Non aprite quella porta (1974), di T. Hooper, anch'esso con un seguito. Altrettanto spaventosi i protagonisti di un certo horror psicologico (Shining, 1980, di S. Kubrick) e quelli il cui corpo è destinato a subire trasformazioni più o meno bestiali (abbiamo allora la serie dedicata al personaggio del Dottor Jekyll (e del suo doppio Mr. Hyde), creato da R.L. Stevenson e interpretato sullo schermo, tra gli altri, da J. Barrymore - 1920 - F. March - 1932 - e S. Tracy - 1941, in un film di V. Fleming; o ancora L'isola del dottor Moreau, 1977, di D. Taylor; Dr. Cyclops, 1940, di E.B. Schoedsack; La bambola del diavolo, 1936, di T. Browning; Freaks, 1932, di I. Thalberg; La mosca, 1986, di D. Cronenberg, remake di L'esperimento del dottor K, 1958, di K. Neumann). Più recentemente altre pellicole hanno arricchito il genere, ad esempio, la serie di Scream (1996, 1997, 2000), di W. Craven, The Blair Witch Project (1999), di D. Myrick, Jeepers creepers (2001), di J. Salva, The ring (2002), di G. Verbinski, Il cartaio (2003), di Dario Argento, La maschera di cera (2005), di J. Collet-Serra, Dark Water (2005), di W. Salles. Termineremo ricordando alcune di quelle pellicole che affiancano spirito horror a presenze demoniache: L'esorcista (1973), di W. Friedkin; Hellraiser (1987), di C. Baker; L'esorcista: la genesi (2004), di R. Harling; The exorcism of Emily Rose (2005), di S. Derrickson.

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John Carpenter

Regista cinematografico statunitense. Grande appassionato di cinema, spaziò in tutti i generi del film d'azione: dal thriller (Distretto 13. Squadre della morte, 1976; Halloween. La notte delle streghe, 1978) all'horror (Fog, 1979; Christine. La macchina infernale, 1983; Il signore delle tenebre, 1989; Il villaggio dei dannati, 1995; Vampires, 1999), dalla fantascienza (La cosa, 1984; 1997. Fuga da New York, 1985, uno dei suoi maggiori successi, cui fece seguito Fuga da Los Angeles, 1996; Fantasmi da Marte, 2001) al genere fantastico (Legend, 1985; Grosso guaio a Chinatown, 1986; Avventure di un uomo invisibile, 1992) (n. Bowling Green, Kentucky 1948).

David Cronenberg

Regista cinematografico canadese. Dedicatosi al cinema dopo una breve esperienza in campo musicale e letterario, raggiunse la notorietà nel 1974 con il film Il demone sotto la pelle, diventato uno dei classici del genere horror, da lui variamente e magistralmente reinterpretato. Tra i film successivi ricordiamo: Brood (1979), Scanners (1981), La zona morta (1983), La mosca (1987, remake di un classico della fantascienza degli anni Quaranta), Inseparabili (1989), M. Butterfly (1993), Crash (1996), eXistenZ (1999), Spider (2002), A history of violence (2005). Spesso è apparso in piccoli ruoli cameo in varie pellicole, sia sue sia di registi a lui vicini (ricordiamo Da morire, 1995, di Gus Van Sant, Extreme Measures, 1996, di M. Apted, Jason X (2001), di J. Isaac (n. Toronto 1948).

Jack Nicholson

Attore e regista cinematografico statunitense. Abbandonati gli studi di Ingegneria per dedicarsi alla recitazione, nel 1958 esordì sul grande schermo con il film Cry Baby Killer, cui fecero seguito ruoli secondari, sino al successo di Easy Rider (1969), di D. Hopper, che gli valse il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Attore duttile per la sua facile adattabilità ai ruoli più dissimili, ha saputo dar vita a personaggi come il giovane frustrato di Cinque pezzi facili (1971), di B. Rafelson, il dongiovanni fallito di Conoscenza carnale (1971), di M. Nichols, il marinaio di L'ultima corvée (1973), di H. Ashby e il detective di Chinatown (1974), di R. Polanski. Nel 1975 interpretò per M. Antonioni Professione: Reporter e conquistò, con Qualcuno volò sul nido del cuculo, di M. Forman, l'Oscar come miglior attore protagonista. Seguirono: Missouri (1975), di A. Penn; Gli ultimi fuochi (1976), di E. Kazan; Shining (1980), di S. Kubrick; Il postino suona sempre due volte (1981), di B. Rafelson; il kolossal storico Reds (1981), di W. Beatty; The Border (1982) di T. Richardson. Nel 1983 conquistò un altro Oscar come miglior attore non protagonista nel film di J.L. Brooks Voglia di tenerezza. Nel 1985 recitò ne L'onore dei Prizzi, di J. Huston e, nel 1986, in Affari di cuore, di M. Nichols (1986). Si ricordano inoltre: Le streghe di Eastwick (1987), di G. Miller; Ironweed (1987), di H. Babenco; Dentro la notizia (1987), di J.L. Brooks; Batman (1989), di T. Burton; Wolf (1994), di M. Nichols; Tre giorni per la verità (1995), di S. Penn; Mars Attacks (1996), di T. Burton; Blood and Wine (1996), di B. Rafelson; Qualcosa è cambiato (1996), di James L. Brooks; La promessa (2001), di S. Penn; About Schmidt (2002), di A. Payne; Tutto può succedere (2003), di N. Meyers. Nel corso della sua carriera cinematografica firmò anche la regia di Drive he said (1972), Verso il sud (1978) e I due Jakes (1990), sequel di Chinatown (n. Neptune, New Jersey 1937).

Il film giallo

Il giallo nel cinema ha avuto varie diramazioni e caratteristiche a seconda delle mode, degli umori, delle esigenze dei tempi. Inizialmente, lunghe serie di episodi (anche di registi di valore come Louis Feuillade o Fritz Lang) esaltavano l'elemento misterioso o d'intrigo, con le avventure di Fantomas (1913-14), di donne-criminali in calzamaglia nera o di bande di malviventi. Fu soltanto alla fine degli anni Venti che il genere trovò una definizione più precisa: da una parte, si ebbero opere di un'astratta e spesso perfetta ricostruzione, basate sulla "detection", cioè sulla scoperta del "mistero" (sempre legato a un delitto di partenza), alla quale era invitato anche lo spettatore, sotto la guida, appunto, di un detective; dall'altra, a cominciare da Le notti di Chicago (1927), di Josef von Sternberg, il cinema americano inaugurò il fortunatissimo filone "gangsteristico". A una prima fase culminata nel capolavoro di Howard Hawks Scarface (1932) e caratterizzata da film basati su rapide azioni violente, ne seguì una seconda, nella quale veniva operata una rivalutazione della figura del poliziotto, per cui il genere prese il nome anche di "poliziesco". Ma i suoi caratteri non mutarono, sia pure colorandosi talora di toni sociali o psicologici (La scala a chiocciola, 1945, di Robert Siodmak). Con la guerra, il giallo cinematografico assunse nuove forme: nacque, sulla scia di scrittori duri e violenti come Raymond Chandler o Dashiell Hammett, il cosiddetto "film noir" (ricordiamo: La fiamma del peccato, 1944, di B. Wilder; Il postino suona sempre due volte, 1946, di T. Garnett; Angoscia, 1944, di G. Cukor, con Ingrid Bergman; Il terrore corre sul filo, 1948, di Litvak), che diventò sempre più spietato fino ad ammettere vere e proprie carneficine, ma si colorò anche, non di rado, di denuncia politico-sociale (Giungla d'asfalto, 1950, di John Huston). Nonostante quello giallo sia un genere perfettamente americano, legato a stereotipi e protagonisti particolari (Humphrey Bogart, Edward G. Robinson, James Cagney), nel dopoguerra si assistette a tentativi di trapianto europeo, a volte particolarmente felici (specie in Francia, con le raffinate variazioni di Jean-Pierre Melville, Claude Chabrol e Henri-Georges Clousoz; meno in Italia, dove, con i film di Dario Argento, si è accentuato il carattere vagamente orrorifico e sanguinario). Nei primi anni Settanta, al cinema dei gialli gangsteristici si affiancò una nuova corrente di non meno violenti polizieschi (i film di Don Siegel, di William Friedkin, oltre a certi sottoprodotti italiani). Grande impulso ebbe inoltre, sulla scia dei film che hanno per protagonista "l'agente segreto 007, James Bond", il sottogruppo dei film di spionaggio (con frequenti innesti fantascientifici). Dagli anni Ottanta, poi, molti autori tentarono di inserire elementi di "mistero giallo" anche in film che non appartenevano strettamente al genere. Il punto di riferimento (sollecitato anche dalle opere di rilettura di Brian De Palma) rimaneva sempre il giallo "puro" alla Hitchcock, con il classico elemento della "suspence", cioè lo stato di ansia o d'attesa provocato dall'esito incerto di un avvenimento o di un intreccio drammatico del quale non si sa prevedere la fine. In questo filone si pongono film come Frantic (1989), di R. Polanski, I soliti sospetti (1995), di Bryan Singer, Il mistero dell'acqua (2000), di K. Bigelow, Insomnia (2002), di Ch. Nolan; In linea con l'assassino (2002), di J. Schumacher, Femme fatale (2002), di B. De Palma, 8 donne e un mistero (2003), di François Ozon; Hostage (2005), di F.E. Siri. Indiscusso maestro del brivido rimane comunque Alfred Hitchcock, il quale riuscì a manifestare uno straordinario talento di narratore. Nei suoi film una schietta vena umoristica, a volte vagamente macabra, domina con distacco, oppure complica con deliziose e simpatiche divagazioni, i congegni del racconto criminal-poliziesco. Ricordiamo alcuni dei suoi capolavori: L'uomo che sapeva troppo (1934; nel 1955 ne girò una nuova versione), Rebecca, la prima moglie (1940), Sospetto (1941), Notorius (1946), La finestra sul cortile (1954), Caccia al ladro (1955), La donna che visse due volte (1958), Intrigo internazionale (1959), Psycho (1960), Gli uccelli (1963). Interessante è inoltre vedere quanto la letteratura gialla abbia influito sulla produzione cinematografica dello stesso genere. Tra i detective più amati del passato resta Nick Charles, nato dall'ingegno di Dashiell Hammett e divenuto in seguito protagonista dei film della serie dell'Uomo ombra (da L'uomo ombra, 1934, di W.S. Van Dyke II in poi). Figli della penna di Raymond Chandler sono invece Sam Spade (Il mistero del falco, 1941, di J. Huston) e Philip Marlowe (Il grande sonno, 1946, di Huston, quindi una serie di altri film che hanno visto, nel ruolo principale, alternarsi tra gli altri H. Bogart, R. Mitchum, P. Newman e E. Gould), mentre a Rex Stout si deve la creazione del personaggio di Nero Wolfe (in Italia interpretato da Tino Buazzelli). Georges Simenon diede vita al commissario Maigret (tra i maggiori interpreti ricordiamo Charles Laughton, Michel Simon, Jean Gabin e Gino Cervi), mentre Earl Derr Biggers fu il creatore del simpatico Charlie Chan, investigatore cinese trapiantato in USA, protagonista di una cinquantina di film. Anche i lavori di Agatha Christie vennero portati sullo schermo: maggiore successo ebbero quelli che avevano come protagonista Hercule Poirot (da Alibi, 1931, di Leslie Hiscott, a Assassino sull'Orient Express, 1974, di Sidney Lumet, a Delitto sotto il sole, 1982, di G. Hamilton), sebbene anche Miss Marple abbia trovato in Margareth Rutherford interprete d'eccellenza. Tra i classici della letteratura poliziesca trasportati sullo schermo non possiamo dimenticare quelli che hanno per protagonista Sherlock Holmes, personaggio di detective creato nel 1887 da Sir Arthur Conan Doyle e presente nel mondo della cinematografia in circa un centinaio di pellicole diverse. In epoca moderne sono soprattutto le trasposizioni di romanzi di Stephen King (per quanto riguarda il giallo a tinte horror: Shining, 1980, di S. Kubrick; Misery non deve morire, 1990, di Rob Reiner; L'ultima eclissi, 1995, di Taylor Hackford) e di John Grisham (per quanto riguarda il cosiddetto "legal thriller", ovvero il giallo ambientato nelle aule di tribunale: Il socio, 1993, di S. Pollack; Il cliente,1994, di Joel Schumacher; Il rapporto Pelikan, 1993, di A.J. Pakula; Il momento di uccidere, 1996, di Joel Schumacher; L'uomo della pioggia, 1997, di F.F. Coppola) a rendere ancora vivo il legame tra letteratura gialla e cinema.

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Dario Argento

Regista cinematografico italiano. Dopo aver lavorato come aiuto sceneggiatore (C'era una volta il West), è passato alla regia affermandosi ben presto come maestro del giallo. Tra i suoi film più noti citiamo: L'uccello dalle piume di cristallo (1970), Quattro mosche di velluto grigio (1971), Profondo rosso (1975). Nella produzione successiva Argento si è avvicinato al filone dell'orrore, ricorrendo spesso all'uso di effetti speciali, come in Suspiria (1977), Inferno (1980), Tenebre (1982), Phenomena (1984), Opera (1987), Due occhi diabolici (1989). Nel 1993 è uscito Trauma, che ha segnato il ritorno del regista al thriller originale, e nel 1996 La sindrome di Stendhal, seguito, nel 1998, da Il fantasma dell'opera, nel 2001, da Non ho sonno e nel 2004 da Il cartaio (n. Roma 1940).

Ingrid Bergman

Attrice cinematografica svedese. Intorno al 1938 si rivelò per la sua fresca sensibilità, per il suo temperamento duttile, per la sua mirabile forza espressiva, come una delle migliori attrici dello schermo. Tra i suoi film: Casablanca (1943), di M. Curtiz; Il dottor Jekyll e mister Hyde (1941), di V. Fleming; Per chi suona la campana (1943), di Sam Wood; Saratoga (1946), di S. Wood; Intermezzo (1939), di G. Ratoff; Angoscia (1944), di G. Cukor; Arco di trionfo (1948), di Lewis Milestone; Giovanna d'Arco (1948), di V. Fleming; Stromboli (1950), di R. Rossellini; Europa 51 (1953), di Rossellini; Assassinio sull'Orient Express (1974), di S. Lumet; Sinfonia d'autunno (1978), di I. Bergman. In tutti i suoi film la sua interpretazione è stata vigile, intelligente e sensibile, anche quando l'attrice è apparsa sacrificata in produzioni poco notevoli o di carattere commerciale (Stoccolma 1915 - Londra 1982).

Film di denuncia e di guerra

Il cinema cosiddetto di denuncia è un cinema per così dire minoritario, ovvero un cinema che aspira ad un successo diverso da quello prettamente commerciale, un successo che si traduce nella trasmissione di messaggi sui quali riflettere e con i quali denunciare, appunto, malesseri e misfatti della società. Un film di denuncia è, per sua definizione, un film contro qualcosa e, per sua stessa natura, coraggioso e difficile. La stagione più proficua di questo tipo di cinema venne vissuta durante gli anni Sessanta, soprattutto negli Stati Uniti dove i movimenti di rivolta studenteschi tracciarono la strada per un importante cambiamento nei rapporti all'interno della società. Il film militante era però iniziato ben prima. Già Chaplin, nei suoi lavori riusciva in un certo senso a denunciare le ipocrisie di una società ostinatamente posta contro coloro appartenenti ai suoi livelli più bassi. Successivamente vennero affrontati i temi della criminalità infantile (Strada sbarrata, 1937, di W. Wyler), dell'errore giudiziario (Io sono innocente, di Fritz Lang), dell'orrore del mondo carcerario (Io sono un evaso , 1932, di M. LeRoy), dell'intolleranza e del linciaggio pubblico (Furia, 1936, di Lang; Vendetta, 1937, di LeRoy), arrivando, nell'immediato dopoguerra, alla denuncia del problema del razzismo (Barriera invisibile, 1947, di E. Kazan; Anime ferite, 1946, e Odio implacabile, 1947, di E. Dmytryk, I migliori anni della nostra vita, 1946, di Wyler). Gli anni della guerra fredda e del cosiddetto maccartismo (la crociata contro gli esponenti della cultura americana simpatizzanti per le ideologie comuniste messa in atto dal senatore McCarthy) contribuirono a rendere il cinema di denuncia essenzialmente clandestino. Durante gli anni Sessanta l'intervento americano in Vietnam e le proteste che ad esso seguirono favorirono la creazione di "film di guerra contro la guerra", tra i quali si ricordano: M.A.S.H. (1969), di R. Altman; Il cacciatore (1978), di M. Cimino; Apocalypse now (1979), di F.F. Coppola; Tornando a casa (1978), di H. Ashby; Platoon (1986), di O. Stone; Full Metal Jacket (1987), di S. Kubrick; Nato il quattro di luglio (1989), di Stone; Schindler's List (1993), di Steven Spielberg; La sottile linea rossa (1998), di Terrence Malick; Salvate il soldato Ryan (1998), di Steven Spielberg; Black Hawk Down (2001), di R. Scott; Il nemico alle porte (2001), di J.-J. Annaud; Il pianista (2002), di R. Polanski.

Locandina di "Salvate il soldato Ryan" (1998) di Steven Spielberg

Locandina di "Salvate il soldato Ryan" (1998) di Steven Spielberg

Durante gli anni Settanta, inoltre, il fenomeno di denuncia continuò, negli Stati Uniti e altrove, con registi come Costantin Costa-Gavras, Andrzej Wajda, Ken Loach, Francesco Rosi, Abbas Kiarostami, Fernando E. Solanas, Gianni Amelio. Abbiamo detto dei film di guerra contro la guerra. Meno schierati ma ugualmente forti per le sensibilità del pubblico, le altre produzioni del genere. Iniziando dalla prima guerra mondiale, con film come La grande parata (1925), di King Vidor, fino ai giorni nostri (con Emir Kusturica che, in Underground, 1995, porta sullo schermo il conflitto nella ex Iugoslavia), i film nei quali la guerra è stata protagonista sono stati moltissimi. Ricordiamo: Cuori del mondo (1918), di D.W. Griffith; All'Ovest niente di nuovo (1930), di Lewis Milestone; Addio alle armi (1932), di Franz Borzage, rifatto nel 1958 da King Vidor; La grande illusione (1937), di Jean Renoir; Arcipelago in fiamme (1943), di Howard Hawks; Roma città aperta (1945), di R. Rossellini; L'arpa birmana (1956), di Kon Ichikawa; Il ponte sul fiume Kwai (1957), di David Lean; La grande guerra (1959), di Mario Monicelli; Il generale Della Rovere (1959), di Vittorio De Sica; I cannoni di Navarone (1961), di J.L. Thompson; Il giorno più lungo (1962), di A. Morton, K. Annanik, B. Wicki; La battaglia di Algeri (1966), di Gillo Pontecorvo; Tora! Tora! Tora! (1970), di Richard Fleischer; K-19 (2002), di K. Bigelow.

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Constantin Costa-Gavras

Pseudonimo di Konstantinos Gavras. Regista cinematografico francese di origine greca. Compiuti gli studi a Parigi, esordì nella regia nel 1965 con un film poliziesco, Vagone letto per assassini. Nel 1969 raggiunse la notorietà con il film Z, l'orgia del potere, un'opera di denuncia della corruzione politica in Grecia. Nel film successivo, La confessione (1970), tratto dal racconto autobiografico del dirigente comunista cecoslovacco Arthur London, Costa-Gavras intese rivolgere una severa critica allo Stalinismo e alla degenerazione dell'apparato burocratico nei Paesi comunisti. Tra gli altri film girati dal regista ricordiamo: L'Amerikano (1972), L'affare della sezione speciale (1975), Chiaro di donna (1979), Missing (1982), Consiglio di famiglia (1987), Tradita (1989), Music Box (1990), La piccola apocalisse (1992), Mad City - Assalto alla notizia (1997), Amen (2002), Cacciatore di teste (2005) (n. Atene 1933).

Kenneth Loach

Regista inglese. Nato da una famiglia di operai, mentre compiva gli studi di legge a Oxford iniziò a interessarsi al teatro sperimentale. Lasciati gli studi, si dedicò alla carriera di attore e regista teatrale in compagnie di provincia. Nel 1961 entrò alla BBC, dove poté maturare un'esperienza che gli risultò molto utile per il passaggio al grande schermo, ove esordì nel 1967 con Poor Cow. È regista particolarmente attento alle problematiche sociali del suo Paese che costituiscono lo sfondo di tutti i suoi film più importanti: Family Life (1971), Riff-Raff - Meglio perderli che trovarli (1991), Piovono pietre (1993), Ladybyrd Ladybyrd (1994), Terra e Libertà (1995), La canzone di Carla (1996), My name is Joe (1998), Bread and Roses (2000), Paul, Mick e gli altri (2001), Sweet sixteen (2002), 11 settembre 2001 (2002), Un bacio appassionato (2004), Tickets (2005) (n. Nuneaton 1936).

Andrzej Wajda

Regista cinematografico polacco. Dopo il diploma alla Scuola superiore di cinema di Lódz, debuttò giovanissimo con Generazione, film del 1955. Dallo stile fortemente drammatico, iniziò a utilizzare il cinema come mezzo di indagine storico-sociale, percorso che lo porterà alla realizzazione di opere quali I dannati di Varsavia (1957), sulla resistenza polacca, Cenere e diamanti, sull'uccisione di un militante comunista e, soprattutto, L'uomo di marmo (1977), sulle criminalità di stato dell'epoca stalinista, e L'uomo di ferro (1981), dedicato alla figura di Lech Walesa e alle lotte del sindacato Solidarnosc. Ad esso seguirono: Danton (1982), dagli alti contenuti ideologici; Un amore in Germania (1983); Korczac (1990), per il quale il regista fu accusato di antisemitismo; Pan Tadeusz (1999); Zemsta - La vendetta (2002). Nel 2000 Wajda venne premiato con l'Oscar alla carriera (n. Suwalki, Polonia 1927).

Film drammatico

Caratterizzato soprattutto dall'assenza di un vero e proprio lieto fine, il film drammatico attraversa tutti i generi (può essere ambientato nel West o nel mondo della musica o ancora fare da sfondo a una vicenda politica) e tutte le epoche. È essenzialmente un film di passioni, di rapporti irrisolti, di amori incompiuti. Ha visto interpreti diversi, dall'inglese Laurence Olivier (La voce nella tempesta, 1939, di William Wyler), agli americani Paul Newman (La gatta sul tetto che scotta, 1958, di Richard Brooks), Robert De Niro (C'era una volta in America, 1984, di Sergio Leone) e Al Pacino (Quel pomeriggio di un giorno da cani, 1975, di Sidney Lumet; Un attimo, una vita, 1977, di Sydney Pollack). Tra i film appartenenti a questa sorta di supergenere ricordiamo: Giglio infranto (1919), di D.W. Griffith; L'angelo del male (1938), di Jean Renoir; Via col vento (1939), di V. Fleming; Ossessione (1943), di Luchino Visconti; Amanti perduti (1945), di Marcel Carné; Il diavolo in corpo (1947), di Claude Autant-Lara; Viale del tramonto (1950), di Billy Wilder; Ha ballato una sola estate (1951), di Arne Mattsson; Gli amanti crocifissi (1954), di Kenji Mizoguchi; Elvira Madigan (1967), di Bo Widerberg; Morire d'amore (1970), di André Cayatte; Love Story (1970), di Arthur Hiller; L'altra faccia dell'amore (1971), di Ken Russell; Anni di piombo (1981), di Margarethe Von Trotta; La signora della porta accanto (1981), di François Truffaut; Voglia di tenerezza (1983), di J.L. Brooks; Ballando con uno sconosciuto (1985), di Mike Newell; Fiori d'acciaio (1989), di H. Ross; Segreti e bugie (1995), di M Leigh; Il paziente inglese (1996), di A. Minghella; Central do Brasil (1998), di W. Salles; La stanza del figlio (2001), di N. Moretti; Lontano dal paradiso (2002) di T. Haynes; Magdalene (2002), di P. Mullan; La 25a ora (2003), di S. Lee; Closer (2004), di M. Nichols.

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Robert De Niro

Attore cinematografico statunitense. Dopo le prime prove cinematografiche, dirette da Brian De Palma, la sua carriera ha registrato un'escalation strepitosa che l'ha portato a rappresentare, insieme ad Al Pacino, la cinematografia statunitense degli anni Settanta. Si è inoltre distinto per la sua particolare capacità mimetica che gli ha permesso di interpretare ruoli diversi gli uni dagli altri con costante successo. Tra i film da lui interpretati ricordiamo: Mean streets (1974), di M. Scorsese; Il padrino (1975), di F.F. Coppola; Novecento, di B. Bertolucci, Taxi driver, di M. Scorsese, e Gli ultimi fuochi, di E. Kazan, tutti del 1976; Il cacciatore (1978), di M. Cimino; Toro scatenato (1981), di Scorsese; Re per una notte (1983), di Scorsese; C'era una volta in America (1984), di Sergio Leone; Innamorarsi (1985), di Ulu Grosbard; Mission (1986), di R. Joffé; Gli intoccabili, di Brian de Palma, e Angel heart, di Alan Parker, entrambi del 1987; Prima di mezzanotte (1988), di Martin Brest; Lettere d'amore (1989), di M. Ritt; Risvegli (1990), di Penny Marshall; Cape Fear (1991), di Scorsese; Heat (1995), di M. Mann; Sleepers (1996), di Barry Levinson; Ronin (1998), di J. Frankenheimer; Terapia e pallottole (1999), di H. Ramis; Flawless (1999), di J. Shumacher; Men of Honor (2000), di G. Tillman; Ti presento i miei (2000), di J. Roach; 15 minuti (2001), di J. Hersfeld; The score (2001), di F. Oz; City by the sea (2002), di M. Caton Jones; Showtime (2002) di Tom Dey; Un boss sotto stress (2002), di H. Ramis; Mi presenti i tuoi (2005), di J. Roach. Ha più volte ottenuto il premio Oscar (n. New York 1943).

Robert De Niro

Robert De Niro

Sir Laurence Olivier

Attore e regista inglese. Compiuti gli studi presso la St. Edward's School di Oxford, esordì in teatro nel 1925. Dal 1926 al 1928 lavorò con la compagnia del Birmingham Repertory Theatre, facendosi notare nella rappresentazione in chiave moderna del Macbeth. Nel 1934 si affermò con La famiglia reale di Ferber e Kaufman, seguita da un memorabile Romeo e Giulietta (1935). Nel 1937 entrò nella compagnia dell'Old Vic, con la quale lavorò fino al 1949. In quel decennio, insieme ad A. Guinness, a R. Richardson e alla moglie V. Leigh, fu tra i protagonisti delle stagioni teatrali londinesi, interpretando Shakespeare, Shaw, Ibsen, Cechov. Dopo una lunga tournée in Francia e negli Stati Uniti, tornato in Inghilterra prese in gestione il St. James Theatre, nel quale rappresentò Cesare e Cleopatra di Shaw e Antonio e Cleopatra di Shakespeare. Nel 1955, insieme a V. Leigh, inaugurò un'altra splendida stagione teatrale a Stratford-on-Avon interpretando La dodicesima notte, Macbeth e, diretto da P. Brook, Titus Andronicus. Tra il 1955 e il 1960, Olivier si dedicò alla drammaturgia contemporanea, presentando L'istrione di Osborne e I rinoceronti di Ionesco, ma nel 1962, divenuto direttore del Chichester Festival e del National English Theatre, ritornò al teatro classico con Otello e Zio Vania. In campo cinematografico, dopo esordi poco felici, si impose in ruoli drammatici con La voce nella tempesta (1939) di W. Wyler, Rebecca, la prima moglie (1940) di A. Hitchcock, Orgoglio e pregiudizio (1940) di R.Z. Leonard. Lavorò come attore e regista nella trilogia composta da Enrico V (1945), Amleto (1948) e Riccardo III (1955), cui fecero seguito: Gli occhi che non sorrisero (1952) di W. Wyler; Il principe e la ballerina (1957), diretto da lui stesso; Gli sfasati (1960) di T. Richardson; L'anno crudele (1962) di P. Glenville; Karthoum (1966) di B. Dearden. Nel 1973 fu costretto, per motivi di salute, ad abbandonare il palcoscenico. Si dedicò, quindi, alla regia teatrale, curando la trasposizione inglese di Sabato, domenica e lunedì (1973) e di Filumena Marturano di Eduardo de Filippo (1977). In campo cinematografico continuò a raccogliere consensi con Gli insospettabili (1972) di J.L. Mankiewicz, Il maratoneta (1976) di J. Schlesinger, Una piccola storia d'amore (1979) di G.R. Hill e War Requiem (1989) di D. Jarman. Nominato baronetto nel 1947, nel 1970 ottenne il titolo di pari d'Inghilterra con il diritto di occupare un seggio alla Camera dei Lord. Nel 1953 ricevette la Legion d'onore francese e nel 1978 un Oscar alla carriera. Le sue memorie sono raccolte nell'autobiografia Confessioni di un attore (Dorking, Surrey 1907 - Steyning, Londra 1989).

Alfredo James Pacino detto Al

Attore cinematografico statunitense. Dopo aver esordito come attore teatrale, negli anni Settanta è passato al cinema, ottenendo enorme successo con Panico a Needle Park (1971) di J. Schatzberg e, in particolare, Il padrino (1972) di F.F. Coppola. Sempre attento nella scelta dei suoi ruoli, Pacino ha lavorato con i più importanti registi statunitensi. Attore estremamente versatile e sensibile, amato sia dal pubblico sia dalla critica, ha alternato con uguale successo parti brillanti e drammatiche, legando il suo nome soprattutto a ruoli d'azione in thriller e polizieschi. Nel 1981 è tornato al teatro con American Buffalo di D. Mamet e, tra il 1982 e il 1983, è stato condirettore artistico all'Actor's Studio. Fra le sue numerose interpretazioni cinematografiche si ricordano: Serpico (1973) di S. Lumet, Lo spaventapasseri (1973) di J. Schatzberg, Il padrino - Parte II (1974) di F.F. Coppola, Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) di S. Lumet, Un attimo, una vita (1977) di S. Pollack, ...E giustizia per tutti (1979) di N. Jewison, Cruising (1980) di W. Friedkin, Scarface (1983) di B. De Palma, Seduzione pericolosa (1989) di H. Becker, Dick Tracy (1990) di W. Beatty, Il padrino - Parte III (1990) di F.F. Coppola, Paura d'amare (1991) di G. Marshall, Scent of a Woman (1992, con cui ha vinto un premio Oscar) di M. Brest, Buio e miele (1992) di M. Brest, Americani (1992) di J. Foley, Carlito's Way (1993) di B. De Palma, Heat - La sfida (1995) di M. Mann, City Hall (1996) di H. Becker, L'avvocato del diavolo (1997), di Taylor Hackford; The Insider (1999), di M. Mann; Ogni maledetta domenica (1999), di O. Stone; People I Know (2002), di D. Algrant; Insomnia (2002), di Ch. Nolan; Simone (2002), di A. Niccol; La regola del sospetto (2003), di R. Donaldson; Il mercante di Venezia (2004), di M. Radford. Nel 1996 diresse e interpretò Riccardo III - Un uomo un re e nel 2000 Chinese Coffee (n. New York 1940).

Al Pacino

Al Pacino

Film d'avventura

Terminiamo con un altro genere che, come il precedente, può abbracciarne altri per ambientazione e caratterizzazione. Il cinema d'avventura è un cinema destinato non solo ai ragazzi, un cinema che permette di sognare luoghi fantastici abitati da personaggi valorosi (pirati, spadaccini, eroi ) o di trasporre in luoghi apparentemente normali occasioni e fantasie prese a prestito dal mondo delle favole. Se all'inizio i personaggi dei film d'avventura derivavano direttamente dai romanzi dello stesso genere (è il caso di Il segno di Zorro, 1929, La maschera di ferro, 1929, Robin Hood, 1922, Il ladro di Bagdad, 1924, tutti interpretati da Douglas Fairbanks), ad essi se ne affiancarono altri che da quelle avventure prendevano comunque spunto (è il caso de Il prigioniero di Zenda, 1922, Scaramouche, 1923, Lo sparviero del mare, 1924). Negli anni Trenta si ampliò il successo dei film della serie dedicata a Tarzan (iniziata nel 1918 e continuata fino al 1999, anno della versione disneyana del film) insieme ad un improvviso impennarsi della produzione del genere causata dall'entrata in vigore del codice di autocensura Hays che limitava le occasioni e le situazioni presentate sullo schermo. Fu allora l'epoca di Capitan Blood (1935), di Michael Curtiz, de Gli ammutinati del Bounty (1935), di Frank William, de Il segno di Zorro (1940), di Rouben Mamoulian, tutti remake di film già girati in precedenza e, a loro volta, destinati ad essere più volte presi ad ispirazione. Arrivando ad epoche più vicine, film d'avventura si ritrovano nelle serie dedicate allo Squalo, a Indiana Jones, a Guerre Stellari (in entrambi gli ultimi casi con interprete Harrison Ford), ma anche alle tante pellicole che hanno come interpreti i bambini (dal Macaulay Culkin di Mamma ho perso l'aereo, 1990, al piccolo protagonista di Free Willy, 1993, nuovi eroi che un tempo avevano visto al loro posto attrici ed attori quali Liz Taylor, Mickey Rooney e Shirley Temple) o gli animali (Beethoven, Babe, successori di Lassie, Rin Tin Tin, Furia). Tra i film del filone avventuroso ricordiamo: I ragazzi della via Pal (1934), di Frank Borzage; L'isola del tesoro (1934), di Victor Fleming, che ha visto alcuni remake, nel 1950, nel 1972, fino a quello del 1989; Capitani Coraggiosi (1937), ancora di Fleming; I tre moschettieri (1948), di George Sidney, anch'esso alla base di numerosi remake fino agli anni Novanta; Ventimila leghe sotto i mari (1954), di Richard Fleischer; Moby Dick, la balena bianca (1956), di John Huston; La guerra dei bottoni (1961), di Yves Robert; Lord Jim (1965), di Richard Brooks; Il vento e il leone (1975), di John Milius; All'inseguimento della pietra verde (1984) e Il gioiello del Nilo (1985), di Robert Zemeckis; Jurassic Park (1993) e Il mondo perduto (1997), di Steven Spielberg; Trappola in alto mare (1992), di Andrew Davis e i suoi sequel; Trappola di cristallo (1988), di John McTiernan, e i suoi sequel; Speed (1995), di Jan de Bont, e i suoi sequel; Mission impossible (1996) di B. De Palma e i suoi sequel MIB - Men in black (1997) e MIB - Men in black II (2002), di B. Sonnernfeld; La maschera di Zorro (1998), di M. Campbell; La tigre e il dragone (2000), di A. Lee; La maledizione della prima luna (2003), di G. Verbinski; Master and Commander (2003), di P. Weir; Il mistero dei templari (2004), di J. Turtletaub; Il nuovo mondo (2005), di T. Malick.

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Harrison Ford

Attore cinematografico statunitense. Rivelatosi in American Graffiti (1973), di George Lucas, e soprattutto nella saga di Guerre stellari (1977), sempre di Lucas, ha ottenuto un grande successo con Blade Runner (1982), di Ridley Scott, e interpretando l'avventuroso ruolo di Indiana Jones in I predatori dell'arca perduta (1981) e Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), entrambi per la regia di Steven Spielberg. Ha dato vita quindi a personaggi di maggior spessore in Witness (1985) e Mosquito Coast (1986), di Peter Weir, Frantic (1988), di Roman Polanski, e Una donna in carriera (1988), di Mike Nichols. Nel 1989 è tornato con un'altra avventura di Indiana Jones, Indiana Jones e l'ultima crociata, sempre di Spielberg. Nel 1990 interpretò Presunto innocente, di A.J. Pakula, nel 1991 A proposito di Henry, di Nichols, nel 1992 Giochi di potere, di Philip Noyce, nel 1993 Il fuggitivo, di Andrew Davis, e nel 1995 Sabrina, remake dell'omonimo celebre film con Audrey Hepburn. Ad essi sono seguiti, tra l'altro, Sette giorni e sette notti (1998), di Ivan Reitman, Destini incrociati (1999), di Sidney Pollack, Le verità nascoste (2000), di R. Zemeckis; K-19: The Widowmaker (2002), di K. Bigelow; Hollywood Homicide (2003), di R. Shelton (n. Chicago 1942).

RIFLESSIONI SUL CINEMA ITALIANO

Una rapida fioritura, un'incredibile fortuna, e infine un'improvvisa decadenza, segnarono le tappe del cinema italiano nei suoi primi dieci anni di vita. L'ascesa ebbe inizio con Gli ultimi giorni di Pompei (1908), di Luigi Maggi, che all'epoca fu giudicato un capolavoro e che fruì anch'esso dell'ottima accoglienza riservata, dal 1905 in poi, a film come La presa di Roma e il primo Quo Vadis? (1913), di Enrico Guazzoni. Il cinema italiano non si limitò ai fasti dell'antica Roma, ma si rivolse anche ai poemi di Omero e del Tasso, e alle opere dei grandi romanzieri. Dall'antichità greca alle guerre del Risorgimento, tutta la storia fu passata in rassegna. Nello stesso periodo Giovanni Pastrone, ingegnere appassionato di cinema, diresse Cabiria, film destinato ad influenzare anche la produzione del grande regista americano David Wark Griffith. Per Cabiria furono costruiti scenari immensi, la cui ampiezza e il grande numero di comparse ebbero la loro influenza sul tipo di inquadratura scelta dal regista, realizzata grazie all'introduzione della cosiddetta "carrellata". La macchina da presa, cioè, veniva montata su carrello e spostata parallelamente o perpendicolarmente rispetto alle scene, in modo da accrescerne la profondità. Il procedimento, brevettato un paio di anni prima da Pastrone stesso, in seguito divenne abituale nella cinematografia di tutto il mondo. Il film fu innovativo anche per quanto riguarda la tecnica narrativa che vide per la prima volta l'introduzione del cosiddetto parallelismo di scene, ovvero scene montate in modo tale da creare una successione logico temporale di due vicende distinte. Girato in Tunisia, Sicilia e Val di Lanzo (utilizzata per la scena del passaggio delle Alpi da parte di Annibale), il film costò un milione di lire-oro, mentre il finanziamento medio dell'epoca era di cinquantamila. L'edizione originale venne poi colorata e virata in dodici tonalità diverse. La scena dei sacrifici umani si avvalse della composizione musicale di Ildebrando Pizzetti, appositamente creata per l'occasione e intitolata La sinfonia del fuoco. Le didascalie, cariche di un lirismo estremo, vennero scritte da Gabriele D'Annunzio. Il film, infine, contribuì alla fama di uno dei suoi personaggi, Maciste, futuro mito del cinema italiano in costume. Dopo il 1914, i drammi mondani prevalsero sui grandi kolossal storici, e venne creato il mito della diva per eccellenza, Francesca Bertini. Dopo la prima guerra mondiale, però, alcune scelte produttive poco oculate e la concorrenza straniera provocarono la rapida scomparsa di un cinema che era stato per alcuni anni il primo del mondo. Intorno al 1930 iniziarono tuttavia a manifestarsi i sintomi di una timida ripresa, soprattutto per merito di registi come Alessandro Blasetti, Mario Camerini e Augusto Genina. Alessandro Blasetti, con il film 1860 (1934), rievocazione in chiave realistica del Risorgimento, realizzò il miglior film italiano del periodo fascista. Mario Camerini descrisse con tono ironico e affettuoso il mondo della piccola borghesia in film come Gli uomini che mascalzoni (1932) e Il signor Max (1937), interpretati da Vittorio De Sica. Augusto Genina girò invece opere di propaganda fascista, anche se non completamente inficiate dalla retorica, con Lo squadrone bianco (1936) e L'assedio dell'Alcazar (1940). Accanto alle produzioni più impegnative, durante il periodo fascista si sviluppò inoltre un filone di film d'evasione, goffe imitazioni della commedia brillante hollywoodiana. Tali opere, per nulla sgradite al regime, erano di solito ambientate tra le classi alte, in paesi di fantasia, e distoglievano il loro pubblico dai gravi problemi dell'epoca. Significativamente furono denominate "film dei telefoni bianchi", poiché tali apparecchi erano inevitabilmente collocati negli ambienti allo scopo di suggerire l'idea del lusso e della raffinatezza.

Il Neorealismo

L'inizio di una nuova stagione per il cinema italiano, preannunciata da Ossessione (1943), di Luchino Visconti, si ebbe solo nell'immediato dopoguerra con Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini, con Anna Magnani, film che segnò una tappa fondamentale nello sviluppo del cosiddetto neorealismo italiano. Tale corrente si proponeva di rappresentare i fatti nei loro aspetti più umani, senza idealizzazioni o mistificazioni, derivate da compiacimenti letterari ed estetici, offrendo una documentazione della vita stessa nella sua nuda realtà quotidiana, così come essa si manifestava nel nostro Paese all'indomani della seconda guerra mondiale. Blasetti può esserne considerato un precursore, poiché, fin dal 1930, lavorava in questa direzione. Inoltre, il neorealismo fu senz'altro aperto alle suggestioni del cinema realista francese, e segnatamente di registi come Jean Renoir, Julien Duvivier e Marcel Carné, nonché del verismo o del naturalismo di alcuni film italiani del periodo 1914-15, derivati dal teatro napoletano (ad esempio Sperduti nel buio, 1914, o Assunta Spina, 1913, di Gustavo Serena, interpretato da Francesca Bertini). I film che maggiormente hanno espresso i caratteri del neorealismo furono: Paisà (1946) e Germania anno zero (1948), di Roberto Rossellini; Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948), di Vittorio De Sica; La terra trema (1948) e Bellissima (1952), di Luchino Visconti. Alla sceneggiatura e all'ideazione del soggetto di gran parte dei film neorealisti diede la sua inconfondibile impronta Cesare Zavattini, la cui poetica si identificò con l'essenza stessa del movimento, nella sua tensione verso la realtà e la storia, la sua aderenza alla cronaca e la sua vocazione antiromanzesca sostenuta anche da una vena originale di elaborazione fantastica e di umorismo surreale. Furono proprio questo intento di essenzialità espressiva e l'impegno morale e politico a sollecitare la maturazione di un linguaggio espressivo nuovo, fondato su tratti caratterizzanti, tra cui spicca la scelta di un modulo recitativo non accademico, basato sul lavoro di attori presi dalla strada. Tale scelta rispondeva all'esigenza di dar corpo ad una dimensione di immediata spontaneità e verità, offrendo anche un ritratto attendibile di tipi umani e di realtà regionali, esaltate sul piano espressivo dall'accentuazione della varietà dei dialetti. Il clima dominante dell'esperienza neorealista influenzò episodicamente anche una certa parte del cinema comico (Guardie e ladri e altri film di Totò diretti da Steno e da Mario Monicelli), arrivando a toccare l'attività di registi come Giuseppe De Santis (Riso amaro, Roma ore undici), Luigi Zampa (Anni difficili), Pietro Germi (Il cammino della speranza), Renato Castellani (Due soldi di speranza) e Alberto Lattuada (Il bandito). Il neorealismo, tuttavia, entrò ben presto in una crisi legata a diversi fattori: il mutato clima politico-sociale, nonché ambiguità di carattere estetico ed altre cause legate all'assetto finanziario dell'industria cinematografica, che in quel momento inaugurava una serie di grandi produzioni, emulando quelle hollywoodiane. Nonostante il suo rapido declino, il neorealismo contribuì a dare nuova linfa al cinema italiano, generando nuovi filoni, primo fra tutti il cosiddetto neorealismo rosa, cioè quel genere intermedio tra il cinema di pura vocazione commerciale e quello ancora volto verso una problematica sociale.

Una scena di "Viaggio in Italia" (1954) di Roberto Rossellini

Una scena di "Viaggio in Italia" (1954) di Roberto Rossellini

Gli anni Sessanta e Settanta

Si è già fatto cenno al fenomeno del cosiddetto neorealismo rosa, caratteristico degli anni Cinquanta del nostro cinema. Con il volgere del decennio, però, le cose iniziarono a cambiare e la commedia, genere ormai quasi codificato, si caricò di valenze sociali che la trasformarono in un classico della cinematografia italiana. Suoi attori simbolo divennero Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e, sul fronte femminile, Monica Vitti. Registi come Pietro Germi, Dino Risi, Antonio Pietrangeli, Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Luciano Salce, Franco Giraldi, Lina Wertmüller, Mario Monicelli furono gli artefici di un successo che, sebbene importante in patria, difficilmente superò i confini, dove imperante era invece il dominio soprattutto statunitense. Posto a sé stante conquistarono invece Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini e Luchino Visconti (per costoro vedi I GRANDI REGISTI)

Gli anni Ottanta e Novanta

Negli anni Ottanta, si misero in luce i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, che seppero giungere ad ampia maturità con i delicati La notte di San Lorenzo, Kaos e Good Morning Babilonia, opere che li posero all'attenzione di tutto il mondo. Iniziò a raccogliere riconoscimenti internazionali anche il regista e attore romano Nanni Moretti, che seppe unire una vena sostanzialmente umoristica all'osservazione dei problemi esistenziali della gioventù e di quelli dello scollamento non solo formale tra ideologia e realtà quotidiana, il tutto filtrato dalle proprie esperienze autobiografiche (Ecce bombo, Bianca, La Messa è finita, Palombella Rossa, Caro Diario, Aprile). Ricordiamo anche Sergio Leone, creatore di molti "spaghetti-western", che nel 1984 presentò il suo capolavoro, il lunghissimo C'era una volta in America, destinato a diventare la sua ultima opera. In luce anche il bolognese Pupi Avati, attento osservatore della vita di provincia e dei rapporti umani in Una gita scolastica, Impiegati, Regalo di Natale, Festa di Laurea Storia di ragazzi e ragazze, La via degli angeli. Mentre continuarono, tra alti e bassi, le carriere di registi importanti (Mario Monicelli, Luigi Comencini, Nanni Loy, Ettore Scola, Marco Bellocchio, Francesco Rosi, Mauro Bolognini, Liliana Cavani, Marco Ferreri, Lina Wertmüller), nuovi talenti iniziarono a proporsi al grande pubblico, soprattutto nell'ambito del genere comico, con personaggi come Roberto Benigni, Massimo Troisi, Maurizio Nichetti, Francesco Nuti, Carlo Verdone (Vedi IL COMICO).

Durante gli anni Novanta e nei primi anni del nuovo millennio, infine, la qualità ritornò a raffinarsi soprattutto grazie all'opera di registi quali Gianni Amelio, Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore, Roberto Faenza, Francesca Archibugi, Giuseppe Bertolucci, Silvio Soldini, Gabriele Muccino, Mimmo Calopresti, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Sergio Rubini, Ferzan Ozpetek. Non mancarono autori brillanti, quali Leonardo Pieraccioni e il trio comico di Aldo Giovanni e Giacomo.

Abbiamo parlato di...

Vittorio Gassman

Attore e regista italiano. Esordì nel 1943 nella compagnia di Alda Borelli; fu primo attore con Elsa Merlini, Evi Maltagliati, poi nella compagnia di Paolo Stoppa e Rina Morelli diretta da Luchino Visconti e in quella del Teatro Nazionale diretta da Salvini. Nel 1952 fondò e diresse con Squarzina il Teatro d'Arte Italiano. Tra le sue interpretazioni teatrali: Tieste (1952) di Seneca, Amleto (1952), Macbeth (1985) e Otello (1956 e 1981) di Shakespeare; nel 1992 è stato interprete di Ulisse e la balena bianca, tratto da Moby Dick, di Melville. Si annoverano inoltre le sue celebri interpretazioni di opere di altri famosi autori, tra cui A. Dumas, T. Williams, J. Cocteau, J. Anouilh, P.P. Pasolini. Nel 1980 ha fondato a Firenze una scuola di recitazione, la "Bottega del teatro", per istruire all'arte teatrale giovani attori. Come attore cinematografico e televisivo ha preso parte a numerosi film, tra i quali: I soliti ignoti (1958), Il sorpasso (1963), L'armata Brancaleone (1966), Profumo di donna (1974), Il deserto dei Tartari (1976), Un matrimonio (1978), La terrazza (1980), Il turno (1981), Tempesta (1982), La vita è un romanzo (1983), La famiglia (1987), Lo zio indegno (1989), La Bibbia (1993), Sleepers (1997). Gassman si è inoltre rivelato scrittore con due romanzi: Un grande avvenire dietro le spalle (1981), a carattere autobiografico, e Memorie del sottoscala (1990), in cui si intrecciano frammenti di poesie e di sceneggiature, ricordi d'infanzia e d'amore, divagazioni sul linguaggio e sul teatro. Nel 1993 ha presieduto la giuria del premio Campiello e ha pubblicato presso Longanesi la raccolta di racconti Mal di parola, ottenendo un buon successo di pubblico. Nel 1995 è tornato sulle scene con Camper, insieme al figlio Alessandro che già aveva diretto in passato. Nel 1996 gli è stato assegnato il Leone d'oro alla carriera nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia (Genova 1922 - Roma 2000).

Vittorio Gassman

Vittorio Gassman

Anna Magnani

Attrice di cinema e di teatro italiana. Nata da padre egiziano e da madre romana, allieva dell'Accademia d'arte drammatica a Roma (i primi consigli li ebbe da Petrolini), debuttò nel cinema con La cieca di Sorrento nel 1934, alternando a questa attività quella di soubrette nel teatro di rivista (con i fratelli De Rege, Totò, Olga Villi, Gino Cervi, Carlo Ninchi) e di prosa. Il suo personaggio di popolana (la risata aggressiva, la parola pesante, ma anche la bontà istintiva, l'umanità sincera) nacque in Campo de' Fiori (1943), film con Aldo Fabrizi, ed esplose nel 1945 in Roma città aperta, di Roberto Rossellini, il primo film del filone neorealistico, dove diede vita a Nannina, impetuosa e generosa, uccisa dai nazisti. In seguito recitò con Luchino Visconti in Bellissima (1951), Jean Renoir in La carrozza d'oro (1952), Daniel Mann in La rosa tatuata (1955), premio Oscar per l'interpretazione, Renato Castellani in Nella città l'inferno (1956), Pier Paolo Pasolini in Mamma Roma (1962). Lavorò per la televisione e comparve per l'ultima volta sullo schermo chiamata da Fellini in una breve scena di Roma (1972) (Alessandria d'Egitto 1908 - Roma 1973).

Marcello Mastroianni

Attore teatrale e cinematografico italiano. Dopo aver conseguito il diploma presso l'Accademia nazionale di arte drammatica, esordì nel 1948 come attore teatrale nella compagnia di L. Visconti, acquisendo una notevole fama con le sue interpretazione in Morte di un commesso viaggiatore, di A. Miller, e in Zio Vania, di A. Cechov. In campo cinematografico iniziò la sua attività nel 1948, imponendosi all'attenzione del pubblico e della critica con i film I miserabili (1948) di R. Freda, Domenica d'agosto (1950) di L. Emmer, I soliti ignoti (1958) di M. Monicelli, Cronache di poveri amanti (1953) di C. Lizzani, Le notti bianche (1957) di L. Visconti. Attore dotato di grande versatilità, in grado di affrontare sia ruoli brillanti, sia ruoli drammatici con grande naturalezza e professionalità, ottenne la sua affermazione sul piano internazionale con il film La dolce vita (1960) di F. Fellini. Dalla collaborazione tra Fellini e Mastroianni nacquero, in seguito, numerosi film di successo: Otto e mezzo (1963), La città delle donne (1980), Ginger e Fred (1985), Intervista (1987). La recitazione intensa di Mastroianni e la sua capacità di rendere personaggi autoironici furono valorizzate da molti registi italiani nelle loro opere. Marco Ferreri lo scelse come protagonista dei suoi film per molti anni, chiamandolo a recitare in Break-up (1965), La cagna (1972), La grande abbuffata (1973), Non toccare la donna bianca (1974), Ciao maschio (1978), Storia di Piera (1983). Ettore Scola richiese la partecipazione di Mastroianni in Dramma della gelosia (1970), Una giornata particolare (1977), La terrazza (1980), Il mondo nuovo (1983), Maccheroni (1985), Che ora è? (1989). La filmografia di Mastroianni comprende inoltre Il bell'Antonio (1960) di M. Bolognini, La notte (1961) di M. Antonioni, Divorzio all'italiana (1961) di P. Germi, I compagni (1963) di M. Monicelli, Matrimonio all'italiana (1964) di V. De Sica, Che? (1972) di R. Polanski, Allonsanfan (1974) di P. e V. Taviani, La pelle (1981) di L. Cavani, Enrico IV (1984) di M. Bellocchio, Oci Ciornie (1987) di N. Michalkov, Miss Arizona (1988) di P. Sandor, Stanno tutti bene (1990) di G. Tornatore, Verso sera (1990) di F. Archibugi, Un due tre stella (1993) di B. Blier, Di questo non si parla (1993) di M.L. Bemberg, La vedova americana (1993) di B. Kidron, Sostiene Pereira (1995) di R. Faenza, Tre vite e una sola morte (1996) di R. Ruiz. Tornato al teatro nel 1996, si fece apprezzare per la sua recitazione sobria e ricca di sfumature in Le ultime lune di F. Bordon, con la regia di G. Bosetti. Nel corso della sua carriera artistica Mastroianni ricevette numerosi premi e riconoscimenti; in particolare gli furono assegnati, nel 1972 il premio come migliore attore a Cannes, nel 1988 il premio alla carriera al Festival del cinema europeo di Berlino, nel 1990 il Leone d'oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia, nel 1993 il César alla carriera (Fontana Liri, Frosinone 1924 - Parigi 1996).

Marcello Mastroianni

Marcello Mastroianni

Alberto Sordi

Attore e regista italiano. Figlio di un direttore d'orchestra, Sordi entrò a far parte del mondo dello spettacolo nel 1936. Fu dapprima fantasista, comparsa, imitatore d'avanspettacolo e doppiatore, vincendo un concorso bandito dalla MGM e diventando la voce italiana di Oliver Hardy. Nel 1942 prese parte alla lavorazione del film di M. Mattioli I tre aquilotti con un ruolo da protagonista, dando così inizio alla sua carriera cinematografica che, fino al 1951, lo relegò a ruoli di minore importanza. Nel 1947 esordì in radio e in tre anni le macchiette da lui presentate (dal Signor Dice a Mario Pio, dal Compagnuccio della parrocchietta al Conte Claro) entrarono a far parte della storia della radiofonia, contribuendo allo stesso tempo a creare il personaggio tipico della futura carriera di Sordi, un giovane romano ingenuo, prepotente e vigliacco nello stesso tempo, pronto a farsi trascinare da passioni passeggere per le quali però non è disposto a sacrificare nulla di sé. Nel 1951, dopo la sua partecipazione al film di R. Savarese Mamma mia, che impressione!, accolto freddamente da critica e pubblico, fu chiamato da F. Fellini che lo volle per la parte dell'attore di fotoromanzi de Lo sceicco bianco (1952) e, successivamente, nel suo I Vitelloni (1953). Sempre nel 1953 interpretò Un giorno in pretura di Steno, nel quale diede vita al personaggio dell'"americano" che lo avrebbe accompagnato anche in caratterizzazioni successive. Nel 1954 prese parte alla realizzazione de Il seduttore, di F. Rossi, alla cui sceneggiatura aveva partecipato R. Sonego che, da quel momento, divenne suo sceneggiatore di fiducia. Negli anni Cinquanta girò numerosissimi film: Un americano a Roma (1954) di Steno, Un eroe dei nostri tempi (1955) di M. Monicelli, La Romana (1956) di L. Zampa, Il conte Max (1957) di G. Bianchi, La grande guerra (1959) di M. Monicelli. Negli anni Sessanta e Settanta, oltre alla vena comico-satirica, sviluppò uno spirito drammatico che trascese a volte nell'inevitabile e sottile tragicità. Tra le opere di questo genere ricordiamo: Tutti a casa (1960) di L. Comencini, Il vigile (1960) di L. Zampa, Una vita difficile (1961) di D. Risi, Il Mafioso (1962) di A. Lattuada, Il maestro di Vigevano (1963) di E. Petri, I complessi (1965) di L.F. D'Amico, Detenuto in attesa di giudizio (1971) di N. Loy, Lo scopone scientifico (1972) di L. Comencini, Un borghese piccolo piccolo (1977) di M. Monicelli. Tra gli altri film, degni di nota sono: Quei temerari sulle macchine volanti (1965) di K. Annakin, Il medico della mutua (1968) di L. Zampa, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) di E. Scola, Nell'anno del Signore (1969) di L. Magni, Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971) di L. Zampa, Roma (1972) di F. Fellini, I nuovi mostri (1977) di D. Risi, Il malato immaginario (1979) di T. Cervi, L'ingorgo (1979) di L. Comencini, Il marchese del Grillo (1981) di M. Monicelli, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984) di M. Monicelli, Troppo forte (1985) di C. Verdone, L'avaro (1990) di T. Cervi, Romanzo di un giovane povero (1995) di E. Scola. Nel 1966 esordì nella regia con Fumo di Londra, da lui interpretato; fu regista e attore anche nei successivi: Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966), Un Italiano in America (1967), Amore mio aiutami (1969), Polvere di stelle (1973), Finché c'è guerra c'è speranza (1974), Il comune senso del pudore (1976), Io e Caterina (1980), Io so che tu sai che io so (1982), Il tassinaro (1983), In viaggio con papà (1983), Tutti dentro (1984), Sono un fenomeno paranormale (1986), Un tassinaro a New York (1987), Assolto per aver commesso il fatto (1992), Nestore l'ultima corsa (1993), Incontri proibiti (1998). Negli anni Ottanta realizzò per la televisione pubblica alcune serie antologiche di brani di film da lui interpretati, raccolte in ordine tematico per ricostruire una storia dei valori e dei costumi dell'Italiano medio nella loro evoluzione durante tutto il XX sec. e intitolate Storie di un Italiano. Nel 1989 interpretò Don Abbondio nella riduzione televisiva dei Promessi Sposi realizzata da S. Nocita (Roma 1920-2003).

Un'immagine di Alberto Sordi

Un'immagine di Alberto Sordi

Ricordo di Alberto Sordi

Ugo Tognazzi

Attore italiano. Abbandonò il lavoro di operaio per dedicarsi al teatro e, durante il secondo conflitto mondiale, si arruolò in marina dove prese parte alla compagnia teatrale delle Forze Armate. Nell'immediato dopoguerra debuttò come comico di avanspettacolo, al fianco, tra gli altri, di L. Masiero, E. Sandri, E. Giusti, D. Gray ed H. Rémy. Durante il biennio 1959-60 ottenne un grandissimo successo con il varietà televisivo Uno due e tre che condusse al fianco di R. Vianello. La sua attività cinematografica iniziò nel 1950, ma Tognazzi riuscì ad affermarsi solo negli anni Sessanta. Tra le sue pellicole migliori, nelle quali seppe adattare le sue innate doti interpretative sia a ruoli drammatici, sia a parti nelle quali si rivelò importante caricaturista, ricordiamo: Che gioia vivere (1961), di R. Clément; Il federale (1961), di L. Salce; La marcia su Roma (1962), di D. Risi; La voglia matta (1962), di L. Salce; L'ape regina (1963), di M. Ferreri; Controsesso (1964), di M. Ferreri; Marcia nuziale (1965), di M. Ferreri; Straziami ma di baci saziami (1968), di D. Risi; Nell'anno del Signore (1970), di L. Magni; Splendori e miserie di madame Royale (1970), di V. Caprioli; Venga a prendere il caffè da noi (1970), di A. Lattuada; La grande abbuffata (1973), di M. Ferreri; Romanzo popolare (1974) e Amici miei (1975), di M. Monicelli; La stanza del vescovo (1977) e Primo amore (1978), di D. Risi; Il vizietto (1978) e Il vizietto II (1980), di E. Molinaro; La tragedia di un uomo ridicolo (1981), di B. Bertolucci; Amici miei, atto II (1982), di M. Monicelli; Amici miei, atto III (1985), di N. Loy. Dopo alcune prove di genere "leggero" (Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada, 1983, di L. Wertmüller; Il petomane, 1983, di P. Festa Campanile; Dagobert,1984, di D. Risi; Matrimonio con vizietto, 1985, di G. Lautner) ritornò con successo al teatro, interpretando nel 1986 Sei personaggi in cerca d'autore (in francese, alla Comédie de Paris), nel 1988 L'Avaro e nel 1989 Mr. Butterfly a fianco di A. Brachetti. Ha fra l'altro curato la regia di alcuni film (Il mantenuto, 1961; Il fischio al naso, 1967; Sissignore, 1968; Cattivi pensieri, 1976; I viaggiatori della sera, 1979) e vari adattamenti per il teatro. Tra le sue ultime interpretazioni cinematografiche si ricordano Ultimo minuto (1987), di P. Avati e I giorni del commissario Ambrosio (1988), di S. Corbucci (Cremona 1922 - Roma 1990).

Monica Vitti

Nome d'arte di Maria Luisa Ceciarelli, attrice teatrale e cinematografica italiana. Esordì in teatro dopo essersi diplomata all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, nel 1953, lavorando nella compagnia di Sergio Tofano. Raggiunse la popolarità soprattutto dopo aver conosciuto il regista cinematografico Michelangelo Antonioni che nel 1959 la volle quale interprete del suo film L'avventura, cui seguirono nel 1960 La notte, nel 1962 L'eclisse, e nel 1964 Deserto rosso. Già nel 1958 era stata la protagonista del film Le dritte di M. Amendola. Nei quattro film di Antonioni, l'attrice diede vita a quattro distinti personaggi femminili tutti improntati alla spregiudicatezza, all'incomunicabilità, all'alienazione che caratterizzano la nostra società attuale. Tra i suoi film più importanti citiamo: Alta infedeltà (1964); Le bambole (1965); La cintura di castità (1967); La ragazza con la pistola (1968); Nini Tirabusciò (1970); Dramma della gelosia (1970); Tosca e Teresa la ladra (1973); Il fantasma della libertà (1974), con la regia di Luis Buñuel; Qui comincia l'avventura (1975); L'anatra all'arancia (1976); L'altra metà del cielo (1977); Amori miei (1978); Letti selvaggi (1979); Camera d'albergo (1980); Il mistero di Oberwald (1980); Tango della gelosia (1981). Nel 1987 ha ottenuto un grande successo con lo spettacolo teatrale La strana coppia di Neil Simon. Nel 1990 ha firmato la regia del film Scandalo segreto, di cui è stata anche protagonista, presentato al festival di Cannes (n. Roma 1931).

Cesare Zavattini

Sceneggiatore e soggettista italiano. Esordì nel 1935 con la sceneggiatura per Darò un milione di Mario Camerini, una delle più riuscite commedie anteguerra. Il suo nome rimane legato al grande periodo del neorealismo di cui è considerato un fondatore insieme a De Sica e con il quale costituiva uno dei più affiatati connubi di regista e sceneggiatore. L'incontro con De Sica avvenne nel 1941 per il film Teresa Venerdì. Nell'enorme produzione di soggetti in questo periodo sono da segnalare: Quattro passi tra le nuvole di Alessandro Blasetti, I bambini ci guardano di De Sica, La freccia nel fianco di Lattuada. Il 1946 è l'anno di Sciucià, dopo il quale, sempre con De Sica, realizzò Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951), Umberto D. (1952), Il tetto (1956), La ciociara (1960), Il boom (1963), Il giardino dei Finzi-Contini (1970). Lavorò anche con L. Emmer, L. Visconti, G. De Santis, dedicandosi alla regia, dopo alcuni episodi in film collettivi, nel 1982 con il film La veritàaa. Prolifico narratore, fu autore di libri (prevalentemente di carattere umoristico), tra i quali ricordiamo: Parliamo tanto di me (1931); I poveri sono matti(1937); Io sono il diavolo (1841); Totò il buono (1943, da cui venne tratto il film Miracolo a Milano); Ipocrita 1943 (1955); Straparole (1967); Non libro (1970); Le voglie letterarie (1974); La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini (1976). Fu anche autore di poesie dialettali (Stincarm'in d'na parola, 1973) (Luzzara 1902 - Roma 1989).

PICCOLO LESSICO

Ambiente

Registrazione di rumori e suoni effettuata nel momento dello svolgimento della scena.

Accelerato

Effetto speciale che si ottiene mediante la proiezione a velocità normale (24 fotogrammi al secondo) di una ripresa effettuata a velocità ridotta, oppure a regolari intervalli di tempo. Il risultato è un'accelerazione dell'azione, nel primo caso usata specialmente nei film comici, nel secondo caso nei documentari (es. lo sbocciare di un fiore).

Bobina

Supporto circolare metallico o di plastica, sul quale si procede all'avvolgimento della pellicola.

Camera car

Automezzo fornito di sospensioni morbidissime, sul quale è posta la camera da presa, utilizzato per le riprese in movimento (esempio lungo una ferrovia, per le strade di una città, ecc.).

Carrellata

Ripresa effettuata mediante l'utilizzo di una macchina da presa montata su un supporto mobile (gru, carrello) e caratterizzata da uno spostamento parallelo o perpendicolare al piano del soggetto. È detta anche panoramica.

Cast

Elenco di tutti coloro che partecipano alla realizzazione di un film, dagli attori, ai tecnici, alle maestranze.

Ciak

Tavoletta di lavagna nera unita a un'asta di legno mobile, su cui vengono scritti in gesso i dati del film (titolo, nome del regista, numerazione della ripresa e dell'inquadratura). All'inizio di ogni scena un incaricato pronuncia i dati scritti sulla tavoletta e, battendo con l'asta sulla tavoletta stessa, dà il via alla ripresa.

Cinemascope

Tipo di ripresa che consente di ampliare il formato delle immagini tramite l'uso di lenti applicate al proiettore.

Cortometraggio

Breve film (la cui durata va da pochissimi minuti fino a circa quindici), soprattutto di carattere documentaristico o d'animazione. Rappresenta la produzione d'esordio di molti cineasti.

Dissolvenza

Effetto che permette di far nascere dall'oscurità un'immagine o di farla sfumare nel buio, in apertura o in chiusura di un'inquadratura. Se l'effetto è ottenuto mediante la sovrapposizione di due inquadrature, si parla di dissolvenza incrociata.

Dolly

Piccola gru dai movimenti morbidi che consente riprese dall'alto.

Doppiaggio

Procedimento volto a sovrapporre alla lingua originale il testo tradotto nella lingua del Paese al quale il film è destinato, aderendo per quanto è possibile al movimento delle labbra che appare sullo schermo.

Effetti speciali

Sia di tipo sonoro, sia di carattere visivo, essi sono utilizzati per aiutare la creazione dell'illusione sonora o visiva dell'azione. Possono essere ottenuti sia grazie a mezzi meccanici, sia tramite manipolazioni elettroniche, computerizzate e digitali.

Esterno

Scena girata all'aperto, in ambienti rurali o urbani.

Flash-back

Procedimento attraverso il quale si compie, interrompendo la narrazione, un salto all'indietro nel tempo per narrare, con le immagini, un ricordo, un antefatto.

Formato

Larghezza della pellicola, che può essere di 8 mm (gonfiata a super 8), 16 mm, 35 mm (la più comune) o 70 mm.

Fotogramma

Ogni singolo riquadro della pellicola.

Gag

Uscita comica o umoristica, verbale o visiva, il cui scopo è suscitare l'ilarità spontanea e improvvisa dello spettatore.

Giraffa

Lunga asta sulla quale è montato il microfono che consente la registrazione di dialoghi, rumori, ecc.

Gru

Braccio meccanico montato su un carrello, utilizzato per effettuare riprese ad ampio spettro.

Inquadratura

Spazio racchiuso da una ripresa e sua durata ininterrotta.

Interno

Scena girata in studio.

Lungometraggio

Termine con cui si indica una pellicola la cui durata supera i 90 minuti.

Macchina a mano

Ripresa effettuata con una macchina da presa leggera che l'operatore maneggia senza l'ausilio di supporti.

Macchina da presa

Apparecchio con il quale è possibile fissare un'immagine sulla pellicola

Macchina fissa

Ripresa effettuata da una macchina da presa che non effettua movimenti.

Mediometraggio

Film dalla durata oscillante tra i 30 e 60 minuti.

Montaggio

Tecnica con la quale si collegano fra loro le varie scene girate, evidenziando così le scelte di regia.

Movimenti di macchina

Movimenti (carrellate, panoramiche, ecc.), effettuati dalla macchina da presa.

Moviola

Strumento attraverso il quale è possibile analizzare, fotogramma per fotogramma, il materiale girato.

Negativo

Pellicola impressionata dalla macchina da presa.

Operatore

Tecnico incaricato dell'uso della macchina da presa.

Passo uno

Ripresa effettuata fotogramma per fotogramma.

Piano-sequenza

Termine indicante una tecnica che crea una specie di montaggio "interno" alla sequenza cinematografica, differenziandosi così dal montaggio vero e proprio, caratterizzato da numerosi stacchi e costituito dall'alternanza di inquadrature veloci. Il piano-sequenza si realizza attraverso complessi movimenti di macchina, che danno luogo a riprese ininterrotte di lunga durata.

Postproduzione

Lavoro di montaggio e realizzazione della copia campione, entrambi successivi alla fine delle riprese.

Presa diretta

Registrazione dei suoni contemporanea alla ripresa.

Scala dei piani

Rapporto tra il corpo umano e la sua presenza nell'inquadratura. Si classifica in TOTALE: l'inquadratura visualizza il personaggio e l'ambiente che lo circonda; FIGURA INTERA: il personaggio è inquadrato interamente dalla testa ai piedi; PIANO AMERICANO: il personaggio è inquadrato dal ginocchio in su; MEZZA FIGURA: dalla cintola in su; MEZZO PRIMO PIANO: dalle spalle in su; PRIMISSIMO PIANO: un particolare del volto; DETTAGLIO: un particolare del corpo (es. una mano).

Scaletta

Ordine cronologico da seguire durante la lavorazione di un film.

Scena

In cinematografia, l'ambiente in cui si svolgono le riprese (set) e più tecnicamente la serie di inquadrature girate nello stesso tempo e nello stesso luogo.

Sceneggiatura

Testo letterario contenente anche le indicazioni tecniche per la ripresa, frutto dell'elaborazione del soggetto, che serve da guida alle riprese stesse.

Sequenza

Insieme di inquadrature che si contraddistinguono dal punto di vista dell'unità di tempo, talvolta di spazio o anche solamente concettuale.

Set

Spazio nel quale vengono effettuate le riprese.

Soggetto

Esposizione dell'intreccio del racconto, ricavato da un testo preesistente o da uno scritto originale.

Suspense

Stato di tensione ansiosa in cui viene a trovarsi lo spettatore, per l'esito incerto delle vicende a cui assiste o per la conoscenza di un particolare ancora ignoto ai protagonisti della storia.

Teatro di posa

Ampio locale utilizzato per le riprese in interno di un film.

Troupe

Gruppo di professionisti che si riunisce per la produzione un film.

Zoom

Procedimento, attuato sfruttando le possibilità della macchina da presa, con il quale, partendo da una inquadratura totale, si stringe su un particolare, portandolo in primo piano.

GRANDI REGISTI

Woody Allen

Pseudonimo di Allen Stewart Konigsberg. Attore e regista cinematografico statunitense. Messosi in luce nel 1966 come interprete del film Ciao, Pussycat, tre anni più tardi iniziò a dirigere una serie di pellicole in cui figurava anche come protagonista: Prendi i soldi e scappa (1969); Il dittatore dello Stato libero di Bananas (1970); Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (1972); Il dormiglione (1973). Bersaglio della sua satira, spesso graffiante e paradossale, è la figura dell'americano medio, timido e complessato, alle prese con i problemi esistenziali che assillano la società contemporanea. Più raffinata e cerebrale è la vena umoristica che impronta i film successivi: Io e Annie (1977), Manhattan (1979), Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1981), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Radio days (1987), New York Stories (1988). Caratterizzata da una più profonda analisi psicologica è la produzione degli anni seguenti: September (1987), Un'altra donna (1988), Crimini e misfatti (1989), Alice (1990), Mariti e mogli (1992). Nel 1993 Allen torna al genere umoristico con Misterioso omicidio a Manhattan, nel 1994 conferma la sua notevole creatività con Pallottole su Broadway, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e nel 1995 dirige e interpreta La dea dell'amore, cui fanno seguito il film musicale Tutti dicono I love you (1996), Harry a pezzi (1997), Accordi e disaccordi (1999), La maledizione dello Scorpione di Giada (2001); Hollywood ending (2002), Anything else (2002), Melinda e Melinda (2004), Match Point (2005) (n. New York 1935).

Woody Allen

Woody Allen

Michelangelo Antonioni

Regista cinematografico. Realizzatore di interessanti documentari e sceneggiatore, Antonioni è stato uno dei principali esponenti del neorealismo nel cinema italiano. La sua vena di pessimismo esistenziale lo ha condotto ad affrontare nei suoi film le tematiche della condizione umana sullo sfondo di una società moderna e meccanizzata, che conduce i suoi personaggi all'alienazione ed alla perdita d'identità. Tra i suoi film: Cronaca di un amore (1950); I vinti (1952); Le amiche (1955); Il grido (1957); L'avventura (1959); La notte (1960); L'eclisse (1962); Deserto rosso (1964); Blow-up (1968); Zabriskie Point (1970); Professione reporter (1975); Il mistero di Oberwald (1980); Identificazione di una donna (1983). Nel 1995 ha ricevuto l'Oscar alla carriera e il Premio speciale della giuria del Festival di Venezia per Al di là delle nuvole, realizzato insieme al tedesco Wim Wenders. Nel 2000 realizzò Destinazione Verna e nel 2004 Eros (n. Ferrara 1912).

Roberto Benigni

Attore e regista italiano. Si è rivelato al grande pubblico nel 1978, partecipando alla trasmissione televisiva L'altra Domenica, segnalandosi per una comicità di tipo surreale, dai toni dissacranti, e per l'intelligente e spesso provocatoria satira di alcuni aspetti del costume della società italiana. Ha poi interpretato diversi film: Berlinguer ti voglio bene (1977), Chiedo asilo (1979), Il Pap'occhio (1980), Il minestrone (1981), Non ci resta che piangere (1984), al fianco di Massimo Troisi, Daunbailò (1986). Ha inoltre firmato la regia di Tu mi turbi (1982), Il piccolo diavolo (1988), in cui ha recitato accanto a Walter Matthau, e di Johnny Stecchino (1991). Nel 1989 è stato l'interprete, al fianco di Paolo Villaggio, del film di F. Fellini La voce della luna. Nel 1992 ha preso parte alla pellicola americana Taxisti di notte mentre nel 1993 è stato il protagonista del film Il figlio della pantera rosa, diretto da Blake Edwards. Nel 1994 è tornato sul set con Il mostro, di cui ha firmato anche la regia. Il successo internazionale è arrivato però con La vita è bella (1997), da egli scritto (con Vincenzo Cerami), diretto e interpretato, che gli ha fruttato l'Oscar come migliore attore protagonista, oltre a quelli di miglior film straniero e migliore colonna sonora. Nel 1999 partecipò al film Asterix e Obelix contro Cesare, di C. Zidi, dedicandosi poi alla realizzazione di Pinocchio (2002) e di La tigre e la neve (2005) (n. Misericordia, Arezzo 1952).

Roberto Benigni con l'Oscar vinto nel 1999 per "La vita è bella"

Roberto Benigni con l'Oscar vinto nel 1999 per "La vita è bella"

Ingmar Bergman

Regista cinematografico svedese. Iniziò la sua carriera come regista teatrale a Stoccolma e passò al cinema, dapprima come sceneggiatore, senza comunque abbandonare del tutto il teatro. Debuttò nella regia cinematografica con il film Krisis (1945). Ha diretto numerosissimi film. Tra i più noti figurano: Un'estate d'amore (1950); Monica e il desiderio (1952); Sorrisi di una notte d'estate (1955); Il settimo sigillo (1956); Il posto delle fragole (1957); Il volto (1958); Come in uno specchio (1961); Luci d'inverno (1962); Il silenzio (1963); A proposito di tutte queste signore (1964); Persona (1966); L'ora del lupo (1967); La vergogna (1968); Il rito (1969); Passione (1970); Sussurri e grida (1973); Scene da un matrimonio (1974); L'immagine allo specchio (1975); L'uovo del serpente (1977); Sinfonia d'autunno (1978); Fanny e Alexander (1983). Tutta l'opera di Bergman, pur molto eterogenea e talvolta contraddittoria nei contenuti, è accomunata da uno stile narrativo particolarmente chiaro e di elevato spessore culturale. Tra i suoi lavori teatrali ricordiamo: Re Lear (1985), Amleto (1988), Lungo viaggio verso la notte (1989), Madame de Sade (1991), e l'opera lirica Le baccanti (1991). Nel 1992 ha firmato la sceneggiatura del film di Bille August Con le migliori intenzioni, basata sulla propria vita, e ha pubblicato Immagini, saggio nel quale racconta la sua lunga esperienza sui set cinematografici. Nel 2000 scrisse la sceneggiatura autobiografica per il film L'infedele, diretto da L. Ullman. Nel 2005 ricevette il Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica (Stoccolma 1918 - Faaro 2007).

Bernardo Bertolucci

Regista cinematografico italiano. Figlio del poeta Attilio Bertolucci, dopo un esordio nel mondo letterario con il volume di poesie In casa del mistero, con il quale si è aggiudicato il premio "Viareggio opera prima" nel 1962, ha iniziato a lavorare nel cinema come aiuto regista di P.P. Pasolini nel film Accattone. Nel 1962 ha realizzato il suo primo film La commare secca, vero cinema di poesia, cui è seguito, nel 1964, Prima della Rivoluzione. Nel 1965 ha realizzato per la RAI il documentario in tre puntate La via del petrolio; nel 1967 è stata la volta di Agonia, un episodio del film Amore e rabbia. Ispirandosi a Il sosia di Dostoevskij, nel 1968, ha girato il lungometraggio Partner, sullo sfondo delle rivolte studentesche e della contestazione giovanile. Nel 1970 ha ottenuto un buon successo con La strategia del ragno, prodotto dalla RAI, e con il lungometraggio Il conformista tratto dall'omonimo romanzo di Moravia. Particolarmente interessanti Ultimo tango a Parigi (1972), che scatenò notevoli polemiche e che per molti anni venne censurato, e Novecento (1976), film in due parti che esplora, attraverso i contrasti e le lotte tra contadini e grandi proprietari padani, la storia d'Italia tra il 1900 e il 1945. Film di notevole impegno artistico è anche La luna (1979), in cui il regista indaga il rapporto madre-figlio in chiave psicanalitica. Del 1981 è La tragedia di un uomo ridicolo, apologo amaro sapientemente imperniato sulla figura di un industriale senza scrupoli (interpretato da Ugo Tognazzi) al quale rapiscono il figlio. Nel 1983 Bertolucci si è dedicato alla produzione di Sconcerto rock di Luciano Mannucci e di Io con te non ci sto più di Gianni Amico. Con un film del 1987, L'ultimo imperatore (al quale sono andati nove Oscar), il regista ha narrato il crollo dell'Impero cinese, mentre con Il tè nel deserto (1991) ha affrontato tematiche marcatamente esistenziali. Del 1993 è Il piccolo Buddha, la storia di una rinascita all'insegna del misticismo indiano, cui sono seguiti Io ballo da sola (1995), L'assedio (1998), Ten minutes older - The cello (2003), The Dreamers - I sognatori (2003) (n. Parma 1941).

Bernardo Bertolucci

Bernardo Bertolucci

Buñuel, Luis

Regista cinematografico spagnolo. Dedicatosi dapprima al cinema come assistente, debuttò nel 1928 con il film surrealista Un chien andalous, in collaborazione con Salvador Dalì. Seguì, l'anno dopo, L'âge d'or, opera violentemente anticonformista e anticattolica. La stessa violenza si ritrova nella polemica sociale di un allucinante documentario sulla miseria delle popolazioni spagnole della Sierra de Gata (Terra senza pane, 1933). Esule dopo la vittoria di Franco, fu negli Stati Uniti, in Francia, in Messico, dirigendo opere varie, tra le quali Los Olvidados (I dimenticati, 1950) storia spietata di un ragazzo traviato, premiato per la migliore regia a Cannes nel 1951. L'ispirazione anticattolica e antiborghese ritornò nel 1961 in Viridiana, considerato da alcuni la sua opera più importante, sintesi delle sue idee ed ossessioni. Seguirono: Diario di una cameriera, Bella di giorno, La via lattea, Tristana, Il fascino discreto della borghesia, Il fantasma della libertà, Quell'oscuro oggetto del desiderio (Calanda, Andalusia 1900 - Città del Messico 1983).

Il regista spagnolo Luis Buñuel

Il regista spagnolo Luis Buñuel

Frank Capra

Regista cinematografico statunitense. Figlio di emigranti italiani che nel 1903 si stabilirono negli Stati Uniti, fece vari mestieri prima di arrivare al cinema dove approdò lavorando soprattutto come inventore di gag per Harry Langdon in numerosi cortometraggi. Esordì nel 1926 con La grande sparata e Long pants e la sua carriera di regista si sviluppò negli anni dal Trenta al Quaranta, periodo in cui il presidente F.D. Roosevelt parlava di società rinnovata e prospera. I film di Capra. contribuirono a rendere più evidente l'immagine dell'americano medio, ottimista, generoso, leale, capace di grandi imprese. Maestro della commedia cinematografica egli ha fuso nei suoi film una carica di profonda umanità, piena di notazioni psicologiche e riferimenti alla vita quotidiana. Tra i suoi film più famosi: Femmine di lusso (1931), Proibito (1932), Signora per un giorno (1933), L'amaro tè del generale Yen (1933), Accadde una notte (1934), Strettamente confidenziale (1934), È arrivata la felicità (1936), Orizzonte perduto (1937), L'eterna illusione (1938), Mr. Smith va a Washington (1939), Arsenico e vecchi merletti (1944), La vita è meravigliosa (1946), La gioia della vita (1950), Angeli con la pistola, (1962), rifacimento di Signora per un giorno. Nel 1971 pubblicò l'autobiografia Il nome sopra il titolo, apparsa in Italia solo nel 1989 (Palermo 1897 - La Quinta, California 1991).

Francis Ford Coppola

Regista e produttore cinematografico statunitense. Compiuti gli studi di cinematografia presso l'UCLA, dove ebbe modo di conoscere il futuro regista Roger Corman, iniziò la sua carriera artistica come sceneggiatore e adattatore di film stranieri. Nel 1962 realizzò il suo primo lungometraggio, Questa sera di sicuro!, cui fecero seguito Terrore alla tredicesima ora (1963), Buttati Bernardo (1966), Sulle ali dell'arcobaleno (1968), Non torno a casa stasera (1969). Nel 1971 e nel 1974 diresse le due parti de Il padrino, dal romanzo di M. Puzo, che gli assicurarono un enorme successo in tutto il mondo. Successivamente girò La conversazione (1974), un film di notevole interesse politico, che costituisce un amaro spaccato dell'America dell'epoca. Riconfermatosi regista di valore internazionale con Apocalypse Now (1979), tratto dal romanzo Cuore di tenebra, di J. Conrad, a partire dal 1980 lavorò in coppia con G. Lucas nella produzione di importanti opere cinematografiche tra le quali ricordiamo Kagemusha di A. Kurosawa. Tornato alla regia, nel 1981 girò il musical Un sogno lungo un giorno, cui fecero seguito I ragazzi della 56a strada (1983), Cotton Club (1984), Rusty il selvaggio (1984), I giardini di pietra (1987), Il padrino parte III (1990), Dracula (1992), Jack (1996), L'uomo della pioggia (1997). Nel 1992, alla Mostra del Cinema di Venezia, gli è stato conferito il Leone d'oro alla carriera (n. Detroit, Michigan 1939).

Francis Ford Coppola

Francis Ford Coppola

George Cukor

Regista cinematografico statunitense. Direttore dell'Empire Theatre di New York, regista teatrale a Broadway e a Rochester, si dedicò al cinema all'avvento del sonoro. Tra i suoi film più importanti: Piccole donne (1933), David Copperfield (1934), Scandalo a Filadelfia (1940), Nata ieri (1950), È nata una stella (1954), Le girls (1957), My Fair Lady (1964), Rapporto a quattro (1969), Amore fra le rovine (1975), Il giardino della felicità (1976), Ricche e famose (1981) (New York 1899 - Hollywood 1983).

Cecil Blount De Mille

Regista e produttore cinematografico statunitense. Esordì come attore teatrale e come scrittore di commedie; nel 1912 fondò, con J. Lasky e S. Goldwyn, la Jesse Lasky Feature Play Company, che si sarebbe poi trasformata nella Paramount. In campo cinematografico esordì nel 1913 con la regia del film The Squaw Man, girato nell'allora poco frequentata Hollywood. Da allora si dedicò all'attività di regista, prediligendo i soggetti storici, avventurosi e religiosi. Realizzò opere di innegabile efficacia spettacolare, caratterizzate da un chiaro gusto per il grandioso e per le grandi scene di massa, ma anche da una precisa ricostruzione d'ambiente. Le opere migliori sono quelle dei primi anni di attività, soprattutto I prevaricatori (1915). I numerosi film da lui diretti negli anni successivi (complessivamente una settantina) spaziano ampiamente nei generi cinematografici affrontati, dalle commedie agli western, ai film storici di ambientazione romana, medievale e moderna: Giovanna d'Arco (1917), I dieci comandamenti (edizione muta 1923, edizione a colori 1956), Il Re dei Re (1927), Il segno della croce (1932), Cleopatra (1934), La conquista del West (1937), Giubbe rosse (1940), La storia del dottor Wassel (1943), Sansone e Dalila (1949), Il più grande spettacolo del mondo (1952) (Ashfield, Massachusetts 1881 - Hollywood 1959).

Brian De Palma

Regista cinematografico statunitense. Laureatosi in Fisica alla Columbia University, si avvicinò al cinema in qualità di cameraman. Dopo alcuni brevi cortometraggi che gli valsero numerosi premi ai festival cinematografici studenteschi, entrò in contatto con il dipartimento di cinema della New York University, grazie al quale girò, nel 1966, Festa di nozze, suo primo lungometraggio. Il successo venne con il film horror Le due sorelle (1973), cui fecero seguito Il fantasma del palcoscenico (1974), Complesso di colpa (1976), Carrie, lo sguardo di Satana (1976), nei quali è presente un sapiente mélange di spunti legati al mondo dell'horror, del paranormale, del thriller e dell'erotismo. Tra i suoi film più famosi ricordiamo Scarface (1983), Omicidio a luci rosse (1984) e Gli intoccabili (1987), quest'ultimo vincitore di un Oscar. Del 1990 è Il falò delle vanità e del 1992 Doppia personalità. Nel 1993 il regista diresse Carlito's Way, film noir interpretato da Al Pacino e Sean Penn, mentre nel 1996 girò Mission: Impossible, ispirato all'omonima serie televisiva americana degli anni Sessanta, cui fecero seguito Omicidio in diretta (1999), Mission to Mars (2000), Femme fatale (2002) e Dalia nera (2006) (n. New York 1940).

Vittorio De Sica

Regista e attore italiano. Esordì nel cinema nel 1917 (Il processo Clemenceau) in un ruolo di secondo piano e in teatro nel 1921 come attore brillante nella compagnia di Tatiana Pavlova. Fece quindi parte delle compagnie di Luigi Almirante, Sergio Tofano e Giuditta Rissone (che sposò nel 1937), prima di formarne una propria nel 1935 (De Sica-Rissone-Melnati). Nel 1931 iniziò con La vecchia signora la carriera di attore cinematografico, specializzandosi in parti comico-sentimentali. Passato alla regia nel 1940 con Rose scarlatte, diresse in seguito Maddalena, Zero in condotta (1940), Teresa Venerdì (1941), Un garibaldino al convento (1942), in collaborazione con lo scrittore Cesare Zavattini, con cui realizzò alcuni capolavori del neorealismo; Sciuscià (1946), indagine umana e sociale sui ragazzi abbandonati; Ladri di biciclette (1948), il suo film più noto, sul triste fenomeno della disoccupazione; Miracolo a Milano (1951), una favola surreale sulle condizioni di vita di un gruppo di barboni; Umberto D. (1952), dedicato al padre, sulla solitudine e vecchiaia di un pensionato, considerato il suo capolavoro. A partire dal 1953 (Stazione Termini) ha inizio una nuova fase della produzione del regista che vedrà l'alternarsi di opere dignitose (L'oro di Napoli, 1954, film a episodi da G. Marotta; Il tetto, 1956; Un mondo nuovo, 1966) ad altre nel complesso mancate (Il giudizio universale, 1961; I sequestrati di Altona, 1962) e ad alcuni film di grande successo: La ciociara, 1960, Il boom, 1963; Ieri, oggi, domani, 1964; Matrimonio all'italiana, 1965, dal Filumena Marturano di E. De Filippo; Il giardino dei Finzi Contini, Oscar 1972 per il miglior film straniero; Il viaggio, 1974 (Sora 1902 - Parigi 1974).

Federico Fellini

Regista cinematografico italiano. Nel 1939 arrivò a Roma riuscendo ad entrare in contatto con gli ambienti cinematografici della capitale e gli furono commissionati alcuni copioni e testi radiofonici. Nell'ottobre del 1943 sposò Giulietta Masina, che sarebbe stata in seguito l'interprete di tanti suoi film. La sua carriera ebbe una svolta decisiva con la partecipazione alla sceneggiatura di Roma città aperta (1945), che segnò l'inizio della fruttuosa collaborazione con Roberto Rossellini, protrattasi sino a Europa '51 (1952). Molti registi si erano ormai accorti della sua abilità di sceneggiatore. Collaborò con Lattuada e Germi; l'esordio nella regia avvenne nel 1951 con Luci del varietà, prodotto in collaborazione con lo stesso Lattuada, ma il primo film di sua completa realizzazione fu Lo sceicco bianco (1952), in cui abbondano i riferimenti autobiografici come del resto ne I vitelloni (1953), magnifica rievocazione degli anni trascorsi in provincia. Ormai Fellini era entrato nella cerchia dei più famosi registi italiani. Da allora ogni suo film venne seguito con crescente interesse dalla critica e dal pubblico. La strada (1954), Il bidone (1955) e Le notti di Cabiria (1957) furono altrettanti successi. Ma il vero capolavoro di Fellini, il film che gli diede un'enorme popolarità anche all'estero, fu La dolce vita (1960) che, se scandalizzò la critica più tradizionale e conservatrice, fu un fenomeno di rilevanza internazionale e caratterizzò tutta un'epoca cinematografica. Nel 1961 Fellini diresse un episodio di Boccaccio '70 (Le tentazioni del dottor Antonio) e tornò successivamente all'indagine autobiografica in Otto e mezzo (1963), altro suo grande capolavoro, e Giulietta degli Spiriti (1965) che, malgrado la toccante interpretazione di Giulietta Masina, lasciò indifferente parte della critica che vide nel film la ripetizione di temi già precedentemente affrontati ad un più alto livello artistico. Seguirono: l'episodio Toby Dammit del film Tre passi nel delirio, I clowns, realizzato per la televisione, Fellini Satyricon e Roma. L'elemento autobiografico ritornò dominante in Amarcord (1973), in cui il regista unisce ricordi e memorie personali ad una ironica ricostruzione dell'epoca fascista, che fa da sfondo all'intero film. Successivi furono Casanova (1976), singolare ritratto del famoso seduttore e avventuriero veneziano del Settecento, e Prova d'orchestra (1979), apologo breve, ma graffiante, della società italiana e dei suoi mali. In seguito tornò al filone irrealista, inaugurato con Otto e mezzo, con la Città delle donne (1980), sorta di viaggio immaginario e surreale nell'universo femminile e femminista. Dopo il successo di un nuovo grande affresco d'epoca, E la nave va (1983), dove si fondono fantasia ed ironia, il regista romagnolo osservò con occhio critico il mondo della televisione in Ginger e Fred (1986). Ricordiamo, inoltre, L'intervista (1988) e La voce della luna (1990). Nel 1985, alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, ricevette un premio alla carriera mentre nel 1993, poco prima di morire, gli venne conferito l'Oscar alla carriera (Rimini 1920 - Roma 1993).

John Ford

Pseudonimo di Sean Aloysius Feene. Regista cinematografico statunitense. Entrato nel cinema nel 1914 come attore, divenne assistente alla regia, e nel 1920 poté dirigere il suo primo film (Just Pals). Creatore del genere western, fu anche un abile narratore di storie belliche, drammatiche ed avventurose in genere. Tra le sue migliori pellicole alcune sono entrate nella storia del cinema come opere classiche: Il traditore (1905), Ombre rosse (1939), Furore (1940). Tra gli altri film: Il sottomarino (1930), La pattuglia sperduta (1934), Uragano (1937), La via del tabacco (1941), Com'era verde la mia valle (1941), Sfida infernale (1946), La croce di fuoco (1947), Il massacro di Fort Apache (1948), Rio Bravo (1950), Il sole splende alto (1953), Sentieri selvaggi (1956), L'uomo che uccise Liberty Valance (1961), La conquista del West (1962), Il grande sentiero (1964) (Cape Elizabeth, Maine 1895 - Palm Springs, California 1973).

Alfred Hitchcock

Regista cinematografico inglese. Dopo aver compiuto i suoi studi in un collegio di Gesuiti a Londra, svolse attività di redattore pubblicitario, titolista e sceneggiatore. La sua predilezione a creare scene cariche di suspense a sfondo psicologico e introspettivo, grazie alle quali si è guadagnato l'appellativo di "maestro del brivido", è già presente nei suoi primi film (The lodger, 1926; Blackmail, primo film inglese parlato, 1929): intrighi al limite dell'incubo, situazioni angosciose fondate soprattutto sull'inseguimento, il tutto arricchito da uno squisito senso di tensione e di humor. Dopo L'uomo che sapeva troppo (1934) e Il club dei 39 (1935), Hitchcock si trasferì a Hollywood dove confermò la sua vocazione di ironico "mago del brivido". Tra i suoi numerosi film, che raggiunsero livelli commerciali non piu superati, ricordiamo: Amore e mistero (1936); Il sospetto (1942); La finestra sul cortile (1953); Il delitto perfetto (1954); Caccia al ladro (1955); Intrigo internazionale (1956); La donna che visse due volte (1958); Psycho (1960); Gli uccelli (1963); Marnie (1964); Il sipario strappato (1966); Topaz (1969); Frenzy (1972); Complotto di famiglia (1976) (Londra 1899 - Hollywood 1980).

Un'immagine del "mago del brivido" Alfred Hitchcock

Un'immagine del "mago del brivido" Alfred Hitchcock

John Huston

Regista cinematografico statunitense. Di origine irlandese, figlio di una giornalista e dell'attore Walter Huston, attraverso i genitori venne a contatto con gli ambienti artistici e intellettuali degli anni '20 e '30. Dotato di una vasta cultura, dopo le più disparate esperienze (fu pugile, giornalista, scrittore, attore teatrale), entrò nel mondo del cinema e si stabilì a Hollywood con un contratto di sceneggiatore per la Warner Bros. Il suo primo film fu Il mistero del falco (1941), realizzato con uno stile incisivo e asciutto, che ottenne un enorme successo sia di pubblico che di critica. Successivamente girò Il tesoro della Sierra Madre (1947), che gli valse l'Oscar per la regia e al padre quello per il miglior attore non protagonista; L'isola di corallo (1948); Stanotte sorgerà il sole (1949); Giungla d'asfalto (1950); La prova del fuoco (1951) e La Regina d'Africa. Fra gli altri suoi film ricordiamo: La notte dell'iguana (1964), La Bibbia (1966), Fobia (1980), Fuga per la vittoria (1981), Annie (1982), Sotto il vulcano (1983), L'onore dei Prizzi (1985) e The dead (1987), questi ultimi due interpretati dalla figlia Anjelica (Nevada, Missouri 1906 - Newport, Rhode Island 1987).

Elia Kazan

Regista, attore teatrale e cinematografico statunitense, di origine armena. Trasferitosi negli USA in giovanissima età, frequentò i corsi della scuola d'arte drammatica all'università di Yale; tra il 1932 e il 1939 lavorò con la compagnia del Group Theatre ottenendo un notevole successo. Nel 1940 iniziò l'attività di regista teatrale; mise in scena preferibilmente opere drammatiche quali Morte di un commesso viaggiatore e Un tram che si chiama desiderio. Dal 1944 si occupò di regia cinematografica, divenendo uno dei maggiori rappresentanti della tendenza neorealistica negli USA. Tra le sue realizzazioni: Tutte le mie canzoni e Radici profonde, per il teatro; Un albero cresce a Brooklyn, Mare d'erba, Barriera invisibile (Oscar come miglior film e miglior regia nel 1948), Bandiera gialla, Viva Zapata!, Salto mortale, Fronte del porto (che ottenne 3 Oscar nel 1955), La valle dell'Eden, Baby Doll, Un volto nella folla, Splendore nell'erba, oltre ad alcune versioni cinematografiche di opere già dirette per il teatro: Il compromesso (1969); Gli ultimi fuochi (1976). Ha pubblicato due romanzi: La controfigura (1975) e Atti d'amore (1978). Nel 1999 ha ricevuto l'Oscar alla carriera (Costantinopoli 1909 - New York 2003).

Stanley Kubrick

Regista cinematografico americano. Iniziò l'attività come fotoreporter per la rivista "Look". Nel 1952 girò il suo primo film importante, The Killing, proiettato in Italia con il titolo Rapina a mano armata, e si affermò in campo internazionale con Orizzonti di gloria (1957), storia di un'offensiva dell'esercito francese durante la prima guerra mondiale. Per l'insipienza degli alti comandi, essa si risolveva in una carneficina, ma i responsabili mandavano alla fucilazione alcuni soldati, dopo un sommario processo per codardia. Kubrik realizzò in seguito: Spartacus (1960); Lolita (1962), cercando di ricreare i personaggi di Nabokov soprattutto con la singolarità dell'ambientazione; Il dottor Stranamore (1963), previsione e insieme scongiuro della tragedia atomica; 2001 Odissea nello spazio (1968), con il quale, impiegando singolari effetti visivi e sonori, tentò di accordare le esigenze spettacolari con le intenzioni espressive; Arancia meccanica (1971), film in cui portò alle ultime conseguenze il conflitto fra l'organizzazione della società moderna, dominata dalla tecnocrazia e dalla costrizione dell'uomo in case, quartieri, città, e il libero arbitrio. Dopo aver offerto prove convincenti con Barry Lyndon e Shining, nel 1987 diresse Full Metal Jacket, seguito, nel 1999, da Eyes Wide Shut, terminato poco prima di morire (New York 1928 - Londra 1999).

Stanley Kubrick

Stanley Kubrick

Akira Kurosawa

Regista cinematografico giapponese. L'originalità del suo talento venne alla ribalta nel 1948 con il film L'angelo ubriaco, tragica sintesi del disorientamento morale e sociale del dopoguerra. Ottenne fama mondiale con Rashomon (1950), premiato al festival di Venezia del 1951. Il suo prestigio venne consolidato da I sette samurai (1954). Altre sue opere, egualmente importanti sono: Vivere (1952), La fortezza nascosta (1958), Sanjuro (1967), Do-deska-den (1971). Grande successo di pubblico e di critica hanno avuto le sue successive opere, Dersu Uzala (1976, premio Oscar), Kagemusha - L'ombra del guerriero (1980) e Ran (1985), ispirato al Re Lear di Shakespeare e a un'antica leggenda giapponese. Nel 1990 diresse Sogni, ricevendo nello stesso anno l'Oscar per la carriera. Del 1991 è Rapsodia in agosto e del 1993 Madadayo, storia delicata di un vecchio professore, persona sensibilissima, in grado, per la sua saggezza e semplicità, di farsi amare. Nei suoi film Kurosawa ha cercato di innestare i più moderni fermenti della cultura occidentale nella tradizione artistica del Giappone. Ha creato anche una sua originalità di linguaggio con un montaggio ardito, che alterna frenetici movimenti di macchina con scene di prolungata staticità (Tokyo 1910-1998).

Fritz Lang

Regista cinematografico austriaco. Dopo essersi dedicato nei primi anni della giovinezza alla pittura e all'illustrazione, cominciò a scrivere sceneggiature ed esordì nel cinema nel 1918-19. Aderì alla corrente dell'Espressionismo e realizzò alcune pellicole importanti nella storia del cinema e nella cultura europea. Ricordiamo: Dottor Mabuse, del 1922; I Nibelunghi, in due parti (La morte di Sigfrido e La vendetta di Crimilde) diretto nel 1923-1924; Metropolis, del 1926; Meine Stadt sucht eine Morder, del 1931; in Francia realizzò Liliom nel 1933. Dopo l'avvento del Nazismo si trasferì negli Stati Uniti, dove diresse Furia (1936), in cui affrontò il problema del linciaggio, e un serie di film di genere western: Il ritorno di Frank James nel 1940; Western Union, nel 1941; Duello mortale, nel 1941; Prigioniero del terrore, nel 1943. Realizzò in seguito diversi film gialli fra cui La strada scarlatta (1945); Maschere e pugnali (1946); Dietro la porta chiusa (1947); La confessione della signora Doyle (1951) (Vienna 1890 - Los Angeles 1976).

Sergio Leone

Regista cinematografico italiano. Figlio del regista Roberto Roberti, dopo un lungo tirocinio come aiuto-regista, soggettista, collaboratore alla sceneggiatura, esordì nel 1961 con un film mitologico di buona fattura, Il colosso di Rodi. Nel 1964, con lo pseudonimo di Bob Robertson, realizzò il primo di una lunga serie di western "all'italiana", Per un pugno di dollari, a cui seguirono Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto e il cattivo (1966), C'era una volta il West (1968), Giù la testa (1971). Questi film si distinguevano dal tipico western americano per la maggiore drammaticità delle scene e l'esaltazione della ricerca dei particolari, che, unite ad una notevole spettacolarità, contribuirono al successo di pubblico e ai favolosi incassi. Dopo un periodo di inattività, è ritornato al cinema nel 1984 con lo splendido C'era una volta in America, incentrato sulla vita di alcuni gangster nell'America degli anni Trenta (Roma 1926-1989).

Sergio Leone

Sergio Leone

George Lucas

Regista cinematografico statunitense. Interessato al cinema sin da piccolo, frequentò corsi di cinematografia alla Southern University of California realizzando in seguito cortometraggi d'animazione. Con l'aiuto del regista e amico F. Ford Coppola, di cui era aiutante, diresse il suo primo lungometraggio, L'uomo che fuggì dal futuro nel 1971. Con American Graffiti (1973), quadro preciso e nostalgico sulla gioventù statunitense degli anni '60, ottenne il primo grande successo, poi confermato da Guerre Stellari (1977), che si aggiudicava diversi premi Oscar e che dava inizio ad una fortunata serie di film di genere fantascientifico di cui Lucas diventava produttore: L'impero colpisce ancora (1980), Il ritorno dello Jedi (1983) e, diversi anni dopo, Star Wars episodio I - La minaccia fantasma (1999), Star Wars episodio II - L'attacco dei cloni (2002) e Star Wars episodio III - La vendetta dei Sith (2005). Nel 1981 produsse il film di genere avventuroso I predatori dell'arca perduta, nel 1984 Indiana Jones e il tempio maledetto, nel 1989 Indiana Jones e l'ultima crociata, tutti diretti dal regista S. Spielberg e interpretati da Harrison Ford (n. Modesto, California 1945).

Louis Malle

Regista cinematografico francese. Nel 1955 prese parte alla spedizione della nave Calypso organizzata da J. Cousteau (col quale collaborò diversi anni) e alla realizzazione di Il mondo del silenzio, un documentario sulla fauna sottomarina: prestò la sua collaborazione tecnica a È scappato un condannato a morte di R. Bresson (1956). Debuttò nella regia con Ascensore per il patibolo (1958), imperniato su un delitto scoperto casualmente. Il film successivo, Gli amanti (1958, Leone d'oro a Venezia), con Jeanne Moreau, narra di una moderna Madame Bovary dell'alta società provinciale. Con Zazie nel metrò (1960) portò sullo schermo l'omonimo testo di R. Queneau. Nel 1962 realizzò Vita privata, velleitaria denuncia di una vedette a cui viene negata una normale vita privata; e nel 1963 Fuoco fatuo, sulla crisi che conduce al suicidio un intellettuale del bel mondo. Quindi diresse Viva Maria! (1965), un episodio di Tre passi nel delirio (1968), Soffio al cuore (1971), Cognome e nome: Lacombe Lucien (1974), scritto in collaborazione con lo scrittore Patrick Modiano. Trasferitosi negli Stati Uniti realizzò Pretty baby (1978), Atlantic City (1980), vincitore del Leone d'Oro di Venezia, quindi La mia cena con André (1981), Crackers (1983), Alamo Bay (1985), sui problemi derivanti dall'insediamento dei profughi vietnamiti nel territorio del Golfo del Messico, Arrivederci ragazzi (1987), autobiografico, vincitore del Leone d'oro di Venezia, Milou a Maggio (1990), rievocazione affettuosa e irriverente dell'atmosfera del 1968, Il danno (1992), Vania sulla 42a strada (1994) (Thumeries 1932 - Los Angeles 1995).

Mario Monicelli

Regista italiano. Figlio del giornalista e critico letterario Tomaso Monicelli, esordì come sceneggiatore e aiuto regista di modesti film comici. Passato durante gli anni Cinquanta all'attività registica in coppia con Stefano Vanzina, diresse otto film comici aventi come protagonista principale Totò. Ritenuto il padre della commedia all'italiana (Vita da cani 1950; Guardie e ladri, 1951; I soliti ignoti, 1958; La grande guerra, premiato con il Leone d'oro al Festival di Venezia del 1959; Risate di gioia, 1960; Romanzo popolare, 1974), Monicelli girò magistralmente anche film drammatici come Caro Michele (1976), tratto dall'omonimo romanzo di Natalia Ginzburg, e Un borghese piccolo piccolo (1977), trasposizione cinematografica del romanzo di Vincenzo Cerami. Tra le altre realizzazioni cinematografiche, dove la satira di costume si sposa felicemente con l'affettuosa e commossa partecipazione del regista alle sventure dei suoi personaggi, citiamo: I compagni (1963), Casanova '70 (1965), L'armata Brancaleone (1966), La ragazza con la pistola (1968), Vogliamo i colonnelli (1973), Amici miei (1975, da un soggetto di Pietro Germi), Viaggio con Anita (1979), Temporale Rosy (1980), Camera d'albergo e Il marchese del Grillo (1981), Amici miei atto II (1982), Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984), Le due vite di Mattia Pascal (1985), Speriamo che sia femmina (1986), Il male oscuro (1990), Rossini! Rossini! (1991), Parenti serpenti (1992), Cari fottutissimi amici (1994), Facciamo Paradiso (1995), tratto da un racconto di G. Pontiggia, Panni sporchi (1999). Mostrò il suo impegno politico e sociale partecipando ai due film collettivi Un altro mondo è possibile (2001) e Lettere dalla Palestina (2003). Nel 1991 gli venne assegnato il Leone d'oro alla carriera (n. Viareggio, Lucca 1915).

Giovanni Moretti detto Nanni

Regista e attore cinematografico italiano. Dopo aver girato alcuni cortometraggi in superotto, si è imposto nel 1976 con il lungometraggio Io sono un autarchico; ha raggiunto il pieno successo nel 1978 con Ecce Bombo, un film autobiografico e ironico sulla gioventù post-sessantottina. Nelle pellicole successive ha rappresentato le inquietudini della sua generazione attraverso l'analisi psicologica del protagonista dei suoi film, interpretato da Moretti stesso, come in Sogni d'oro (1981), Bianca (1983) e La messa è finita (1985), con cui ha vinto l'Orso d'argento al Festival di Berlino. Nel 1986 ha fondato insieme ad A. Barbagallo la casa di produzione cinematografica Sacher Film, che si occupa prevalentemente della realizzazione delle opere prime di giovani registi italiani. Nel 1991 ha aperto a Roma il cinema Nuovo Sacher. Dopo aver collaborato alla sceneggiatura di alcune pellicole (ad esempio, Notte italiana di C. Mazzacurati), nel 1989 è tornato alla regia con Palombella rossa, in cui sono esposti timori e speranze dei giovani comunisti di fronte alla svolta del partito. Nel 1991 ha dato buona prova di sé come attore ne Il portaborse di D. Lucchetti. Nel 1993 ha diretto e interpretato Caro diario, pellicola a carattere fortemente autobiografico; nel 1995 è stato protagonista e produttore del film di M. Calopresti La seconda volta, storia di un incontro tra una terrorista e la sua vittima. Nel 1997 ha diretto e interpretato Aprile, nel 2001 La stanza del figlio, Palma d'oro al Festival di Cannes e nel 2006 Il caimano (n. Brunico, Bolzano 1953).

Locandina di "Aprile" (1997) di Nanni Moretti

Locandina di "Aprile" (1997) di Nanni Moretti

Mike Nichols

Pseudonimo di Michael Igor Peschkowoskij. Regista teatrale e cinematografico statunitense di origine tedesca. Dopo aver compiuto un lungo apprendistato come attore di teatro e cabaret e dopo un'esperienza televisiva in coppia con Elaine May, si impose nella regia teatrale portando sulle scene di Broadway le commedie A piedi nudi nel parco (1963) di N. Simon, Non tutti ce l'hanno (1964) di A. Jellicoe, Luv (1964) di M. Schisgal e La Strana Coppia (1965) di N. Simon. Debuttò, quindi, nel cinema con Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966), film tratto dal dramma di E. Albee e vincitore di quattro premi Oscar. Nel 1967 diresse Il laureato (che gli valse un premio Oscar e che portò al successo l'attore Dustin Hoffmann) e, nel 1970, il discusso film antimilitarista Comma 22, tratto dall'omonimo romanzo di J. Heller. Seguirono: Conoscenza carnale (1971), Il giorno del delfino (1973), Tre uomini e una dote (1976), Silkwood (1983), Affari di cuore (1986), Frenesie militari (1987), Una donna in carriera (1988), A proposito di Henry (1991), Wolf (1994), Piume di struzzo (1996), Primary Colors - I colori della vittoria (1998), Da che pianeta vieni (2000), Wit (2001), realizzato per la televisione, e Closer (2004). Autore sensibile e attento alle problematiche della realtà contemporanea, Nichols ha espresso spesso nelle sue opere la propria posizione contro l'aridità della civiltà consumistica e il pericolo insito nei miti che essa crea (n. Berlino 1931).

Ermanno Olmi

Regista cinematografico italiano. Esordì nel 1959 col documentario Il tempo s'è fermato, cui seguirono film di varia natura, ricchi di spunti lirici: Il posto (1961), E venne un uomo (1965, sulla vita di Papa Giovanni XXIII), Un certo giorno (1968), I recuperanti (1969), Durante l'estate (1971). Nel 1978 realizzò L'albero degli zoccoli, film vincitore del festival di Cannes, interpretato da attori non professionisti e che registrò un largo successo mondiale per il messaggio fortemente nostalgico legato alla cultura contadina. Seguendo un simile percorso registico realizzò nel 1981 Cammina cammina..., seguito da Lunga vita alla signora! (1987), La leggenda del santo bevitore (1988), vincitore del Leone d'Oro al Festival di Venezia. Dopo una breve incursione teatrale con Piccola città (1990), di T. Wilder, nel 1993 ha diretto e sceneggiato Il segreto del bosco vecchio, un magistrale film che riprende il racconto di Buzzati, affidando la figura del protagonista, il colonnello Procolo, ad un superbo Paolo Villaggio. Del 2001 è invece Il mestiere delle armi, affresco storico-sociale dell'Europa all'avvento delle armi da fuoco: la pellicola ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui 9 premi David di Donatello. Seguirono Cantando dietro i paraventi (2003), Tickets (2005), Cento chiodi (2006). È direttore di un'importante scuola di cinema da egli stesso fondata (n. Bergamo 1931).

Pier Paolo Pasolini

Scrittore, poeta e regista cinematografico italiano. Laureatosi in Lettere a Bologna, dal 1943 al 1949 visse in Friuli, dove si dedicò allo studio della letteratura dialettale, fondando l'Academiuta di lenga furlana e la rivista "Stroligut". Nel 1942 pubblicò una raccolta di poesie in friulano (Poesie a Casarsa), dedicandosi anche al teatro dialettale (I turcs tal Friùl, uscito postumo nel 1976). Il suo interesse per la cultura dialettale trovò poi espressione in due antologie: Poesia dialettale del Novecento (1952), in collaborazione con M. Dell'Arco, e Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare (1955). Nel 1950, denunciato per immoralità, per sfuggire allo scandalo provocato dalla rivelazione della sua omosessualità, si trasferì a Roma. Da quel momento vicenda biografica e attività letteraria si intrecciarono nella continua testimonianza di una propria diversità e nell'attenzione rivolta a tutti i "diversi" ed emarginati, dai ragazzi delle borgate romane, ai diseredati del Terzo mondo, attraverso la polemica contro tutte le costrizioni e le convenzioni ufficiali. Nel 1955 pubblicò il romanzo Ragazzi di vita, che gli procurò un processo per oscenità, e nel 1959 Una vita violenta, entrambi scritti nel dialetto e nel gergo delle borgate romane, un affresco della miseria, dello squallore, della violenza di un mondo ai margini della società. Nel 1957 era frattanto apparsa la raccolta di versi Le ceneri di Gramsci, la sua prima importante raccolta di poesie in italiano, che testimoniò del suo impegno politico e dell'intento di affidare alla poesia una missione civile. Nei primi anni Sessanta Pasolini esordì come regista cinematografico; Accattone (1961), Mamma Roma (1962), l'episodio de La ricotta (1963) sembrano riprendere il mondo romanesco dei romanzi, traducendolo nel linguaggio delle immagini. Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (1974) sono le opere più famose. Nel frattempo svolse anche le attività di autore teatrale e giornalista. Nel 1975, anno della sua morte, uscì il film Salò o le 120 giornate di Sodoma, tratto da un romanzo di Sade, che provocò ulteriore scandalo (Bologna 1922 - Roma 1975).

Roman Polanski

Regista cinematografico polacco. Compì gli studi presso la Scuola statale di teatro e cinema di Lodz, diplomandosi nel 1959. Dopo un esordio come attore in parti secondarie con il regista A. Wajda, diresse alcuni cortometraggi: Due uomini e un armadio (1958), Quando cadono gli angeli (1959). Nel lungometraggio esordì nel 1962 con Il coltello nell'acqua, considerato un capolavoro fedele agli schemi della tragedia classica. Trasferitosi in Occidente, vi diresse alcuni tra i film più importanti della sua carriera tra i quali: Le più belle truffe del mondo (1963), Repulsion (1965), Cul-de-sac (1966), Per favore, non mordermi sul collo (1967), Rosemary's Baby (1968), Macbeth (1971), Che? (1973), Chinatown (1974), L'inquilino del terzo piano (1976), Pirati (1985), Frantic (1988), Luna di fiele (1992), La morte e la fanciulla (1994), La nona porta (1999), Il pianista (2002), palma d'oro a Cannes e vincitore di tre premi Oscar, Oliver Twist (2005). Recitò nel film di G. Tornatore Una pura formalità (1993) (n. Parigi 1933).

Dino Risi

Regista cinematografico italiano. Compiuti gli studi di medicina e psichiatria, si dedicò al cinema. Lavorò come aiuto regista per M. Soldati e A. Lattuada e, dopo aver frequentato i corsi di regia tenuti a Ginevra da J. Feyder, iniziò a scrivere articoli di cinema sul quotidiano "Milano Sera". Esordì con il cortometraggio Barboni (1946), premiato alla mostra di Venezia, seguito da Strade di Napoli (1947), Cortili (1947) e Buio in sala (1948), tutti di chiara ispirazione neorealista. Nel 1952 girò il suo primo lungometraggio, Vacanze col gangster. Negli anni Cinquanta realizzò una serie di pellicole legate alla quotidianità dell'Italia del dopoguerra, tra le quali ricordiamo Poveri ma belli (1956) e i film della serie Pane amore e...(1955). Nel 1961 diresse Una vita difficile, amara analisi della generazione che, dopo la Resistenza, avrebbe sperato in una vita migliore, e nel 1962 Il sorpasso, con V. Gassman e J.-L. Trintignan, impietoso ritratto della società del boom economico. Si orientò quindi verso film comici dal sapore amaro, interpretati da grandi attori, primo fra tutti Gassman, e caratterizzati dalla sua spiccata abilità di caustico osservatore della realtà, come nel caso di I mostri (1963), Il tigre (1967), Il profeta (1968), Straziami ma di baci saziami (1968), Vedo nudo (1969), La moglie del prete (1970). Negli anni Settanta la vena di sarcasmo divenne più spiccata, assumendo a volte l'aspetto di vera e propria tragicità (In nome del popolo italiano, 1972; Profumo di donna, 1977; La stanza del vescovo, 1977; Caro papà, 1979). Gli anni Ottanta videro Risi protagonista della cinematografia comico-grottesca con titoli quali Sono fotogenico e un episodio de I seduttori della domenica (1980), Sesso e volentieri (1982), Dagobert (1984) e Scemo di guerra (1985). Si dedicò quindi alla fiction televisiva, realizzando ...E la vita continua (1985), Carla (1988), La ciociara (1989), Missione d'amore (1992). Tra i successivi lavori cinematografici ricordiamo: Vita coi figli (1990), Tolgo il disturbo (1992), Giovani e belli (1996), Esercizi di stile (1996) (n. Milano 1916).

Francesco Rosi

Regista cinematografico italiano. Dopo aver esordito in ambito radiofonico e teatrale, collaborò alla sceneggiatura di alcuni film significativi, diretti da L. Visconti (La terra trema, 1950; Senso, 1954), da L. Zampa (Processo alla città, 1952) e da M. Antonioni (I vinti, 1953). Nel 1952 concluse Camicie rosse, opera incompiuta di G. Alessandrini, e nel 1957 diresse La sfida, pellicola di denuncia civile sull'ingerenza della camorra nel mercato di Napoli, che vinse il premio Opera prima alla mostra del cinema di Venezia. I magliari (1959) proseguì il filone dell'indagine sociale e Salvatore Giuliano (1961), film inchiesta di taglio esemplare, gli offrì la possibilità di soffermarsi su alcune ragioni di disagio e di malessere esistenti in Italia. Mani sulla città (1963), Leone d'oro a Venezia, continuò sulla via del cinema d'analisi che il regista nella prova successiva, Il momento della verità (1965), sembrò tuttavia aver abbandonato a vantaggio della ricerca estetizzante e della descrizione del pittoresco e del favolistico, particolarmente evidente nella realizzazione di C'era una volta (1967). Dopo queste ultime prove, Rosi si rivolse a temi più autentici, come Uomini contro (1970), tratto dal libro Un anno sull'altopiano di E. Lussu e caratterizzato da un acceso antimilitarismo, Il caso Mattei (1972) e Lucky Luciano (1973), tutti interpretati da G.M. Volontè. Diresse poi Cristo si è fermato a Eboli (1979), basato sull'omonimo romanzo di C. Levi, e Cadaveri eccellenti (1975), tratto da Il contesto di L. Sciascia. Nel 1984 si impegnò nella versione cinematografica della Carmen di Bizet, cui seguirono Cronaca di una morte annunciata (1987), Dimenticare Palermo (1990), che segnò il ritorno ai temi di denuncia politico-sociale, e La tregua (1997), tratto dall'omonimo testo di P. Levi (n. Napoli 1922).

Roberto Rossellini

Regista cinematografico e televisivo italiano. Compì studi artistici, filosofici e letterari; nel 1936, scoperta la passione per il cinema americano, produsse, a livello artigianale, cinque cortometraggi (Prélude à l'après-midi d'un faune, 1936; Daphné, 1936; La vispa Teresa, 1939; Il tacchino prepotente, 1939; Fantasia sottomarina, 1939). Nel 1938 collaborò alla sceneggiatura e alla regia di Luciano Serra pilota, di G. Alessandrini, e nel 1941, per conto del ministero della Marina, girò il film semidocumentaristico La nave bianca, in collaborazione con il regista militare F. De Robertis. Questa pellicola, nettamente di propaganda, fu seguita da altre due, Un pilota ritorna (1942) e L'uomo della croce (1943), a formare quella che venne considerata la sua "trilogia della guerra fascista". L'impegno del regista con il regime fascista fu però di breve durata e nel 1944, di concerto con un gruppo di amici, tra cui S. Amidei e A. Consiglio, sviluppò il progetto per un lavoro che presentasse la città di Roma oppressa dalla paura, ferita nel profondo dall'esperienza della guerra. Il film, Roma città aperta, uscì nel 1945, diventando il capostipite di quella corrente cinematografica caratteristica dell'Italia del dopoguerra che sarebbe stata il Neorealismo. Nel 1946 Rossellini realizzò Paisà, nel quale, ripercorrendo il viaggio degli Alleati dallo sbarco in Sicilia alle rive del Po, volle presentare una serie di situazioni e personaggi strettamente legati alla guerra e alla sua tragica quotidianità. Nel 1947 diresse Germania anno zero: il film, narrando il peregrinare di un ragazzo tedesco nella Berlino distrutta dalle bombe e il suo suicidio finale, appare come la rappresentazione di una crisi morale ed esistenziale che in quel momento si faceva sentire ovunque in Europa. Nel 1948 Rossellini abbandonò le prospettive storico-sociali della sua arte per dedicarsi ad argomenti e motivi più personali e intimisti, presenti ne L'amore (1948), Francesco, giullare di Dio (1950) e nella cosiddetta "trilogia della solitudine", composta da Stromboli, terra di Dio (1949), Europa '51 (1952) e Viaggio in Italia (1954), tutti interpretati dalla seconda moglie del regista, l'attrice svedese I. Bergman. Nel frattempo Rossellini girò altri film, da La macchina ammazzacattivi (1948-51) a La Gioconda (1953), da I sette peccati capitali (1952) a Dov'è la libertà (1953), a La paura (1954), e nel 1957 partì per un viaggio-studio in India. Attratto da quel Paese per il suo forte misticismo, ne ritornò carico di suggestioni che riversò nel suo India (1958). Nel 1959 realizzò Il generale Della Rovere, vincitore del Leone d'oro alla mostra del cinema di Venezia ex-aequo con La grande guerra di Monicelli, e nel 1960 Era notte a Roma, ambientato durante la seconda guerra mondiale. Sempre nel 1960, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'unità d'Italia in programma per l'anno successivo, Rossellini realizzò Viva l'Italia, una sorta di grande affresco sulle imprese di Garibaldi e dei Mille; il Risorgimento fu alla base anche di Vanina Vanini (1961). In quegli anni il regista decise di sperimentare nuovi mezzi di comunicazione visiva e iniziò a scrivere e dirigere per la televisione, a volte in collaborazione con il figlio Renzo. Nel 1964 padre e figlio realizzarono L'età del ferro, un programma composto da cinque episodi di chiaro intento didattico. Nel 1966 Rossellini girò Presa del potere di Luigi XIV, seguito da La lotta dell'uomo per la sua sopravvivenza (1967), diretto dal figlio e da lui solo curato, L'idea di un'isola (1967), Atti degli Apostoli (1968), Socrate (1970), Pascal (1971), Agostino d'Ippona (1972), L'età di Cosimo (1973), Cartesius (1974). Nel 1974 tornò al cinema con Anno uno, dedicato alla figura di A. De Gasperi, e nel 1975 realizzò la sua ultima opera cinematografica, Il Messia, una rivisitazione laica della vita e delle opere del Cristo. Rossellini fu anche regista teatrale. Nel 1953 diresse l'Otello di Verdi e la Giovanna d'Arco di Claudel e Honegger (quest'ultimo lavoro fu ridotto cinematograficamente nel 1954 nel film Giovanna d'Arco al rogo) e nel 1961 Uno sguardo dal ponte (Roma 1906-1977).

Ettore Scola

Regista cinematografico italiano. Giornalista, collaboratore di periodici umoristici, esordì nell'ambiente cinematografico alla fine degli anni Cinquanta collaborando, in veste di co-sceneggiatore, alla realizzazione di alcuni film di successo tra i quali si ricordano: Un americano a Roma (1954), di Steno; Il conte Max (1957), di G. Bianchi; Il mattatore (1960), Il sorpasso (1962) e I mostri (1963), di D. Risi; Anni ruggenti (1962), di L. Zampa e buona parte della produzione di A. Pietrangeli fino al 1965. Nel 1964 esordì nella regia con Se permettete parliamo di donne e La congiuntura, ai quali seguirono commedie di costume vivaci e leggere ma cariche anche di graffiante umorismo, a volte alle soglie del grottesco e non prive di una certa volgarità. Tra le opere del periodo ricordiamo: Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968); Il commissario Pepe (1969); Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970). Nel 1973 realizzò una sorta di film-documento, Trevico-Torino. Viaggio nel FIAT-nam, basato sulle difficoltà di inserimento degli operai meridionali nella realtà industriale del Settentrione. L'anno dopo fu la volta di C'eravamo tanto amati, uno spaccato dolce-amaro di 30 anni di vita italiana attraverso le vicende di un gruppo di amici, mentre del 1976 fu Brutti, sporchi e cattivi. Con Una giornata particolare (1977), storia dell'incontro tra un intellettuale omosessuale e una casalinga proletaria nel giorno della visita di Hitler a Roma, Scola volle affrontare il tema della solitudine e dell'emarginazione culturale, aiutato nel suo intento dalle magistrali interpretazioni di M. Mastroianni e S. Loren. Seguirono poi: La terrazza (1980), amaro ritratto del fallimento di un gruppo di intellettuali cinquantenni; Passione d'amore (1981), struggente storia d'amore ambientata nell'Italia del 1863; Il Mondo Nuovo (1982), una personale versione dell'episodio della fuga di Luigi XVI verso Varennes nel 1791; Ballando ballando (1984), un film senza dialoghi che, con l'ausilio di brani musicali, narra 50 anni di storia francese; Maccheroni (1985); La famiglia (1987), spaccato di un secolo di vita italiana; Splendor (1988) e Che ora è (1989), entrambi interpretati da M. Mastroianni e M. Troisi, quest'ultimo voluto dal regista anche nel suo Il viaggio di Capitan Fracassa (1990); Mario Maria e Mario (1993), una storia familiare in cui amore e passione politica si intrecciano; Romanzo di un giovane povero (1995), le cui componenti si rifanno al film noir e alla tragedia familiare; la commedia La cena (1998), ritratto della media borghesia romana, Concorrenza sleale (2001), ambientato all'epoca dell'emanazione delle leggi razziali, Gente di Roma (2003), bozzetti sulle personalità e le problematiche di una serie di cittadini della capitale. Partecipò anche al film collettivo Lettere dalla Palestina (2003) (n. Trevico, Avellino 1931).

Martin Scorsese

Regista e produttore cinematografico statunitense. Studiò Cinematografia alla New York University, esordendo nella regia nel 1969 con Chi sta bussando alla mia porta?, pellicola in bianco e nero dai forti contenuti realistici, ambientata in una Little Italy autobiografica. Lo stesso ambiente sociale fece da sfondo a Mean streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno (1972), film in cui si ripresentano tutte le ossessioni personali del regista, magistralmente interpretate e dirette. Nel 1974 realizzò Alice non abita più qui, ritratto crudo, ma efficace, delle difficoltà incontrate da una vedova che cerca di uscire dalla propria difficile situazione economica. È tuttavia con Taxi driver (1976) che Scorsese raggiunse la fama internazionale. Ad esso seguirono il malinconico New York, New York (1977), Toro scatenato (1981), una sorta di biografia del pugile J. La Motta, e Re per una notte (1983). Nel 1986 si affermò quale miglior regista al festival di Cannes con Fuori orario, mentre due anni dopo presentò al festival di Venezia L'ultima tentazione di Cristo, film che suscitò innumerevoli critiche e polemiche. Nel 1989 diresse l'episodio intitolato Lezioni di vero del trittico New York Stories e nel 1990 Quei bravi ragazzi, nel quale offrì un'immagine cruda del mondo mafioso attraverso il racconto di un gangster pentito e accusatore; a questa pellicola venne attribuito il Leone d'Argento alla XLVII Mostra del Cinema di Venezia. Seguirono poi il thriller Cape Fear. Il promontorio della paura (1991), rifacimento del celebre film di J. Lee Thompson; L'età dell'innocenza (1993), dall'omonimo romanzo di E. Wharton; Casinò (1995), amara considerazione sulla mancanza di valori dell'America degli anni Ottanta; Kundun (1997), sulla vita del Dalai Lama; Al di là della vita (1999); Gangs of New York (2002), kolossal storico ambientato nella New York delle origini; The Aviator (2005), biografia del miliardario Howard Hughes. Nel 2001 presentò a Cannes un lungo documentario sull'Italia e nel 2005 realizzò un film-documentario sulla vita di Bob Dylan, No direction home (n. Flushing, Long Island 1942).

Ridley Scott

Regista inglese. Dopo aver svolto l'attività di regista pubblicitario, esordì nel lungometraggio nel 1976 con I duellanti, rivelando subito eccellenti doti e una tecnica brillante. Negli anni successivi realizzò film che ottennero grande successo di pubblico e il consenso della critica, dedicandosi soprattutto alla fantascienza (Alien, 1979; Blade Runner, 1982). Della produzione più recente si segnalano Legend (1985), Black rain - Pioggia sporca (1989), Thelma & Louise (1991), 1492 - La scoperta del Paradiso (1992); Il gladiatore (2000), vincitore di numerosi premi Oscar; Hannibal (2001), nuovo capitolo della saga di Hannibal Lecter dopo Il silenzio degli innocenti; il film di guerra Black Hawk Down (2001); l'amaro Il genio della truffa; il kolossal Le Crociate (2005)(n. South Shields, Gran Bretagna 1939).

Steven Spielberg

Regista cinematografico statunitense. Figlio di un ingegnere elettronico e di una pianista, iniziò ad appassionarsi di cinematografia a dieci anni, utilizzando una 8 mm del padre. Nel 1962 ebbe l'occasione, fornitagli dal padre stesso, di proiettare un suo film, Firelight, in un cinema affittato apposta per l'occasione. Studente di Letteratura inglese alla California State University, realizzò il cortometraggio Amblin', nel quale compagni di corso e amici accettarono di lavorare, e impressionò favorevolmente i dirigenti della Universal che lo vollero con loro. Dal 1969 al 1973 lavorò nel settore televisivo dell'azienda (MCA-TV), girando una decina di tv movie, tra i quali Duel, che venne distribuito nelle sale riscuotendo notevole successo. Ad esso seguirono lavori diversi, che spaziavano dall'avventura pura e semplice alla pellicola di impegno sociale e di denuncia, e che lo consacrarono definitivamente nel mondo cinematografico internazionale: Sugarland express (1974); Lo squalo (1975); Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977); 1941: Allarme a Hollywood (1979); la serie dei film con protagonista Indiana Jones (I predatori dell'arca perduta, 1980; Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984; Indiana Jones e l'ultima crociata, 1989); E.T. - L'extraterrestre (1982); Ai confini della realtà (1983); Il colore viola (1985); L'impero del sole (1987); Always - Per sempre (1989); Jurassic Park (1993); Schindler's List (1993); Il mondo perduto (1997); Amistad (1997); Salvate il soldato Ryan (1998); AI: intelligenza artificiale (2001), da un soggetto di S. Kubrick; Minority Report (2002); Prova a prendermi (2002); The Terminal (2004); La guerra dei mondi (2005); Munich (2006). Fondò anche una casa di produzione, la Amblin Entertainment, con la quale realizzò pellicole di notevole successo, tra le quali si ricordano: Gremlins (1984), di J. Dante; Ritorno al futuro (1985) e Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988), di R. Zemeckis; Arachnophobia (1990), di F. Marshall; Casper (1995), di B. Silberling; Twister (1996), di J. de Bont; Il principe d'Egitto (1998), di B. Chapman, S. Hickner e S. Wells; Shrek (2001), di A. Adamson e V. Jenson (n. Cincinnati, Ohio 1947).

Locandina di "Jurassic Park" (1993) di Steven Spielberg

Locandina di "Jurassic Park" (1993) di Steven Spielberg

Oliver Stone

Regista e sceneggiatore statunitense. Dopo avere frequentato l'università di Yale, si arruolò nell'esercito; ferito in Vietnam, nel 1968 si congedò, tornando a New York e iscrivendosi ai corsi di cinema della New York University. Debuttò nella regia nel 1974 con Seizure, dedicandosi altresì alla stesura di sceneggiature, per una delle quali, Fuga di mezzanotte (film diretto da A. Parker nel 1978) vinse l'Oscar. Altre sue sceneggiature furono quelle di: Conan il barbaro (1982), di J. Milius; Scarface (1983), di B. De Palma; L'anno del dragone (1985), di M. Cimino; Otto milioni di modi per morire (1986), di H. Ashby. Nel 1981 diresse La mano, mentre del 1986 sono due pellicole dal forte impatto politico-sociale: Salvador, dedicato alla rievocazione degli orrori del Fascismo nello Stato centro-americano, e Platoon, cruda e impietosa ricostruzione di episodi della guerra del Vietnam, ispirata alla propria esperienza personale, che vinse l'Oscar come miglior film e garantì a Stone quello come miglior regista. Dopo Wall Street (1987), dedicato agli intrighi del mondo della finanza, e Talk Radio (1989), impegnato a denunciare le ipocrisie della società americana, nel 1989 fu la volta di Nato il quattro di luglio, un'altra storia vera legata al Vietnam che gli fece vincere il secondo Oscar come miglior regista. Seguirono: The Doors (1991), dedicato alla vita del musicista Jim Morrison; JFK - Un caso ancora aperto (1991), un lungo film-documento che si proponeva di illustrare moventi e mandanti dell'omicidio di J.F. Kennedy; Tra cielo e terra (1994), sul Vietnam, questa volta visto dalla parte delle donne vietnamite; Assassini nati - Natural Born Killers (1994), un atto di denuncia nei confronti dei mass media di carattere scandalistico; Nixon - Gli intrighi del potere (1995), biografia dell'ex presidente degli Stati Uniti; U-Turn - Inversione di marcia (1997); Ogni maledetta domenica (1999); Alexander (2004). Fu anche autore di documentari storici contemporanei: Persona non grata (2003), dedicata ai protagonisti del conflitto arabo-israeliano (Arafat, Barak, Netanyahu, Peres), e Comandante (2003), dedicato a Fidel Castro (n. New York 1946).

Jacques Tati

Pseudonimo di Jacques Tatiscev. Regista e attore cinematografico francese. Nipote dell'ultimo ambasciatore zarista a Parigi, Tati fu dapprima giocatore di rugby, quindi attore di cabaret e music-hall, dove impersonò sketch ispirati al mondo sportivo. Dopo aver lavorato in alcuni cortometraggi comici e aver partecipato alla realizzazione di alcuni film di C. Autant-Lara (Solo una notte, 1945; Il diavolo in corpo, 1947), nel 1947 realizzò un cortometraggio (La scuola dei postini) che preparò la strada al suo primo lungometraggio, Giorno di festa (1949), protagonista del quale è un postino che porta scompiglio in un tranquillo villaggio della provincia francese (il film sarà restaurato e ripresentato al pubblico nel 1995 grazie all'interessamento della figlia di Tati). Nel 1953, con Le vacanze di Monsieur Hulot, Tati introdusse il personaggio lunare e strampalato di Hulot, uomo tranquillo e innocente, a disagio in un mondo frenetico nel quale la normalità sembra, a tutti gli effetti, anormale. I film della serie di Hulot, sorta di Charlot francese con in più l'innocenza di B. Keaton (Mio zio, 1958; Play Time - Tempo di divertimento, 1967; Monsieur Hulot nel caos del traffico, 1971) segnarono la futura carriera di Tati, conclusasi nel 1974 con Il circo di Tati, realizzato originariamente per la televisione (Le Pecq, Val-d'Oise 1907 - Parigi 1982).

Paolo e Vittorio Taviani

Registi cinematografici italiani. Di formazione marxista ma di famiglia borghese, iniziarono l'attività come collaboratori di V. Orsini, con il quale realizzarono documentari, sceneggiature e i lungometraggi Un uomo da bruciare (1962) e I fuorilegge del matrimonio (1964). Nel 1967 girarono il loro primo lungometraggio, I sovversivi, di chiaro impegno politico, seguito da Sotto il segno dello Scorpione (1969), nel quale politica e fantascienza si mescolano per dar vita al ritratto angosciante di una società utopistica. I Taviani realizzarono film nei quali è sempre presente una dose di impegno e di denuncia dell'ingiustizia sociale sia essa politica, economica o di tradizione familiare. Tra i principali ricordiamo: San Michele aveva un gallo (1971), ambientato nell'Italia risorgimentale ma ispirato da un racconto di L. Tolstoj; Allonsanfàn (1974); Padre Padrone (1977), vincitore della Palma d'Oro a Cannes, storia di quotidiana violenza familiare ispirata dal testo autobiografico di G. Ledda; La notte di San Lorenzo (1982), dolce favola sulla crudeltà della guerra; Kaos (1984), rielaborazione cinematografica di alcuni racconti di L. Pirandello; Good Morning Babilonia (1987), nel quale viene ricostruita la Hollywood di inizio secolo; Il sole anche di notte (1990), tratto ancora una volta da L. Tolstoj; Fiorile (1993), film storico ambientato nel Regno di Napoli; Le affinità elettive (1996), dall'omonimo romanzo di W. Goethe; Tu ridi (1998), tratto dalle novelle di Pirandello. Nel 2001 realizzarono il mini sceneggiato televisivo Resurrezione, tratto dall'omonimo romanzo di Leone Tolstoj, e nel 2004 Luisa Sanfelice (Paolo, n. San Miniato, Pisa 1931; Vittorio, n. San Miniato, Pisa 1929).

Giuseppe Tornatore

Regista italiano. Dopo una serie di documentari girati per la televisione, esordì nel 1986 con Il camorrista, tratto dal romanzo omonimo di G. Marrazzo ed incentrato sulla figura del boss R. Cutolo. Nel 1988 girò il suo secondo film, Nuovo cinema Paradiso, che, in un primo tempo, incontrò soprattutto giudizi sfavorevoli di critica e di pubblico (la pellicola non venne ammessa al Festival di Berlino e non fece registrare un grande afflusso di spettatori). In seguito però la critica, soprattutto internazionale, rivalutò il film, che nel frattempo il regista aveva provveduto ad accorciare di 34 minuti. Nel maggio 1989 Nuovo cinema Paradiso vinse il Gran Premio Speciale della giuria a Cannes, mentre nel 1990 ottenne il Premio Oscar quale miglior film straniero. Nel 1990 Tornatore diresse Stanno tutti bene, storia di un amaro ritorno familiare interpretata da M. Mastroianni, seguito da un episodio del film a più mani La domenica specialmente (1991) e da Una pura formalità (1993), pellicola in chiave kafkiana interpretata da G. Depardieu e R. Polanski. L'uomo delle stelle (1995), con S. Castellitto, rappresentò un nuovo successo, soprattutto all'estero (in questo senso significativa fu l'ambientazione in una Sicilia prettamente da cartolina), e ottenne il Premio Speciale della giuria a Venezia ex aequo con La commedia di Dio di J.C. Monteiro. Nel 1998 Tornatore sceneggiò e diresse La leggenda del pianista sull'oceano, tratto da Novecento, monologo di A. Baricco, e interpretato da T. Roth: la strana e malinconica vita di Novecento, pianista trovato neonato in una cesta sul transatlantico Virginian, sul quale diventa uomo e dal quale non sbarcherà mai. Per questo film Tornatore venne premiato con il David di Donatello. Nel 2000 fu la volta di Malèna (n. Bagheria, Palermo 1956).

Massimo Troisi

Attore italiano. Comico napoletano, fondò negli anni Settanta il gruppo "La Smorfia", insieme a Lello Arena ed Enzo De Caro con i quali si esibì in teatro e in televisione. Nel 1981 debuttò nel cinema con Ricomincio da tre, un film da lui scritto, diretto e interpretato e con il quale riscosse ampi consensi di pubblico e critica. Ad esso seguirono Scusate il ritardo (1982), Non ci resta che piangere (1984, in coppia con R. Benigni), Le vie del Signore sono finite (1987), Pensavo fosse amore ... invece era un calesse (1991), nei quali diede prova di virtuosismo comico particolare legato soprattutto alla sfera linguistica. Recitò anche in: Hotel Colonial (1987), di C. Th Torrini; Splendor (1989), Che ora è (1989) e Il viaggio di Capitan Fracassa (1989), di E. Scola; Il postino (1994), di M. Radford (San Giorgio a Cremano, Napoli 1953 - Ostia, Roma 1994).

Un'immagine di Massimo Troisi

Un'immagine di Massimo Troisi

François Truffaut

Regista cinematografico francese. Dedicatosi in un primo tempo all'attività giornalistica come collaboratore delle riviste "Cahiers du Cinéma" (dal 1953) e "Arts" (dal 1954 al 1959), intraprese successivamente la carriera di regista realizzando una serie di cortometraggi (Une visite, 1955; Les Mistons, 1958; Histoire d'eau, 1958 ecc.). Nel 1959 esordì nel lungometraggio con I quattrocento colpi, tenera (ed autobiografica in parte) analisi dell'universo infantile nel quale fece il suo debutto J.P. Léaud, attore che avrebbe segnato la quasi totalità della produzione del regista. Da quel momento Truffaut realizzò film di vario genere, dall'amaro e sarcastico Tirate sul pianista (1960), al delicato intreccio di Jules e Jim (1961), passando attraverso il noir di La calda amante (1964), La sposa in nero (1967), La mia droga si chiama Julie (1969) per arrivare a Farenheit 451 (1966), film di denuncia cultural-sociale, a Ragazzo selvaggio (1979), storia vera di un giovane ritrovato allo stato primitivo nella campagna francese, da lui interpretato, o ancora a Le due inglesi e il continente (1971), nel quale viene affrontato il delicato tema della rinuncia amorosa. Seguirono: Adele H, una storia d'amore (1975), sull'infelice vita della figlia di Victor Hugo; Effetto notte (1973), sul cinema, nel quale lavorò anche come attore; La camera verde (1978), dallo spirito cupo e funereo, nel quale recitò; La signora della porta accanto (1981), tragedia dell'amore passionale; L'ultimo metrò (1980), nel quale appaiono i temi a lui cari dell'amore, del teatro e della Resistenza; Finalmente domenica (1982), ancora un noir. Attento osservatore della realtà, Truffaut si dichiarò debitore degli insegnamenti di J. Renoir, J. Cocteau e A. Hitchcock, da lui intervistato nel 1962 e al quale avrebbe dedicato l'interessante libro Il cinema secondo Hitchcock (1967). Truffaut comparve anche come attore in Incontri ravvicinati del terzo tipo (1978), di S. Spielberg (Parigi 1932 - Neuilly-sur-Seine 1984).

Luchino Visconti

Regista cinematografico e teatrale italiano. Discendente da una famiglia dell'aristocrazia milanese, decise di dedicarsi al cinema spostandosi a Parigi dove divenne assistente di Jean Renoir. Nel 1942 diresse il suo primo lungometraggio, Ossessione, basato sul romanzo di James Cain Il postino suona sempre due volte, e divenuto uno dei precursori del neorealismo italiano. La sua attività continuò poi con La terra trema (1948-49), ispirato ai Malavoglia di G. Verga, e con Bellissima (1951), interpretato da una bravissima Anna Magnani. Sempre in un certo senso ispirato dalla letteratura e notevolmente influenzato dall'ampio bagaglio culturale, Visconti girò Senso (1954), Le notti bianche (1957), tratto da Dostoevski, Rocco e i suoi fratelli (1960), ritratto dal chiaro intento sociale del mondo dell'emigrazione meridionale verso il Nord Italia, Boccaccio 70 (1962, episodio Il Lavoro) e Il Gattopardo (1962), riduzione cinematografica dell'omonimo romanzo di G. Tomasi di Lampedusa. Del 1965 è Vaghe stelle dell'Orsa, seguito da Lo straniero (1967), tratto da Camus, La caduta degli dei (1969) e Morte a Venezia (1971), dal romanzo di Th. Mann. Visconti si dedicò quindi a Ludwig (1972), sulla vita di Luigi II re di Baviera, e a Gruppo di famiglia in un interno (1974), nel quale i temi della solitudine e della disperazione vennero sviluppati in modo sempre più raffinato. Postumo è uscito L'innocente (1976), da un romanzo di D'Annunzio. Visconti si dedicò altresì alla regia teatrale, prediligendo soprattutto testi di Cechov e operando incursioni anche nel mondo della lirica (La sonnambula, La traviata, Macbeth) (Milano 1906 - Roma 1976).

Orson Welles

Regista cinematografico e teatrale e attore statunitense. Come attore svolse la sua attività dapprima in teatro, al quale si era interessato già fin da quando era studente. Trascorse poi un periodo dedicato quasi interamente alla regia e soltanto nel 1947 riprese anche l'attività di attore, spesso in opere di Shakespeare, a cui si ispirò frequentemente. Del 1949 è la sua interpretazione personalissima e inconfondibile di Macbeth nel film omonimo da lui stesso diretto, a cui seguì Otello (1952). Nel 1949, staccandosi dal suo filone preferito, prese parte, come attore, al film di Reed Il terzo uomo, acquistando una certa notorietà. Si affermò definitivamente nel film di J. Huston Moby Dick (1956) e, nel 1958, in La lunga estate calda, diretto da M. Ritt, cui seguì l'anno dopo Frenesia del delitto, con la regia di R. Fleischer. Alterna e contraddittoria è la sua fortuna come regista. I film da lui diretti risentono sempre del suo impegno politico guidato da uno spirito libertario e sinceramente democratico. Giovanissimo (1936) Welles diresse una edizione teatrale del Macbeth (interpretato esclusivamente da attori di colore) e in seguito fu regista di Giulio Cesare, tratto da Shakespeare, riscuotendo il plauso della critica. Nel 1938 curò la regia della riduzione radiofonica della CBS del racconto fantascientifico La Guerra dei mondi. Essa risultò così realistica e credibile che il pubblico fu colto dal panico, ritenendo che si trattasse veramente di una invasione della Terra da parte dei Marziani. Nel 1941 il regista-attore, trasferitosi a Hollywood, girò Quarto potere, in cui mise in luce la contraddittorietà e l'ambiguità del protagonista, un potente editore, e dell'ambiente dei mass-media. In questo film Welles sperimentò nuovi procedimenti narrativi, che poi riprese nelle opere successive L'orgoglio degli Amberson (1942), La signora di Shanghai (1948), Rapporto confidenziale (1955), L'infernale Quinlan (1957), Processo (1962, rilettura del romanzo di Kafka), Falstaff (1966), Storia immortale (1968), F for fake (1972), Nient'altro che la verità (1973), L'altro lato del vento (1975). Nel 1978 ha realizzato Girando Otello, una sorta di dichiarazione di teoria e pratica cinematografica. Welles ha offerto ottime interpretazioni anche in film di altri registi, tra cui Un uomo per tutte le stagioni (1966), Comma 22 (1970), Dieci incredibili giorni (1971); nel 1976 è apparso nel lungometraggio La nave dei dannati di S. Rosenberg (Kenosha, Wisconsin 1915 - Los Angeles 1985).

Un'immagine di Orson Welles

Un'immagine di Orson Welles

Wim Wenders

Regista cinematografico tedesco. Dopo aver studiato medicina e pittura a Parigi, si dedicò alla cinematografia subendo, in un primo tempo, l'influenza dei gruppi culturali americani underground. Dopo Summer in the City (1970), suo film-diploma alla scuola di cinematografia di Monaco, diresse La paura del portiere davanti al calcio di rigore (1971), tratto da un romanzo di P. Handke, La lettera scarlatta (1972), da Hawthorne; Falso movimento (1975), da Goethe, Alice nelle città (1974), sull'importanza del viaggio. Sempre più attratto dall'universo cinematografico statunitense, nel 1977 girò L'amico americano, seguito da Nick's Movie (1979), film-documentario sulla fine della vita del regista americano Nicholas Ray. Del 1981 è Lo stato delle cose, mentre nel 1984 fu la volta di Paris-Texas, road-movie sull'incomunicabilità, Palma d'oro a Cannes. Ad esso seguirono il poetico Il cielo sopra Berlino (1987), l'allucinato Fino alla fine del mondo (1991), il mediometraggio Arisha (1993), Così lontano così vicino (1993, seguito de Il cielo sopra Berlino), Lisbon Story (1995), film ambientato in Portogallo e dedicato all'amicizia, Al di là delle nuvole (1995), codiretto con M. Antonioni; Buena Vista Social Club (1998), appassionato ritratto musicale della città di Cuba; The Million Dollar Hotel (2000), da un soggetto della rock-star Bono; un episodio del film collettivo Ten Minutes Older: the Trumpet (2002); L'anima di un uomo (2003); La terra dell'abbondanza (2004); Non bussare alla mia porta - Don't come knocking (2005) (n. Düsseldorf 1945).

Wim Wenders

Wim Wenders

Billy Wilder

Regista cinematografico austriaco naturalizzato americano. Studiò a Vienna dove, fino al 1929, fece il giornalista, occupandosi anche della pagina degli spettacoli, di recensioni di film o di interviste con personaggi del cinema. Questa sua specializzazione gli offrì l'occasione di conoscere il regista Robert Siodmak che, lo volle con sé come collaboratore in qualità di aiuto-regista in una serie di film girati in Germania. Con Siodmak W. rimase fino al 1933 quando si trasferì in Francia e, dopo un breve soggiorno a Parigi, negli Stati Uniti. A Hollywood trovò lavoro come sceneggiatore e come soggettista, spesso da solo, talvolta in collaborazione con Charles Brackett. Sue furono le sceneggiature di alcuni importanti film di Lubitsch tra cui Ninotchka e L'ottava moglie di Barbablù; lavorò anche per vari altri registi fino al 1942 quando poté finalmente curare la regia di Frutto proibito. Due anni dopo girò il film che lo avrebbe definitivamente fatto conoscere al pubblico, La Fiamma del peccato, film noir in cui Wilder poté esprimere la sua grande capacità di analisi psicologica. L'anno dopo, con il film Giorni perduti rafforzò grandemente la sua posizione ottenendo il premio Oscar per la miglior regia. Dopo alcuni anni di insuccessi, nel 1950, ritornò al suo passato splendore con Viale del tramonto, la drammatica storia di una ex grande diva del cinema che disperatamente si aggrappa ai ricordi dei grandi successi ottenuti in gioventù, e nel 1951 con L'asso nella manica, condanna di un certo sistema di cattiva informazione. In seguito Wilder si dedicò preferibilmente alla commedia, salvo qualche eccezione come nel caso de L'aquila solitaria (1957), dedicato alla trasvolata atlantica di Lindbergh, o del giallo Testimone d'accusa (1958). Tra i suoi successi ricordiamo: Sabrina (1954), Quando la moglie è in vacanza (1955), Arianna (1957), A qualcuno piace caldo (1959), L'appartamento (1960), La vita privata di Sherlock Holmes (1969), Prima pagina (1974), Buddy Buddy (1981) (Vienna 1906 - Beverly Hills, Los Angeles 2002).

William Wyler

Regista cinematografico nordamericano. A Hollywood dal 1920, esordì nella regia nel 1927 raggiungendo la fama solo nel secondo dopoguerra. Tra i suoi successi ricordiamo: La signora Miniver (1942), premiato con l'Oscar; I migliori anni della nostra vita (1946), anch'esso premiato; L'ereditiera (1949), tratto da H. James; Pietà per i giusti (1951); Gli occhi che non sorridono (1952); Ore disperate (1955); Il grande Paese (1958). Dopo il rifacimento di un suo film precedente in Quelle due (1962) e il giallo con risvolti sentimentali Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966), Wyler volle tentare anche la commedia musicale con Funny Girl (1968). I suoi successi più importanti rimangono comunque Vacanze romane (1953) e il kolossal Ben Hur (1959). Notevole fu anche La legge del signore (1956) (Mulhouse, Francia 1902 - Beverly Hills, Los Angeles 1981).

ALCUNI PREMI CINEMATOGRAFICI

Per terminare diamo un'occhiata ad alcuni dei più importanti riconoscimenti cinematografici. Per quanto riguarda il premio Oscar, consultare la sezione "Alfabetica" alla voce OSCAR

FESTIVAL CINEMATOGRAFICO DI BERLINO

Anno

Miglior film

Miglior regia

Miglior attore

Miglior attrice

1951 Quattro in una jeep (Leopold Lindtberg - Svizzera); Giustizia è fatta (André Cayatte - Francia); E mi lasciò senza indirizzo   (Jean-Paul Le Chanois - Francia) Cenerentola (Walt Disney - USA)
1952 Ha ballato una sola estate (Arne Mattsson - Svezia)
1953 Vite vendute (Henri-Georges Clouzot - Francia)
1954 Hobson il tiranno (David Lean - Gran Bretagna)
1955 I topi (Robert Siodmak - Germania Occidentale)
1956 Trittico d'amore (Gene Kelly - USA) Robert Aldrich (Foglie d'autunno) Burt Lancaster (Trapezio) Elsa Martinelli (Donatella)
1957 La parola ai giurati (Sidney Lumet - USA) Mario Monicelli (Padri e figli) Pedro Infante (Tizoc) Yvonne Mitchell (L'adultero)
1958 Il posto delle fragole (Ingmar Bergman - Svezia) Tadashi Imai (Jun-Ai Monogatari) Sidney Poitier (La parete di fango) Anna Magnani (Selvaggio è il vento)
1959 I cugini (Claude Chabrol - Francia) Akira Kurosawa (La fortezza nascosta) Jean Gabin (Archimède le clochard) Shirley MacLaine (Tutte le ragazze lo sanno)
1960 Lazarillo di Tormes (César Fernandez Ardavin - Spagna) Jean-Luc Godard (Fino all'ultimo respiro) Fredric March (...e l'uomo creò Satana) Juliette Mayniel (Storia di un disertore)
1961 La notte (Michelangelo Antonioni) Bernard Wicki (Das Wunder des Malachias) Peter Finch (Eri tu l'amore) Anna Karina (La donna è donna)
1962 Una maniera d'amare (John Schlesinger - Gran Bretagna) Francesco Rosi (Salvatore Giuliano) James Stewart (Mr Hobbs va in vacanza) Viveca Lindfors e Rita Gam (Tre individui, tanto odio)
1963 Bushido Zankoku Monogatari (Tadashi Imai - Giappone) e Il diavolo (Gian Luigi Polidori) Nikos Koundouros (Giovani prede: Dafni e Cloe) Sidney Poitier (I gigli del campo) Bibi Andersson (Alskarinnan)
1964 Susuz Yaz (Ismail Metin - Turchia) Satyajit Ray (Mahanagar) Rod Steiger (L'uomo del banco dei pegni) Sachiko Hidari (Nippon Konchuki e Kanojo to kare)
1965 Agente Lemmy Caution - Missione Alphaville (Jean-Luc Godard - Francia) Satyajit Ray (Charulata) Lee Marvin (Cat Ballou) Madhur Jaffrey (Shakespeare-Wallah)
1966 Cul-de-Sac (Roman Polanski - Gran Bretagna) Carlos Saura (La caccia) Jean-Pierre Léaud (Il maschio e la femmina) Lola Albright (Lord Love a Duck)
1967 Il vergine (Jerzy Skolimowski - Belgio) Zivojin Pavlovic (Budjenje pacova) Michel Simon (Il vecchio e il bambino) Edith Evans (The Whisperers)
1968 Ole Dole Doff (Jan Troell - Svezia) Carlos Saura (Peppermint frappé) Jean-Louis Trintignant (L'uomo che mente) Stephane Audran (Les biches - Le cerbiatte)
1969 Rani Radovi (Zelemr Zilnik - Jugoslavia)
19711 Il giardino dei Finzi-Contini (Vittorio De Sica - Italia) Frank D. Gilroy (Desperate Characters) Jean Gabin (Le chat, l'implacabile uomo di Saint Germain) Shirley MacLaine (Desperate Characters) e Simone Signoret (Le chat, l'implacabile uomo di Saint Germain)
1972 I racconti di Canterbury (Pier Paolo Pasolini - Italia/Francia) Jean-Pierre Blanc (La tardona) Alberto Sordi (Detenuto in attesa di giudizio) Elizabeth Taylor (Una faccia di c...)
1973 Ashani Sanket (Satyajit Ray - India)
1974 Soldi ad ogni costo (Ted Kotcheff - Canada)
1975 Örökbefogadás (Márta Mészáros - Ungheria) Sertgej Soloviev (Sto dnej posle detstva) Vlastimil Brodsky (Jakob der Lügner) Kinuyo Tanaka (Sandakan hachibanshokan)
1976 Buffalo Bill e gli indiani: ovvero la lezione di storia di Toro seduto (Robert Altman - USA) Mario Monicelli (Caro Michele) Gerhard Olschewski (Verlorenes Leben) Jadwiga Baranska (Noce i Dnje)
1977 Voschozdenie (Larissa Schepitko - URSS) Manuel Gutiérrez Aragón (Camada negra) Fernando Fernán Gómez (El Anacoreta) Lily Tomlin (L'occhio privato)
1978 Las palabras de Max (Emilio Martínez Lázaro - Spagna) e Las Truchas (José Luis García Sánchez - Spagna) Georgi Djulgerov (Avantage) Graig Russell (Outrageous) Gena Rowlands (La sera della prima)
1979 David (Peter Lilienthal - Germania Occidentale) Astrid Henning-Jensen (Vinterbørn) Michele Placido (Ernesto) Hanna Schygulla (Il matrimonio di Maria Braun)
1980 Heartland (Richard Pearce - USA) e Palermo oder Wolfsburg (Werner Schröter - Germania Occidentale) István Szabó (Bizalom) Andrzej Seweryn (Direttore d'orchestra) Renate Krössner (Solo Sunny)
1981 Deprisa, Deprisa! (Carlos Saura - Spagna) Markus Imhoof (La barca è piena) Jack Lemmon (Serata d'onore) e Anatoli Solonizyn (Ventisei giorni nella vita di Dostoevskij) Barbara Grabowska (Groaczka)
1982 Veronika Voss (Rainer Werner Fassbinder - Germania Occidentale) Mario Monicelli (Il marchese del Grillo) Michel Piccoli (Une étrange affaire) e Stellan Skarsgaard (Den enfaldige Mördaren) Katrin Sass (Bürgshaft für ein Jahr)
1983 Ascendancy (Edward Bennett - Irlanda ) e La colmena (Mario Camús (Spagna) Eric Rohmer (Pauline alla spiaggia) Bruce Dern (That Championship Season) Jewgenija Gluschenko (Wijublijon po sobstvennomu zelaniju)
1984 Scia d'amore (John Cassavetes) Ettore Scola (Ballando, ballando) Albert Finney (Servo di scena) Inna Tschurikova (Voennopolevoj roman) e Monica Vitti (Flirt)
1985 Die Frau und der Fremde (Rainer Simon - Germania Occidentale) e Il mistero di Wetherby (David Hare - Gran Bretagna) Robert Benton (Le stagioni del cuore) Fernando Fernán Gómez (Stico) Jo Kennedy (Wrong World)
1986 Stammheim (Reinhard Hauff - Germania Occidentale) Georgi Schengelaja (Putshestvie molodogo kompozitora) Tuncel Kurtiz (Hiuh Hagdi) Marcelia Cartaxo (A hora de estrela)
1987 Tema (Gleb Panfilov - URSS) Oliver Stone (Platoon) Gian Maria Volonté (Il caso Moro) Ana Beatriz Nogueira (Vera)
1988 Sorgo rosso (Zhang Yimou - Cina) Norman Jewison (Stregata dalla luna) Jörg Pose e Manfred Möck (Einer Trage des Anderen Last) Holly Hunter (Dentro la notizia)
1989 Rain Man (Barry Levinson - USA) Duan Hanák (Ja milujem, ty miluje) Gene Hackman (Mississippi Burning) Isabelle Adjani (Camille Claudel)
1990 Music Box (Costantin Costa-Gavras - USA) e Le allodole sul filo (Jirí Menzel - Cecoslovacchia) Michael Verhoeven (La ragazza terribile) Morgan Freeman (A spasso con Daisy) Jessica Tandy (A spasso con Daisy)
1991 La casa del sorriso (Marco Ferreri - Italia/Francia) Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti) e Ricky Tognazzi (Ultrà) Maynard Aziashi (Mr Johnson) Victoria Abril (Amantes)
1992 Grand Canyon (Lawrence Kasdan - USA) Jan Troell (Il capitano) Armin Mueller-Stahl (Utz) Maggie Cheung (Ruan Ling Yu)
1993 Le donne del lago delle anime profumate (Xie Fei - Cina) e Banchetto di nozze (Ang Lee - Taiwan) Andrew Birkin (Il giardino di cemento) Denzel Washington (Malcolm X) Michelle Pfeiffer (Due sconosciuti, un destino)
1994 Nel nome del padre (Jim Sheridan - Irlanda/Gran Bretagna) Krysztof Kieslowski (Film Bianco) Tom Hanks (Philadelphia) Crissy Rock (Ladybird, ladybird)
1995 L'esca (Bertrand Tavernier - Francia) Richard Linklater (Before Sunrise) Paul Newman (Nobody's Fool) Josephine Siao (Summer Snow)
1996 Ragione e sentimento (Ang Lee - Taiwan) Richard Loncraine (Riccardo III) e Yim Ho (Tai yang you er) Sean Penn (Dead Man Walking) Anouk Grinberg (Mon Homme)
1997 Larry Flint (Milos Forman - USA) Erich Heumann (Port Djema) Leonardo Di Caprio (Romeo e Giulietta) Juliette Binoche (Il paziente inglese)
1998 Central do Brasil (Walter Salles - Brasile) Neil Jordan (The Butcher Boy) Samuel Jackson (Jackie Brown) Fernanda Montenegro (Central do Brasil)
1999 La sottile linea rossa (Terrence Malick - USA) Stephen Frears (The Hi-Lo Country) Michael Gwisdek (Nachtgestalten) Maria Schrader e Juliane Koehler (Aimee und Jaguar)
2000 Magnolia (Paul Thomas Anderson) Milos Forman (Man on the Moon) Denzel Washington (The Hurricane) Bibiana Beglau e Nadja Uhl (Le leggende di Rita)
2001 Intimacy (Patrice Chéreau - Francia) Lin Chen-Sheng (Betelnut Beauty) Benicio del Toro (Traffic) Kerry Fox (Intimacy)
2002 Bloody Sunday (Paul Greengrass - Gran Bretagna - Irlanda) e Il viaggio di Chihiro (Hayao Miyazaki - Giappone) Otar Ioseliani (Lunedì mattina) Jacques Gamblin (Laissez passer) Halle Berry (Monster's Ball)
2003 In this World (Michael Winterbottom - Gran Bretagna) Patrice Chereau Son Frere Sam Rockwell Confessions of a dangerous mind Nicole Kidman, Meryl Streep e Julianne Moore The Hours
2004 Head-On (Faith Akin - Germania) Kim Ki-Duk Samaria Daniel Hendler El abrazo partido Charlize Theron Monster e Catalina Sandino Maria, llena eres de gracia
2005 U-Carmen eKhayelitscha (Mark Dornford-May - Sudafrica) Marc Rothemund Sophie Scholl - Gli ultimi giorni Lou Taylor Pucci Thumbsucker Julia Jentsch Sophie Scholl - Gli ultimi giorni
1 Nel 1970 non venne assegnato nessun premio.

FESTIVAL CINEMATOGRAFICO DI CANNES

Anno Miglior film (dal 1955 denominato Palma d'oro e tra il 1964 e il 1975 denominato Gran Premio)

Miglior regia

Miglior attore

Miglior attrice

Gran Premio Speciale della Giuria (assegnato per la prima volta nel 1951, fino al 1966 denominato Premio Speciale della Giuria)
1946 Gran premio collettivo: Breve incontro (David Lean - Gran Bretagna); Giorni perduti (Billy Wilder - USA); La grande svolta (Friedrich Markovic Ermler - URSS); Neecha Na-gar (Chetan Anand - India); De rode enge (Bodil Ipsen e Lau Lauritzen Jr - Danimarca); Roma città aperta (Roberto Rossellini - Italia); La sinfonia pastorale (Jean Delannoy - Francia); Spasimo (Alf Sjöberg - Svezia); Uomini senz'ali (Frantisek Cap - Cecoslovacchia); La vergine indiana (Emilio Fernandez - Messico) René Clément (Operazione Apfelkern) Ray Milland (Giorni perduti) Michèle Morgan (La sinfonia pastorale)
1947 Gran premio collettivo: amore e introspezione psicologica: Amore e fortuna (Jacques Becker - Francia); disegni animati: Dumbo, l'elefante volante (Walt Disney - USA); poliziesco-avventuroso: I maledetti (René Clément - Francia); denuncia sociale: Odio implacabile (Edward Dmytryk - USA); musicale: Ziegfeld Follies (Vincent Minnelli - USA)
19491 Il terzo uomo (Carol Reed - Gran Bretagna) René Clément (Le mura di Malapaga) Edward G. Robinson (Amaro destino) Isa Miranda (Le mura di Malapaga)
1951 Miracolo a Milano (Vittorio De Sica - Italia) e La notte del piacere (Alf Sjöberg - Svezia) Luis Buñuel (I figli della violenza) Michael Redgrave (Addio Mr. Harris!) Bette Davis (Eva contro Eva) Eva contro Eva (Joseph L. Mankiewicz - USA)
1952 Due soldi di speranza (Renato Castellani - Italia) e Otello (Orson Welles - USA/Marocco) Christian-Jaque (Fanfan la Tulipe) Marlon Brando (Viva Zapata) Lee Grant (Pietà per i giusti) Siamo tutti assassini (André Cayatte - Francia)
1953 Vite Vendute (Henri-Georges Clouzot - Francia) Walt Disney per l'insieme della sua opera Charles Vanel (Vite vendute) Shirley Booth (Torna piccola Sheba!)
1954 La porta dell'inferno (Teinosuke Kinugasa - Giappone) René Clément (Le amanti di monsieur Ripois) Maria Schell (L'ultimo ponte) Le amanti di monsieur Ripois (René Clément - Francia)
1955 Marty - Vita di un timido (Delbert Mann - USA) Jules Dassin (Rififi) e Serge Vassiliev (Gli eroi di Sipka) Spenser Tracy (Giorno maledetto) e Ernest Borgnine (Marty - Vita di un timido) e il complesso degli interpreti di La grande famiglia Betsy Blair (Marty, -Vita di un timido) Continente perduto (Leonardo Bonzi, Mario Craveri, Enrico Gras, Francesco Lavagnino, Giorgio Moser - Italia)
1956 Il mondo del silenzio (Jacques-Yves Cousteau e Louis Malle - Francia) Serghej Josifovic Jutkevic (Otello, il moro di Venezia) Susan Hayward (Piangerò domani) Il mistero Picasso (Henry-Georges Clouzot - Francia)
1957 La legge del signore/L'uomo senza fucile (William Wyler - USA) Robert Bresson (Un condannato a morte è fuggito) John Kitzmiller (La valle della pace) Giulietta Masina (Le notti di Cabiria) I dannati di Varsavia (Andrzej Wajda - Polonia) e Il settimo sigillo (Ingmar Bergman - Svezia)
1958 Quando volano le cicogne (Michail Kalatozov - URSS) Ingmar Bergman (Alle soglie della vita) Paul Newman (La lunga estate calda) Bibi Andersson, Eva Dahlbeck, Barbro Hiort-Af-Ornas e Ingrid Thulin (Alle soglie della vita) Mio zio (Jacques Tati - Francia)
1959 Orfeo negro (Marcel Camus - Francia) François Truffaut (I quattrocento colpi) Dean Stockwell, Bradford Dillman e Orson Welles (Frenesia del delitto) Simone Signoret (La strada dei quartieri alti) La stella di David (Konrad Wolf - Germania Orientale/Bulgaria)
1960 La dolce vita (Federico Fellini) Melina Mercouri (Mai di domenica) e Jeanne Moreau (Moderato cantabile) Kagi (Kon Ichikawa - Giappone)
1961 L'inverno ti farà tornare (Henri Colpi - Francia/Italia) e Viridiana (Luis Buñuel - Spagna) Julia Solntzeva (Storia degli anni di fuoco) Anthony Perkins (Le piace Brahms?) Sophia Loren (La ciociara) Madre Giovanna degli angeli (Jerzy Kawalerowicz - Polonia)
1962 O pagador de promessas (Anselmo Duarte - Brasile) Premio collettivo ad attori e attrici di Lungo viaggio verso la notte (Ralph Richardson, Jason Robards Jr e Dean Stockwell) e Sapore di miele (Murray Melvin) Premio collettivo ad attori e attrici di Lungo viaggio verso la notte (Katharine Hepburn) e Sapore di miele (Rita Tushingham) L'eclisse (Michelangelo Antonioni - Italia) e Le procès de Jeanne d'Arc (Robert Bresson - Francia)
1963 Il Gattopardo (Luchino Visconti - Italia) Richard Harris (Io sono un campione) Marina Vlady (Una storia moderna: l'ape regina) Az Prijde Kocour (Vojtech Jasný - Cecoslovacchia)
1964 Les parapluies de Cherbourg (Jacques Démy - Francia) Antal Pager (Pacsirta) e Saro Urzì (Sedotta e abbandonata) Anne Bancroft (Frenesia del piacere) e Barbara Barrie (La dura legge) La donna di sabbia (Hiroshi Teshigahara - Giappone)
1965 Non tutti ce l'hanno (Richard Lester -Gran Bretagna) Liviu Ciulei (Pâdurea spinzuratilov) Terence Stamp (Il collezionista) Samantha Eggar (Il collezionista) Kaidan (Masaki Kobayashi - Giappone)
1966 Signore e signori (Pietro Germi - Italia) e Un uomo, una donna (Claude Lelouch - Francia) Serghej Josifovic Jutkevic (Lenin v Pol'se) Per Oscarsson (Sult) Vanessa Redgrave (Morgan, matto da legare) Alfie (Lewis Gilbert - Gran Bretagna)
1967 Blow Up (Michelangelo Antonioni - Gran Bretagna) Ferenc Kösa (Tizezer nap) Odded Kotler (Trois jours et un enfant) Pia Degermark (Elvira Madigan) Ho incontrato anche zingari felici/La stirpe del vento (Aleksandar Petrovic - Jugoslavia) e L'incidente (Joseph Losey - Gran Bretagna)
19692 Se (Lindsay Anderson - Gran Bretagna) Vojtech Jasný (Vsichni dobri rodáci) e Glauber Rocha (Antonio Das Mortes) Jean-Louis Trintignan (Z-L'orgia del potere) Vanessa Redgrave (Isadora) Adalen 31 (Bo Widerberg - Svezia)
1970 MASH (Robert Altman - USA) John Boorman (Leone l'ultimo) Marcello Mastroianni (Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca) Ottavia Piccolo (Metello) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Elio Petri - Italia)
1971 Messaggero d'amore (Joseph Losey - Gran Bretagna) Riccardo Cucciolla (Sacco e Vanzetti) Kitty Winn (Panico a Needle Park) E Johnny prese il fucile (Dalton Trumbo - USA) e Taking Off (Milos Forman - USA)
1972 Il caso Mattei (Francesco Rosi - Italia) e La classe operaia va in paradiso (Elio Petri - Italia) Miklos Jancsó (Salmo Rosso) Jean Yanne (L'amante giovane) Susannah York (Images) Solaris (Andrej Tarkovskij)
1973 Lo spaventapasseri (Jerry Schatzberg - USA) e Un uomo da affittare (Alan Bridges - Gran Bretagna) Giancarlo Giannini (Film d'amore e d'anarchia) Joanne Woodward (Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilda) La maman et la putain (Jean Eustache - Francia)
1974 La conversazione (Francis Ford Coppola - USA) Jack Nicholson (L'ultima corvée) Marie-José Nat (I violini del ballo) Il fiore delle mille e una notte (Pier Paolo Pasolini - Italia)
1975 Chronique des années de braise (Mohamed Lakhdar Hamina - Algeria) Michel Brault (Les ordres) e Costantin Costa-Gavras (L'affare della Sezione speciale) Vittorio Gassman (Profumo di donna) Valerie Perrine (Lenny) L'enigma di Kaspar Hauser (Werner Herzog - Germania Occidentale)
1976 Taxi Driver (Martin Scorsese - USA) Ettore Scola (Brutti, sporchi e cattivi) José-Luis Gomez (Pascal Duarte) Dominique Sanda (L'eredità Ferramonti) e Mari Törócsik (Déryné, hol van?) Cria cuervos (Carlos Saura - Spagna) e La Marchesa von... (Eric Rohmer)
1977 Padre Padrone (Paolo e Vittorio Taviani - Italia) Fernando Rey (Elisa vida mia) Shelley Duvall (Tre donne) e Monique Mercure (JA Martin photographe)
1978 L'albero degli zoccoli (Ermanno Olmi - Italia) Nagisa Oshima (Ai no borei) Jon Voight (Tornando a casa) Jill Clayburgh (Una donna tutta sola) e Isabelle Huppert (Violette Nozière) L'australiano (Jerzy Skolimowski - Gran Bretagna) e Ciao maschio (Marco Ferreri - Italia)
1979 Apocalypse now (Francis Ford Coppola - USA) e Il tamburo di latta (Volker Schlöndorff - Germania Occidentale) Terrence Malick (I giorni del cielo) Jack Lemmon (Sindrome cinese) Sally Field (Norma Rae) Siberiade (Andrej Mikhalkov-Konchalovsky - URSS)
1980 All That Jazz - Lo spettacolo comincia (Bob Fosse - USA) e Kagemusha - L'ombra del guerriero (Akira Kurosawa - Giappone) Krzysztof Zanussi (Constans) Michel Piccoli (Salto nel vuoto) Anouk Aimée (Salto nel vuoto) Mon oncle d'Amérique (Alain Resnais - Francia)
1981 L'uomo di ferro (Andrzej Wajda - Polonia) Ugo Tognazzi (La tragedia di un uomo ridicolo) Isabelle Adjani (Possession e Quartet) Gli anni luce (Alain Tanner - Svizzera)
1982 Missing (Costantin Costa-Gavras - USA) e Yol (Yilmaz Güney e Serif Gören - Turchia) Werner Herzog (Fitzcarraldo) Jack Lemmon (Missing) Jadwiga Jankowska-Cieslak (Olelkezo tekintetek) La notte di San Lorenzo (Paolo e Vittorio Taviani - Italia)
1983 La ballata di Narayama (Shohei Imamura - Giappone) Gian Maria Volonté (La morte di Mario Ricci) Hanna Schygulla (Storia di Piera) Monthy Python - Il senso della vita (Terry Jones - Gran Bretagna)
1984 Paris, Texas (Wim Wenders - Germania Occidentale) Bertrand Tavernier (Una domenica in campagna) Alfredo Landa e Francisco Rabal (Los santos innocentes) Helen Mirren (Cal) Napló (Márta Mészáros - Ungheria)
1985 Papà è in viaggio d'affari (Emir Kusturica - Jugoslavia) André Téchiné (Rendez-vous) William Hurt (Il bacio della donna ragno) Norma Aleadro (La storia ufficiale) e Cher (Dietro la maschera) Birdy - Le ali della libertà (Alan Parker - USA)
1986 Mission (Roland Joffé - Gran Bretagna) Martin Scorsese (Fuori orario) Michel Blanc (Lui portava i tacchi a spillo) e Bob Hoskins (Mona Lisa) Barbara Sukova (Rosa L.) e Fernanda Torres (Eu sei que vou te amar) Sacrificio (Andrej Tarkovskij - URSS)
1987 Sotto il sole di Satana (Maurice Pialat - Francia) Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino) Marcello Mastroianni (Oci ciornie) Barbara Hershey (I diffidenti) Pentimento (Tengiz Abduladze - URSS)
1988 Pelle alla conquista del mondo (Bille August - Danimarca) Fernando E. Solanas (Sur) Forest Whitaker (Bird) Barbara Hershey, Jodhi May, Linda Mvusi (Un mondo a parte) Un mondo a parte (Chris Menges - Gran Bretagna)
1989 Sesso, bugie e videotape (Steven Soderbergh - USA) Emir Kusturica (Il tempo dei gitani) James Spader (Sesso, bugie e videotape) Meryl Streep (Un grido nella notte) Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore - Italia)
1990 Cuore selvaggio (David Lynch - USA) Pavel Lounguine (Taxi Blues) Gérard Depardieu (Cyrano de Bergerac) Krystyna Janda (Przesluchanie) Shi no toge (Kohei Oguri - Giappone) e Tilai (Idrissa Ouedraogo - Burkina Faso)
1991 Barton Fink (Joel ed Ethan Cohen - USA) Joel ed Ethan Cohen (Barton Fink) John Turturro (Barton Fink) Irère Jacob (La doppia vita di Veronica) La bella scontrosa (Jacques Rivette - Francia)
1992 Con le migliori intenzioni (Bille August - Svezia-Danimarca) Robert Altman (I protagonisti) Tim Robbins (I protagonisti) Pernilla August (Con le migliori intenzioni) Il ladro di bambini (Gianni Amelio - Italia)
1993 Lezioni di piano (Jane Campion - Australia) e Addio mia concubina (Chen Kaige - Cina) Mike Leigh (Naked) David Thewlis (Naked) Holly Hunter (Lezioni di piano) Così lontano, così vicino (Wim Wenders - Germania)
1994 Pulp Fiction (Quentin Tarantino - USA) Nanni Moretti (Caro Diario) Ge You (Vivere!) Virna Lisi (La regina Margot) Il sole ingannatore (Nikita Mikhalkov - Russia) e Vivere! (Zhang Yimou - Cina)
1995 Underground (Emir Kusturica - Bosnia) Mathieu Kassovitz (L'odio) Jonathan Pryce (Carrington) Helen Mirren (La pazzia di re Giorgio) Il viaggio di Ulisse (Theodor Angelopolus - Grecia)
1996 Segreti e bugie (Mike Leigh - Gran Bretagna) Joel Coen (Fargo) Daniel Auteuil e Pascal Duquenne (L'ottavo giorno) Brenda Blethyn (Segreti e bugie) Le onde del destino (Lars von Trier - Danimarca)
1997 L'anguilla (Shoei Imamura - Giappone) e Il sapore della ciliegia (Abbas Kiarostami - Iran) Wong Kar-way (Happy Together) Sean Penn (She's So Lovely) Kathy Burke (Nil by mouth) Western (Manuel Poirier - Francia)
1998 L'eternità e un giorno (Theo Angelopoulos - Francia/Grecia/Italia) John Boorman (The General) Peter Mullan (My name is Joe) Elodie Bouchez e Natacha Regnier (La vita sognata degli angeli) La vita è bella (Roberto Benigni - Italia)
1999 Rosetta (Luc e Jean Pierre Dardenne - Francia) Pedro Almodovar (Tutto su mia madre) Emmanuel Schotté (L'humanité) Séverine Caneele (L'età inquieta) ed Emilie Dequenne (Rosetta) L'humanité (Bruno Dumont - Francia)
2000 Dancer in the Dark (Lars von Trier - Danimarca) Edward Yang (Yi Yi) Tony Leung (In the Mood for Love) Bjork (Dancer in the Dark) Devils on the doorstep (Jiang Wen - Cina)
2001 La stanza del figlio (Nanni Moretti - Italia) Joel Coen (L'uomo che non c'era) e David Lynch (Mulholland Drive) Benoît Magimel (La pianista) Isabelle Huppert (La pianista) La pianista (Michael Haneke)
2002 Il pianista (Roman Polanski - Francia/Polonia) Im Kwon-Taek (Ebbro di donne e di pittura) e Paul Thomas Anderson (Punch-Drunk Love) Olivier Gourmet (Le fils) Kati Outinen (L'uomo senza passato) L'uomo senza passato (Aki Kaurismäki)
2003 Elephant (Gus Van Sant - Stati Uniti) Gus Van Sant Elephant Muzaffer Ozdemir e Mehmet Emin Toprak Uzak Marie-Josee Croze Les invasions barbares Alle cinque del pomeriggio (Samira Makhmalbaf)
2004 Fahrenheit 9/11 (Michael Moore - Stati Uniti) Tony Gatlif Exils Yagira Yuya Nobody knows Maggie Cheung Clean Old boy (Park Chan-wook)
2005 L'Enfant (Jean-Pierre e Luc Dardenne - Belgio) Michael Haneke Cachè Tommy Lee Jones The Three Burials of Melquiades Estrada Hanna Laslo Free Zone Broken Flowers (Jim Jarmusch)
2006 The Wind that Shakes the Barley (Ken Loach - Gran Bretagna) Alejandro Gonzales Inarritu Babel Jamel Debbouzze, Samy Naceri, Sami Bouajila e Roschdy Zem Indigenes Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Duenas, Bianca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave Volver Flandres (Bruno Dumont)
1 Nel 1948 e nel 1950 il Festival è soppresso per problemi economici. 2 Nel 1968 si da inizio regolarmente al Festival ma le contestazioni del Maggio francese portano alla sua sospensione.
Anno Miglior film (dal 1950 denominato Leone d'oro) Miglior attore (dal 1996 denominato Coppa Volpi) Miglior attrice (dal 1996 denominato Coppa Volpi) Premio speciale della giuria (dal 1985 denominato Gran Premio Speciale della Giuria)
1932 più divertente: A me la libertà (René Clair - Francia); più originale: Il dottor Jekyll (Rouben Mamoulian - USA); più commovente: Il segreto di Madelon Claudet (Edgard Selwyn - USA) Fredric March (Il dottor Jekyll) Helen Haues (Il segreto di Madelon Claudet)
19341 italiano: Teresa Confalonieri (Guido Brignone); straniero: Man of Aran (Robert J. Flaherty - USA) Wallace Beery (Viva Villa!) Katharine Hepburn (Piccole donne)
1935 italiano: Casta Diva (Carmine Gallone); straniero: Anna Karenina (Clarence Brown - USA) Pierre Blanchar (Delitto e castigo) Paula Wessely (Episodio)
1936 italiano: Squadrone bianco (Augusto Genina); straniero: L'imperatore della Califormia (Luis Trenker - Germania) Paul Muni (La vita del dottor Pasteur) Annabella (Vigilia d'armi)
1937 italiano: Scipione l'Africano (Carmine Gallone); straniero: Carnet di ballo (Julien Duvivier - Francia) Emil Jannings (Ingratitudine) Bette Davis (L'uomo di bronzo e Le cinque schiave)
1938 italiano: Luciano Serra pilota (Goffredo Alessandrini); straniero: Olympia/Apoteosi di Olympia (Leni Riefenstahl - Germania) Leslie Howard (Pigmalione) Norma Shearer (Maria Antonietta)
1939 Abuna Messias (Goffredo Alessandrini - Italia)
1940 italiano: L'assedio dell'Alcazar (Augusto Genina); straniero: Il postiglione della steppa (Gustav Ucicky - Germania)
1941 italiano: La corona di ferro (Alessandro Blasetti); straniero: Ohm Krüger, l'eroe dei boeri (Hans Steinhoff - Germania) Ermete Zacconi (Don Bonaparte) Luise Ullrich (Annelie)
1942 italiano: Bengasi (Augusto Genina); straniero: Il grande re (Veit Harlan - Germania) Fosco Giachetti (Bengasi) Kristina Söderbaum (La città d'oro)
19462 L'uomo del Sud (Jean Renoir - USA)
1947 Sirena (Karel Stekly - Cecoslovacchia) Pierre Fresnay (Monsieur Vincent) Anna Magnani (L'onorevole Angelina)
1948 Amleto (Laurence Olivier - Gran Bretagna) Ernst Deutsch (Il processo) Jean Simmons (Amleto)
1949 Manon (Henri-Georges Clouzot - Francia) Joseph Cotten (Il ritratto di Jennie) Olivia de Havilland (La fossa dei serpenti)
1950 Giustizia è fatta (André Cayatte - Francia) Sam Jaffe (Giungla d'asfalto) Eleanor Parker (Prima colpa)
1951 Rashomon (Akira Kurosawa - Giappone) Jean Gabin (La notte è il mio regno) Vivien Leigh (Un tram che si chiama Desiderio)
1952 Giochi proibiti (René Clément - Francia) Frederic March (Morte di un commesso viaggiatore) La pastorella e lo spazzacamino (Paul Grimault - Francia/Gran Bretagna)
1953 Henri Vilbert (Una signora per bene) Lilli Palmer (Letto matrimoniale)
1954 Giulietta e Romeo (Renato Castellani - Gran Bretagna) Jean Gabin (Aria di Parigi e Grisbi) La sete del potere (Robert Wise - USA)
1955 Ordet - La parola (Carl Theodor Dreyer - Danimarca) Curd Jurgens (Gli eroi sono stanchi) e Kenneth More (Profondo come il mare) Cesta da Praveku (Karel Zeman - Cecoslovacchia)
1956 Bourvil (La traversata di Parigi) Maria Schell (Gervaise)
1957 Aparajito - L'invitto (Satyajit Ray - India) Anthony Franciosa (Un cappello pieno di pioggia) Zita Ritenbergs (Malva) Un cappello pieno di pioggia (Fred Zinnemann - USA)
1958 L'uomo del riksciò (Hirosi Inagaki - Giappone) Alec Guinness (La bocca della verità) Sophia Loren (Orchidea nera) Les amants (Louis Malle - Francia) e La sfida (Francesco Rosi - Italia)
1959 Il generale Della Rovere (Roberto Rossellini - Italia) e La grande guerra (Mario Monicelli - Italia) James Stewart (Anatomia di un omicidio) Madeleine Robinson (A doppia mandata) Il volto (Ingmar Bergman - Svezia)
1960 Il passaggio del Reno (André Cayatte - Francia) John Mills (Whisky e gloria) Shirley MacLaine (L'appartamento) Rocco e I suoi fratelli (Luchino Visconti - Italia)
1961 L'anno scorso a Marienbad (Alain Resnais - Francia) Toshiro Mifune (La sfida del samurai) Suzanne Flon (Non uccidere) Pace a chi entra (Aleksandr Alov e Vladimir Naumov -URSS)
1962 Cronaca familiare (Valerio Zurlini - Italia) e L'infanzia di Ivan (Andrei Tarkovskij - URSS) Burt Lancaster (L'uomo di Alcatraz) Emmanuelle Riva (Il delitto di Thérèse Desqueyroux) Questa è la mia vita (Jean-Luc Godard - Francia)
1963 Le mani sulla città (Francesco Rosi - Italia) Albert Finney (Tom Jones) Delphine Seyrig (Muriel, il tempo di un ritorno) Fuoco fatuo (Louis Malle - Francia) e Introduzione alla vita (Igor Talankin - URSS)
1964 Deserto Rosso (Michelangelo Antonioni - Italia) Tom Courteney (Per il re e per la patria) Harriet Andersson (Amare) Amleto (Grigorij Kozincev - URSS) e Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini - Italia)
1965 Vaghe stelle dell'Orsa (Luchino Visconti - Italia) Toshiro Mifune (Barbarossa) Annie Girardot (Tre camere a Manhattan) Ho vent'anni (Marlen Chuciev - URSS) e Simon del Deserto (Luis Buñuel - Messico)
1966 La battaglia di Algeri (Giullo Pontecorvo - Italia) Jacques Perrin (Un uomo a metà) Natalia Arinbasarova (Il primo maestro) Chappaqua (Conrad Rooks - USA) e La ragazza senza storia (Alexander Kluge - Germania Occidentale)
1967 Bella di giorno (Luis Buñuel - Francia) Ljubisa Samardzic (Jutro, l'alba di un giorno) Shirley Knight (Il treno fantasma) La Cina è vicina (Marco Bellocchio - Italia) e La cinese (Jean-Luc Godard, Francia)
1968 Artisti sotto la tenda del circo: perplessi (Alexander Kluge - Germania Occidentale) John Marley (Faces) Laura Betti (Teorema) Nostra Signora dei Turchi (Carmelo Bene - Italia) e Il Socrate (Robert Lapoujade - Francia)
19803 Atlantic City, USA (Louis Malle - Canada) e Gloria - Una notte d'estate (John Cassavetes - USA)
1981 Anni di piombo (Margarethe von Trotta - Germania Occidentale) Non portano lo smoking (Léon Hirszman - Brasile) e Sogni d'oro (Nanni Moretti - Italia)
1982 Lo stato delle cose (Wim Wenders - Germania Occidentale) Imperativ (Krzysztof Zanussi - Germania Occidentale)
1983 Prénom Carmen (Jean-Luc Godard - Francia) Guy Boyd, Georges Dzundza, David Alan Grier, Mitchell Lichtenstein, Matthew Modine, Michael Wright (Streamers) Darling Legitimus (Rue Cases Nègres) Biquefarre (Georges Rouquier - Francia)
1984 L'anno del sole quieto (Krzysztof Zanussi - Polonia) Nasceruddin Shah (Paar) Pascale Ogier (Le notti della luna piena) I favoriti della luna (Otar Ioseliani (Francia)
1985 Senza tetto né legge (Agnès Varda - Francia) Gèrard Depardieu (Police) Tangos - L'esilio di Gardel (Fernando E. Solanas - Francia)
1986 Il raggio verde (Eric Rohmer - Francia) Carlo Delle Piane (Regalo di Natale) Valeria Golino (Storia d'amore) Il colombo selvatico (Serghei Soloviev - URSS) e Storia d'amore (Francesco Maselli - Italia)
1987 Arrivederci Ragazzi (Louis Malle - Francia) Hugh Grant e James Wilby (Maurice) Kang Soo-Yeon (Sibaji) Hip, Hip, hurrài (Kiel Grede - Svezia)
1988 La leggenda del santo bevitore (Ermanno Olmi - Italia) Don Ameche e Joe Mantegna (Le cose cambiano) Isabelle Huppert (Un affare di donne) e Shirley MacLaine (Madame Sousatzka) Campo Thiaroye (Sembene Ousmane e Thierno Faty Sow - Senegal)
1989 Città dolente (Hou Hsiao Hsien - Taiwan) Marcello Mastroianni e Massimo Troisi (Che ora è) Peggy Ashcroft e Geraldine James (È stata via) Un incendio visto da lontano (Otar Ioseliani - Francia/Germania Occidentale)
1990 Rosencrantz e Guildenstern sono morti (Tom Stoppard - Gran Bretagna) Oleg Barisov (Edistevenijat svidetel) Gloria Munchmeyer (La luna en el espejo) Un angelo alla mia tavola (Jane Campion - Nuova Zelanda)
1991 Urga - Territorio d'amore (Nikita Michalkov - URSS) River Phoenix (Il mio Idaho privato) Tilda Swinton (Edoardo II) A Divina Comédia (Manoel De Oliveira - Portogallo)
1992 La storia di Qiu Ju (Zhang Yimou - Cina Jack Lemmon (Americani) Gong Li (La storia di Qiu Ju) Morte di un matematico napoletano (Mario Martone - Italia)
1993 Film Blu (Krysztof Kieslowski - Francia) e America Oggi (Robert Altman - USA) Fabrizio Bentivoglio (Un'anima divisa in due) Juliette Binoche (Film Blu) Bad Boy Bubby (Rolf De Heer - Australia)
1994 Prima della pioggia (Milcho Manchevski - Macedonia) e Viva l'amore (Tsai Ming-Liang - Taiwan)) Xiau Yu (Giorni di sole) Maria De Medeiros (Tre fratelli) Assassini nati (Oliver Stone - USA)
1995 Cyclo (Anh Hung Tran - Vietnam) George Goetz (Il costruttore di morte) Sandrine Bonnaire e Isabelle Huppert (Il buio nella mente) L'uomo delle stelle (Giuseppe Tornatore - Italia)
1996 Michael Collins (Neil Jordan - Irlanda) Liam Neeson (Michael Collins) Victoire Thivisiol (Ponette) Brigands (Otar Ioseliani - Georgia)
1997 Hana-Bi (Takeshi Kitano - Giappone) Wesley Snipes (Complice la notte) Robin Tunney (Niagara, Niagara) Ovosodo (Paolo Virzì - Italia)
1998 Così ridevano (Gianni Amelio - Italia) Sean Penn (Hurly Burly) Catherine Deneuve (Place Vendôme) Terminus Paradis (Lucian Pintilie - Georgia)
1999 Non uno di meno (Zhang Yimou - Cina) Jim Broadbent (Topsy Turvy) Nathalie Baye (Una relazione privata) Il vento ci porterà via (Abbas Kiarostami - Iran)
2000 Il cerchio (Jafar Panahi - Iran) Xavier Bardem (Prima che sia notte) Rose Byrne (La dea del '67) Prima che sia notte (Julian Schnabel)
2001 Leone d'oro: Monsoon Wedding (Mira Nair - India) Leone dell'anno4: A tempo pieno (Laurent Cantet - Francia) Luigi Lo Cascio (Luce dei miei occhi) Sandra Ceccarelli (Luce dei miei occhi) Canicola - Dog Days (Ulrich Seidl)
2002 The Magdalene Sisters (Peter Mullan) Stefano Accorsi Un viaggio chiamato amore Julianne Moore Lontano dal paradiso La maison des fous (Dom Durakov)
2003 The return (Andrei Zvjagintsev) Sean Penn 21 grammi Katjia Riemann Rosenstrasse Le cerf-volant (Randa Chahal Sabbag)
2004 Il segreto di Vera Drake (Mike Leigh) Javier Bardem Mare dentro Imelda Staunton Il segreto di Vera Drake Mare dentro (Alejandro Amenabar)
2005 Brokeback Mountain (Ang Lee) David Strathairn Good Night, and Good Luck Giovanna Mezzogiorno La bestia nel cuore Mary (Abel Ferrara)
1 Nel 1933 la manifestazione non si tiene. 2 Nel 1943, 1944 e 1945 la manifestazione è sospesa per la guerra. 3 Tra il 1969 e il 1979 non vengono assegnati premi. 4 Nel 2001 venne inserita la nuova categoria del "Leone dell'anno".

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